353. Sul ricevimento delle Tre grandi Leggi segrete
Luogo sconosciuto, 1282. Indirizzata a Ota Jomyo
Nel settimo volume del Sutra del Loto, capitolo “Poteri sovrannaturali”, si afferma: «Per spiegare in breve, tutte le dottrine possedute dal Tathagata, tutti i poteri di cui il Tathagata si avvale liberamente, tutti i segreti tesori fondamentali del Tathagata, tutte le più profonde questioni del Tathagata, tutto questo è dichiarato, rivelato e chiaramente spiegato in questo sutra»1.
Il commentario [di T’ien-t’ai] dice in proposito: «L’essenza di tutti i passi essenziali del Sutra del Loto è costituita dalle quattro questioni [rappresentate dalle quattro frasi]»2.
Domanda: Quale Legge rappresenta l’essenza che è stata esposta?
Risposta: Essa consiste dell’oggetto di culto, del santuario e dei cinque caratteri del daimoku [che sono chiamati complessivamente le Tre grandi Leggi segrete] del capitolo “Durata della vita”. Dopo che Shakyamuni ebbe ottenuto per la prima volta l’illuminazione, quando stava esponendo i quattro gusti e i tre insegnamenti, e quando stava predicando la parte del Sutra del Loto che tratta della sostituzione estesa dei tre veicoli con l’unico veicolo, fino a quando predicò il capitolo “Emergere dalla terra” e aprì il vicino e rivelò il lontano in forma concisa3, egli tenne segreta questa Legge. Ma essa fu esposta nel capitolo “Durata della vita” che tratta del vero aspetto così come egli lo comprese e lo praticò in un’epoca molto lontana.
Questa Legge segreta del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, non fu affidata a Virtù Universale o a Manjushri, bodhisattva che erano ampiamente noti nelle tre esistenze di passato, presente e futuro, né tantomeno a qualche essere di minore importanza. Ne consegue allora che la cerimonia nella quale il Budda espose questa Legge segreta differisce da quelle in cui egli predicò i quattro gusti e i tre insegnamenti, e i primi quattordici capitoli del Sutra del Loto che costituiscono l’insegnamento transitorio.
Il luogo in cui la cerimonia ebbe luogo fu la Terra della Luce Tranquilla che esiste eternamente. Il signore degli insegnamenti che dimorava in questa terra era il Budda eternamente dotato dei tre corpi, e coloro che egli convertì dovevano essere di pari condizione. Stando così le cose, egli convocò, dalle profondità della Terra della Luce Tranquilla, Pratiche Superiori e gli altri, che costituiscono i quattro bodhisattva, i seguaci originali del Budda che sin dal remoto passato avevano lodato [il Budda e la Legge originale], e affidò questa dottrina a loro. Come dice il Maestro della Disciplina Tao-hsien: «La Legge ivi contenuta [nel Sutra del Loto] è la Legge che fu compresa in un passato lontano innumerevoli kalpa e, perciò, fu affidata a coloro che erano stati discepoli del Budda sin da un passato lontano innumerevoli kalpa»4.
Domanda: Riguardo a questa Legge che il Budda affidò ai suoi discepoli, dopo la scomparsa del Budda in che periodo deve essere propagata?
Risposta: Nel settimo volume del Sutra del Loto, capitolo “Re della Medicina”, il Budda dice: «Nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo in tutto Jambudvipa e non permettere mai che [la sua diffusione] sia interrotta»5. Se esaminiamo questo passo del sutra e ci atteniamo fedelmente a esso, possiamo capire che il tempo adatto è il quinto periodo di cinquecento anni dopo l’estinzione del Budda; i duemila anni del Primo e del Medio giorno della Legge saranno trascorsi, e verrà un’epoca di «dispute e conflitti» in cui «la pura Legge sarà oscurata e perduta»6.
Domanda: La pietà e la compassione dei Budda sono come la luna nel cielo. Dove le acque della capacità e dell’affinità delle persone sono limpide, i raggi di questa luna brillano ugualmente in qualsiasi massa di tale acqua, recando beneficio agli esseri viventi. Ma, rispetto ai tre periodi del Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge, sembrerebbe che il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, abbia dimostrato parzialità e favoritismo nel suo esercizio della compassione, non ti pare?
Risposta: La luce gentile dei Budda, i loro raggi lunari, che recano beneficio agli esseri viventi, illuminano l’oscurità dei nove mondi, ma tali raggi non si riflettono nell’acqua torbida dei denigratori della Legge e degli icchantika, le persone di incorreggibile miscredenza.
