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178. Sul principio dei tremila regni in un singolo istante di vita

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, 1258. Indirizzata a Destinatario sconosciuto

La dodecupla catena della causalità [o catena della causalità dai dodici anelli]

    Domanda: Cosa rappresenta la dodecupla catena della causalità applicata al processo della trasmigrazione?

      Risposta: Il primo anello è l’ignoranza. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Lo stato che deriva dall’illusione passata è l’ignoranza». Vale a dire che l’ignoranza rappresenta le illusioni e i desideri di amore e brama che qualcuno ha sviluppato in passato. Così un figlio può concepire odio per suo padre e amore per sua madre o una figlia può concepire odio per la madre e amore per il padre, come descritto nel nono volume del Tesoro dell’Abhidharma.

        Il secondo anello è l’azione. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «I vari atti compiuti nel passato sono chiamati azione1». Cioè, gli atti, o il karma che qualcuno ha creato nel passato, sono chiamati azione. Ci sono due tipi di karma. Il primo è il “karma che conduce alla rinascita”, cioè il karma che determina in quale regno dell’esistenza rinasceremo. Il secondo è il “karma di completamento” che rappresenta tutto il karma non incluso nella categoria suddetta. È il karma passato che determina cose come rompersi una gamba o tagliarsi un dito. Questo è il karma di completamento.

          Il terzo anello è la coscienza. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «La coscienza è uno dei cinque aggregati, che è essenziale nella formazione della vita». I cinque aggregati sono già presenti quando il bambino si trova nel corpo della madre. I cinque aggregati sono: forma, percezione, concezione, volizione, e coscienza. Sono chiamati anche le cinque componenti.

            Il quarto anello è nome e forma. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Ciò che precede i sei campi sensoriali è nome e forma».

              Il quinto anello sono i sei campi sensoriali. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «I sei campi sensoriali vengono in essere dopo che sono stati prodotti gli occhi e gli altri organi, ma prima dei tre elementi della percezione2». I sei campi sensoriali sono le attività, o il prodotto, dei sei organi di senso: gli occhi, gli orecchi, il naso, la lingua, il corpo e la mente.

                Il sesto anello è il contatto. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Nel processo della percezione, è chiamato contatto lo stadio che precede qualsiasi consapevolezza del fatto che la percezione sia piacevole, spiacevole o neutra». Questo è lo stadio in cui non si capisce ancora che il fuoco è caldo, che l’acqua è fredda o che un coltello è qualcosa che può tagliare una persona.

                  Il settimo anello è la sensazione o percezione. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Lo stadio prima che esista un qualsiasi desiderio smodato è chiamato sensazione». In questa fase si comprende che una cosa è calda o fredda, ma non si è ancora provato alcun desiderio sessuale.

                    L’ottavo anello è il desiderio. Il tesoro dell’Abhidharma afferma: «La bramosia di beni materiali o di soddisfazione sessuale è chiamata desiderio». Ciò si riferisce al momento in cui qualcuno desidera una donna e prova sensazioni di desiderio sessuale.

                      Il nono anello è l’attaccamento. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Poiché si spera di acquisire vari oggetti, si corre qua e là alla loro ricerca, e questo si chiama attaccamento». Ciò significa che, nel corso di questa vita presente, si inseguono le faccende mondane avidi di afferrare e far proprie cose che appartengono agli altri.

                        Il decimo anello è l’esistenza. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Esistenza significa che si eseguono le azioni karmiche che determineranno il tipo di frutto, o lo stato dell’esistenza, che una persona avrà nella sua prossima nascita». Cioè, l’esistenza qui si riferisce al compimento delle azioni karmiche che condurranno l’individuo a ricevere ancora una volta la vita in una esistenza futura.

                          L’undicesimo anello è la nascita. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «La nascita riguarda il ricevimento della vita nella prossima esistenza». È il tempo in cui si riceve la vita in una esistenza futura e si entra nel grembo della propria madre.