Date le capacità di coloro che vivevano durante i mille anni del Primo giorno della Legge, solo gli insegnamenti hinayana e mahayana provvisori erano adatti. Durante i mille anni del Medio giorno della Legge, ciò che si accordava con le capacità delle persone era l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto. Con l’ultimo periodo di cinquecento anni che segna l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, dei quattordici capitoli che compongono l’insegnamento originale del Sutra del Loto i tredici capitoli che appaiono prima e dopo il capitolo “Durata della vita” devono essere messi da parte, e bisogna propagare solo il capitolo “Durata della vita”, perché è adatto alle capacità delle persone di quest’epoca.
Quest’unico capitolo dell’insegnamento originale, intitolato “Durata della vita”, non era adatto alle capacità delle persone che vivevano negli ultimi cinquecento anni del Medio giorno della Legge, né tantomeno alle capacità di coloro che vissero nei primi cinquecento anni di tale periodo. E ovviamente, date le capacità delle persone che vissero nel Primo giorno della Legge, sarebbe stato troppo presto presentare loro l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto, per non parlare dell’insegnamento originale del Sutra del Loto.
Ma, una volta che il mondo fu entrato nell’Ultimo giorno della Legge, le dottrine predicate prima del Sutra del Loto e quelle dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto non furono più capaci di liberare le persone dalle sofferenze di nascita e morte. Solo nel capitolo “Durata della vita” dell’insegnamento originale si trova la dottrina vitale, necessaria per liberare le persone dalle sofferenze di nascita e morte. Se prendi in considerazione tutto ciò, di certo non potrai dire che i Budda hanno dimostrato parzialità o favoritismo nel modo in cui hanno insegnato e convertito gli altri.
Domanda: Riguardo agli insegnamenti da diffondere dopo l’estinzione del Budda, durante i tre periodi del Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge, è chiaro che la prima metà del Sutra del Loto fu affidata [a tale scopo] ai suoi discepoli dell’insegnamento transitorio e l’ultima metà ai discepoli dell’insegnamento originale. Ma non so quale passo del sutra chiarisca che bisogna predicare solo l’unico capitolo “Durata della vita” per il bene degli esseri viventi della torbida e malvagia epoca dell’Ultimo giorno. Mi piacerebbe sentir parlare di qualche passo nel sutra che dimostra questo fatto. Esiste un passo simile?
Risposta: Dato che insisti per avere una risposta da me, ascolta e abbi fede in ciò che avrai udito. Il passo è quello del capitolo “Durata della vita” che recita: «Lascerò qui questa buona medicina. Prendetela, e non temete che non vi guarisca»7.
Domanda: Il passo che hai citato spiega chiaramente che il capitolo “Durata della vita” era inteso unicamente per la malvagia epoca dell’Ultimo giorno della Legge. Perciò non posso avanzare ulteriori obiezioni su questo punto. Tuttavia, mi puoi dire che sorta di cose sono queste Tre grandi Leggi segrete?
Risposta: È una questione della massima importanza che tengo nella mia mente, ma, visto che hai un’aspirazione impareggiabile, te la spiegherò brevemente.
L’oggetto di culto così com’è esposto nel capitolo “Durata della vita” è il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, eternamente dotato dei tre corpi, che sin dall’inizio di un passato remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi ha avuto un’affinità profonda e persistente con questa nostra terra.
Il capitolo “Durata della vita” parla di «il segreto e i poteri sovrannaturali del Tathagata»8.
Il nono volume del commentario [di T’ien-t’ai] dice: «Un singolo corpo non è altro che i tre corpi, una spiegazione che è segreta. I tre corpi non sono altro che un singolo corpo, una spiegazione che è segreta. Inoltre, poiché sin dai tempi antichi ciò non è mai stato esposto, è chiamato segreto. E poiché solo il Budda può comprendere ciò, è chiamato segreto. Il Budda possiede costantemente i tre corpi attraverso le tre esistenze. Ma, nei vari insegnamenti [diversi dal Sutra del Loto], egli mantenne questo segreto e non lo trasmise»9.
Il termine “daimoku” ha due significati: uno indica il daimoku del Primo e del Medio giorno della Legge e l’altro indica quello dell’Ultimo giorno della Legge.
Durante il Primo giorno della Legge, il Bodhisattva Vasubandhu e il Bodhisattva Nagarjuna recitavano il daimoku, ma lo facevano unicamente come pratica per sé, senza andare oltre a questo. Nel Medio giorno della Legge anche Nan-yüeh e T’ien-t’ai recitavano Nam-myoho-renge-kyo; lo facevano soltanto come pratica per il loro beneficio personale, ma non lo esponevano ampiamente agli altri. Questi esempi si possono chiamare il daimoku della pratica meditativa.