                            Il dodicesimo anello è l’invecchiamento e la morte. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «Fino a che non si raggiunge lo stadio della sensazione nella propria esistenza futura, si è soggetti all’invecchiamento e alla morte». Essere soggetti a nascita, invecchiamento e morte significa che si patiscono le angosce e le sofferenze dell’invecchiamento e della morte.

                              Domanda: Come si applicano i dodici anelli della catena della causalità ai tre regni di passato, presente e futuro, e alle due categorie di causa ed effetto?

                                Risposta: Ignoranza e azione rappresentano due cause nell’esistenza passata di un essere. Coscienza, nome e forma, i sei organi di senso, il contatto, e la sensazione rappresentano cinque effetti che appaiono nell’esistenza presente di un essere. Desiderio, attaccamento ed esistenza rappresentano tre cause che appaiono nell’esistenza presente di un essere. Nascita e invecchiamento e morte rappresentano due effetti che appariranno nell’esistenza futura di un essere.

                                  Riassumendo: due cause nel passato (ignoranza e azione), cinque effetti nel presente (coscienza, nome e forma, i sei organi di senso, contatto e sensazione), tre cause nel presente (desiderio, attaccamento, esistenza), e due effetti nel futuro (nascita, invecchiamento e morte).

                                    Domanda: Come opera la dodecupla catena della causalità applicata al processo della trasmigrazione?

                                      Risposta: L’ignoranza è la condizione che causa o determina l’azione, l’azione determina la coscienza, la coscienza determina nome e forma, nome e forma determinano i sei organi di senso, i sei organi di senso determinano il contatto, il contatto determina la sensazione, la sensazione determina il desiderio, il desiderio determina l’attaccamento, l’attaccamento determina l’esistenza, l’esistenza determina la nascita, e la nascita determina le angosce e le sofferenze dell’invecchiamento e della morte.

                                        Così l’individuo trasmigra attraverso il mare delle sofferenze di nascita e morte. Questo è il modo in cui si giunge a essere una persona comune.

                                          Domanda: Come si fa a cancellare la dodecupla catena di causalità e ottenere così l’emancipazione?

                                            Risposta: Cancella l’ignoranza e l’azione sarà cancellata. Cancella l’azione e la coscienza sarà cancellata. Cancella la coscienza e nome e forma saranno cancellati. Cancella nome e forma e i sei organi di senso saranno cancellati. Cancella i sei organi di senso e il contatto sarà cancellato. Cancella il contatto e la sensazione sarà cancellata. Cancella la sensazione e il desiderio sarà cancellato. Cancella il desiderio e l’attaccamento sarà cancellato. Cancella l’attaccamento e l’esistenza sarà cancellata. Cancella l’esistenza e la nascita sarà cancellata. Cancella la nascita e questo cancellerà le angosce e le sofferenze dell’invecchiamento e della morte. Questo è il modo in cui si cancella la catena della causalità ottenendo così l’emancipazione. Questo è il modo in cui il Budda si libera dalle illusioni e dai desideri.

                                              A mio parere, non tutti i dodici anelli della dodecupla catena della causalità riguardano le persone che si trovano nello stato intermedio fra la morte e una nuova vita. Allo stesso modo, non tutti riguardano gli esseri del regno celeste. E, allo stesso modo, non tutti riguardano gli esseri del mondo della non forma.

                                                Il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita3

                                                  [Il carattere cinese4 che si traduce con “vita” qui letteralmente significa “pensiero”. Nella dottrina di T’ien-t’ai è usato anche nel senso di “mente” o “vita” che include o pervade l’intero universo. Nelle citazioni seguenti questi termini sono usati in maniera intercambiabile].

                                                    I dieci fattori della vita sono come segue: 1) L’aspetto è il corpo (Il significato profondo del Sutra del Loto, volume due, dice: «L’aspetto è l’aspetto delle cose che si può discernere con l’osservazione dall’esterno». Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”, volume sei, dice: «L’aspetto esiste solo in ciò che è materiale»).

                                                      2) La natura è la mente (Significato profondo, volume due, dice: «La natura è ciò che risiede dentro una cosa e che non cambia da sola». Su “Significato profondo”, volume sei, dice: «La natura esiste solo in ciò che è spirituale»).

                                                        3) L’entità è corpo e mente insieme. (Significato profondo, volume due, dice: «La sostanza principale di una cosa si chiama entità»).

                                                          4) Anche il potere è corpo e mente insieme. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «Il potere è la capacità latente»).

                                                            5) Anche l’influenza è corpo e mente insieme. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «L’esercizio della capacità si chiama influenza»).

                                                              6) La causa interna concerne la mente. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «La causa interna è ciò che fa emergere un effetto. È chiamata anche azione karmica»).

                                                                7) La relazione. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «La relazione, o condizioni, aiuta l’azione karmica a produrre il suo effetto»).

                                                                  8) L’effetto latente. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «L’effetto latente si riferisce al risultato [potenziale]»).

                                                                    9) L’effetto manifesto. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «L’effetto manifesto è ciò che risulta da una causa»).

                                                                      10) La coerenza dall’inizio alla fine. (Significato profondo, volume due, dice: «L’aspetto costituisce l’inizio e l’effetto manifesto costituisce la fine»).

                                                                        I tre regni dell’esistenza sono come segue: 1) Il regno delle cinque componenti (Grande concentrazione e visione profonda dice: «Dato che le cinque componenti e i diciotto elementi della percezione differiscono in ciascuno dei Dieci mondi, si parla di regno delle cinque componenti»).

                                                                          2) Il regno degli esseri viventi. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «Come potrebbero non apparire differenti gli esseri viventi in ciascuno dei Dieci mondi? Perciò si parla del regno degli esseri viventi»).

                                                                            3) Il regno dell’ambiente. (Grande concentrazione e visione profonda dice: «I dintorni in cui esistono gli esseri viventi dei Dieci mondi sono indicati come il regno dell’ambiente»).

                                                                              Nelle nuove traduzioni dei sutra le cinque componenti sono chiamate i cinque aggregati. La parola on di go’on, o cinque componenti, significa raccolta o accumulo.

                                                                                La prima delle cinque componenti è la forma. Essa si riferisce ai cinque tipi di forma o colore5.

                                                                                  La seconda delle cinque componenti è la percezione. Essa si riferisce alla ricezione [di ciò che ci circonda].

                                                                                    La terza componente è la concezione. Il tesoro dell’Abhidharma dice: «La concezione è la funzione che forma le immagini mentali».

                                                                                      La quarta componente è la volizione. La volizione è ciò che crea o motiva l’azione.

                                                                                        La quinta componente è la coscienza. La coscienza è ciò che porta a compimento il processo di discernimento o discriminazione.

                                                                                          Il volume cinque di Grande concentrazione e visione profonda, citando un commentario dottrinale, afferma: «Dapprima la coscienza porta a compimento il processo di discernimento o discriminazione. Poi la percezione riceve qualcosa, la concezione si forma un’immagine della cosa, la volizione decide se accettare o rifiutare la cosa e la forma risponde alla decisione della volizione».

                                                                                            Sui cento mondi, mille fattori e tremila regni

                                                                                              Per via del mutuo possesso dei Dieci mondi, abbiamo cento regni: 1) Inferno (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, sotto terra, ferro incandescente).

                                                                                                2) Il mondo degli spiriti affamati (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, sotto terra).

                                                                                                  3) Il mondo degli animali (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, acqua, terra, aria).

                                                                                                    4) Il mondo degli asura (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, ai bordi o sul fondo del mare).

                                                                                                      5) Il mondo degli esseri umani (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, quattro continenti che circondano il monte Sumeru).

                                                                                                        6) Il mondo degli esseri celesti (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, palazzi).

                                                                                                          7) Il mondo degli ascoltatori della voce (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, Terra dei Saggi e degli Esseri Comuni).

                                                                                                            8) Il mondo dei risvegliati all’origine dipendente (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, Terra dei Saggi e degli Esseri Comuni).

                                                                                                              9) Il mondo dei bodhisattva (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, Terra dei Saggi e degli Esseri Comuni, Terra di Transizione, Terra della Ricompensa effettiva).

                                                                                                                10) Il mondo di Buddità (regno degli esseri viventi, dieci fattori), regno delle cinque componenti (dieci fattori), regno dell’ambiente (dieci fattori, Terra della Luce Eternamente Tranquilla).

                                                                                                                  Il volume cinque di Grande concentrazione e visione profonda afferma: «Quando la vita e un oggetto della percezione vengono in contatto, allora si manifestano nella vita tutti e tre i regni dell’esistenza e i tremila aspetti».

                                                                                                                    Il volume cinque di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” dice: «Quando alla fine, in Grande concentrazione e visione profonda, rivelò correttamente il metodo di meditazione, impiegò allo stesso tempo i “tremila regni” come un mezzo per comprendere. Questo principio è la rivelazione fondamentale del suo insegnamento finale e supremo. Per questo motivo Chang-an afferma nella sua introduzione [a Grande concentrazione e visione profonda]: “Grande concentrazione e visione profonda rivela l’insegnamento che egli stesso [T’ien-t’ai Chih-che] praticò nel proprio cuore”. Aveva delle buone ragioni per dire ciò. Spero che coloro che leggono e cercano di comprendere quest’opera non permettano che la loro mente sia sviata da nient’altro».

                                                                                                                      Lo stesso volume afferma: «Se non si comprende la meravigliosa regione dell’illuminazione rappresentata dal principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, allora si può forse essere consapevoli di come tutti i fenomeni siano contenuti in una singola entità? E se non si comprende ciò, allora nessun fenomeno nei tremila regni riuscirà mai a liberarsi dall’ignoranza di ogni istante di vita, e perciò si sperimenteranno solo cause dolorose che conducono a dolorosi effetti». E dice anche: «Tutte le azioni karmiche sono contenute all’interno dei Dieci mondi, dei cento mondi, dei mille fattori e dei tremila regni».

                                                                                                                        Il volume due di Su “Significato profondo” afferma: «Ciò che esiste di nome è il regno degli esseri viventi e ciò che esiste in realtà sono i regni delle cinque componenti e il regno dell’ambiente. Questi compongono i tre regni dell’esistenza. I fenomeni costituiti dai mille fattori si applicano a tutti i tre regni dell’esistenza. Perciò si parla di tremila regni».

                                                                                                                          Il volume cinque di Su “Grande concentrazione e visione profonda” afferma: «Riguardo a ciò che è presente nella vita in un singolo istante, se non impieghiamo il concetto dei Dieci mondi, saremo incapaci di spiegare tutto ciò che vi è compreso. Se non impieghiamo il concetto delle tre verità, non potremo spiegare completamente il principio qui all’opera. Se non parliamo dei dieci fattori non potremo spiegare tutto il funzionamento di causa ed effetto. E se non abbiamo il concetto dei tre regni dell’esistenza, non potremo spiegare esaurientemente la vita e il suo ambiente».

                                                                                                                            Il volume uno di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” dice: «Se non abbiamo il concetto dei tremila regni, non potremo esprimere tutto ciò che è abbracciato in un singolo istante di vita. E se non abbiamo il concetto di vita perfettamente dotata, non potremo spiegare come tutti i tremila regni possano essere contenuti dentro la vita».

                                                                                                                              Il volume due di Significato profondo dice: «Semplicemente, i fenomeni relativi ai regni ordinari dell’esistenza hanno una portata estremamente vasta, mentre quelli relativi al regno della Buddità sono estremamente elevati e perciò, per i principianti nella pratica religiosa, è difficile contemplarli. Ma, per i principianti, contemplare la mente stessa è relativamente facile».

                                                                                                                                Il volume cinque di Su “Grande concentrazione e visione profonda” afferma: «T’ien-t’ai dapprima cita il passo del Sutra della Ghirlanda di fiori: “La mente è come un abile pittore, che crea varie forme costituite dalle cinque componenti. Così, di tutti i fenomeni dell’intero mondo, non ve n’è nemmeno uno che non sia creato dalla mente. Il Budda ha la stessa natura della mente e gli esseri viventi hanno la stessa natura del Budda. La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose. […] Se si desidera comprendere tutti i Budda delle tre esistenze di passato, presente, e futuro, si dovrebbe contemplare questa verità; è la mente che crea tutti i Tathagata”».

                                                                                                                                  La lama di diamante dice: «Il vero aspetto si manifesta invariabilmente in tutti i fenomeni e tutti i fenomeni si manifestano invariabilmente nei dieci fattori. I dieci fattori si manifestano invariabilmente nei Dieci mondi e i Dieci mondi si manifestano invariabilmente in “corpo e terra”»6.

                                                                                                                                    Interpretazione dei Tre corpi

                                                                                                                                      Anzitutto, riguardo al corpo del Dharma, il Gran Maestro T’ien-t’ai cita un passo del Sutra del Nirvana e afferma: «Per quanto riguarda il Tathagata, tutte le varie verità secolari non sono altro che la verità suprema. Ma i comuni esseri viventi, per via del loro modo di pensare rovesciato, suppongono che tali verità non siano parte della Legge del Budda»7.

                                                                                                                                        Da questo passo del commentario possiamo comprendere che, sebbene i concetti del sé e dell’altro, dell’ambiente e dell’io, di regno del demone e di regno del Budda, di impurità e di purezza, di causa e di effetto, sembrino essere opposti, in realtà per il corpo del Dharma dei Budda essi non sono in alcun modo in contrapposizione. Così la mancanza di fede di Sunakshatra è identica alla mente che crede del re di Lanka8. E le dottrine della scuola Prajnamita dei credenti non buddisti9, sebbene sembrino errate, non sono diverse dalle opinioni corrette del ricco anziano Sudatta.

                                                                                                                                          Perciò si dovrebbe capire che la base del corpo del Dharma è l’entità dei comuni esseri viventi. Le pratiche religiose e i voti del Budda delle dieci direzioni in realtà hanno lo scopo di permettere di acquisire questo corpo del Dharma.

                                                                                                                                            Poi, riguardo al corpo di ricompensa, il commentario del Gran Maestro T’ien-t’ai afferma: «La saggezza che si accorda con la vera natura dei fenomeni, seguendo la via che si accorda con la verità, raggiunge la perfetta illuminazione. La saggezza si accorda con il principio della vera natura e poiché si conforma a tale principio è chiamata “Così”. Una persona giunge a essere in accordo con la saggezza e perciò si usa la parola “giunto”. Perciò si parla di “Tathagata [Così Giunto] dal corpo di ricompensa”. Questo è chiamato “rochana”, che si traduce con “puro e completo”»10.

                                                                                                                                              Ciò significa che la saggezza che si accorda con la vera natura dei fenomeni segue la via che si accorda con la verità. Quando il principio e la saggezza della perfetta illuminazione si fondono perfettamente con il regno dei fenomeni, allora il principio è chiamato “Così” e la saggezza è chiamata “giunto”.

                                                                                                                                                  Cenni Storici

                                                                                                                                                  Nichiren Daishonin scrisse Sul Principio dei tremila regni in un singolo istante di vita nel 1258. Non si conosce il destinatario. Piuttosto sembra che si tratti di appunti preparatori a qualche opera successiva.

                                                                                                                                                  Il contenuto di questo scritto è diviso in tre parti: “La dodecupla catena della causalità”, “Il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita” e “Interpretazione dei tre corpi”. Questi tre argomenti correlati sono fondamentali per la comprensione del Buddismo.

                                                                                                                                                  Nella prima parte il Daishonin elenca e definisce ogni anello della dodecupla catena della causalità: ignoranza, azione, coscienza, nome e forma, sei campi sensoriali, contatto, sensazione, desiderio, attaccamento, esistenza, nascita, invecchiamento e morte.

                                                                                                                                                  In seguito risponde alla domanda su come opera la dodecupla catena della causalità nelle tre esistenze, dalla vita passata di una persona, alla vita presente e a quella futura, in termini di causa ed effetto.

                                                                                                                                                  Successivamente, il Daishonin riassume il modo in cui opera questa catena della causalità, prima dal punto di vista della trasmigrazione, cioè come la catena della causalità continua a trasmigrare in uno stato di illusione e di sofferenza, e poi dal punto di vista dell’emancipazione, ovvero, come ci si libera da questa catena di illusione e sofferenza.

                                                                                                                                                  La seconda parte di questo scritto prende in esame il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita. Il Daishonin spiega i dieci fattori della vita e i tre regni dell’esistenza, che sono le due componenti di tale principio, e la loro relazione con i Dieci mondi. In virtù del principio del mutuo possesso dei Dieci mondi, queste componenti formano i cento mondi, i mille fattori e i tremila regni, che esistono tutti in un singolo istante di vita.

                                                                                                                                                  Il Daishonin procede chiarendo il significato del principio dei tremila regni in un singolo istante di vita attraverso citazioni da Grande concentrazione e visione profonda di T’ien-t’ai e da Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”, Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”, Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” e La lama di diamante, di Miao-lo. Da tali passi emerge chiaramente che questo principio omnicomprensivo è indispensabile per comprendere la vera natura della vita.

                                                                                                                                                  Nella parte finale dello scritto, “Interpretazione dei tre corpi”, il Daishonin cita le interpretazioni di T’ien-t’ai per spiegare il significato del corpo del Dharma e del corpo di ricompensa attribuiti al Budda, ma non discute del corpo manifesto.

                                                                                                                                                  Note

                                                                                                                                                  1. Azione (giap.: gyo, sans.: samskara = impulso all’azione, volizione, azione karmica).
                                                                                                                                                  2. I tre elementi della percezione sono i sei organi di senso, i sei oggetti e le sei coscienze. I sei oggetti sono i sei oggetti percepiti dai sei organi di senso e il contatto tra i sei organi di senso e i loro rispettivi oggetti dà origine alle sei coscienze.
                                                                                                                                                  3. Giap.: Ichinen sanzen.
                                                                                                                                                  4. Riferimento al carattere nen di ichinen.
                                                                                                                                                  5. I cinque tipi di forma sono cinque dei sei organi di senso, escludendo la mente. I cinque tipi di colore non sono comunemente usati nei testi buddisti, ma potrebbero essere blu, giallo, rosso, bianco e nero.
                                                                                                                                                  6. La lama di diamante. Il “corpo” è il corpo delle persone e la “terra” è il luogo in cui esistono queste persone. Corrispondono a shoho e eho, l’essere vivente e il suo ambiente.
                                                                                                                                                  7. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                  8. Il re di Lanka è un re demone che si dice vivesse a Lanka, nell’India meridionale, e fosse stato istruito da Shakyamuni, ricevendo una profezia di illuminazione futura.
                                                                                                                                                  9. Si ritiene che la scuola Prajnamita fosse una scuola non buddista indiana dei tempi di Shakyamuni, ma non si hanno altre notizie su di essa.
                                                                                                                                                  10. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                  La Biblioteca di Nichiren
                                                                                                                                                  istituto buddista italiano soka gakkai
                                                                                                                                                  senzamotica
                                                                                                                                                  Eredità della vita
                                                                                                                                                  otto per mille
                                                                                                                                                  nuovo rinascimento
                                                                                                                                                  buddismo e società
                                                                                                                                                  volo continuo
                                                                                                                                                  esperia

                                                                                                                                                  © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

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