Adesso però siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge e il daimoku che io, Nichiren, recito è differente da quello delle epoche precedenti. Questo Nam-myoho-renge-kyo comprende sia la pratica per sé sia l’insegnamento agli altri. I suoi cinque caratteri sono i cinque princìpi maggiori di nome, essenza, fondamento, funzione e insegnamento.
Il santuario o palco di ordinazione10 costituisce una delle Tre grandi Leggi segrete dell’insegnamento originale11. Quando la legge secolare e la Legge del Budda12 sono fuse e in reciproco accordo, quando sia il governante sia i suoi funzionari abbracciano le Tre grandi Leggi segrete dell’insegnamento originale, e quando la pratica del re Possessore di Virtù e del monaco Realizzazione di Virtù13 si concretizzano nel futuro della torbida e malvagia epoca dell’Ultimo giorno, allora saranno emanati editti imperiali e proclami ufficiali14, verrà ricercato il posto più adatto, che assomigli alla pura terra del Picco dell’Aquila, e ivi sarà eretto il santuario. Dobbiamo solo aspettare che sia giunto il tempo adatto per ciò. Questo è il significato della pratica del precetto della Legge15.
Questo sarà un santuario in cui non solo la gente dei tre paesi dell’India, della Cina e del Giappone, e tutti gli abitanti di Jambudvipa verranno a ricevere il precetto della Legge che permette loro di pentirsi e cancellare le loro colpe, ma anche dove i grandi re celesti Brahma e Shakra discenderanno per prender parte alla cerimonia.
Una volta istituito il precetto della Legge, il palco di ordinazione dell’Enryaku-ji, che amministra i precetti della pratica meditativa dell’insegnamento transitorio, non arrecherà più alcun beneficio.
Il terzo e il quarto capo dei preti del Monte Hiei16, Jikaku e Chisho, contrariamente a ogni aspettativa, voltarono le spalle ai loro maestri, il fondatore Dengyo e il suo successore Gishin, e fecero una dichiarazione assurda, in cui si affermava che i sutra del Loto e di Mahavairochana erano uguali nei princìpi, ma che il secondo era superiore nella pratica. E su questa base derisero i precetti del loro stesso tempio, descrivendoli come mere “teorie puerili”.
I precetti dell’Enryaku-ji erano puri e immacolati, i meravigliosi precetti della Via di mezzo. Ma adesso, contrariamente a ogni aspettativa, sono stati trasformati in qualcosa di assai sporco e torbido. È quasi intollerabile parlarne e non vi sono lagnanze che possano porvi rimedio. Se il monte Malaya fosse ridotto in cocci e detriti, e i suoi boschetti di sandalo si trasformassero in roveti spinosi, la situazione non potrebbe essere peggiore!
Potrebbe forse una qualsiasi persona istruita, in grado di distinguere fra i sacri insegnamenti della vita del Budda ciò che è errato e ciò che è corretto, ciò che è parziale e ciò che è perfetto, rassegnarsi a metter piede sul palco di ordinazione dell’Enryaku-ji così come esso è oggi? Spero che esaminerai le idee e i princìpi sui quali si basa la dottrina che sto esponendo qui e che ne comprenderai appieno il significato.
Queste Tre grandi Leggi segrete furono indubbiamente ricevute da me, Nichiren, qualcosa come duemila e più anni fa, quando ero la guida dei Bodhisattva della Terra; mi furono trasmesse oralmente dal signore degli insegnamenti, l’Onorato dal Mondo di Grande Illuminazione. E queste azioni che adesso intraprendo incarnano ciò che mi è stato trasmesso sul Picco dell’Aquila senza la benché minima deviazione o alterazione nella forma: le tre grandi questioni della Legge del capitolo “Durata della vita”17.
Domanda: Quale passo del sutra si può citare per convalidare autorevolmente la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita?18
Risposta: Si possono citare i seguenti passi. Essi sono di due tipi. Il primo è nel capitolo “Espedienti” e recita: «Il vero aspetto di tutti i fenomeni […] Questa realtà consiste di aspetto […] I Budda, gli Onorati dal Mondo, desiderano aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi»19. Ciò si riferisce ai tremila regni in un singolo istante di vita che per principio esistono persino nella vita della più infima delle persone comuni.
L’altro è il passo del capitolo “Durata della vita” che recita: «Sono trascorsi innumerevoli, infinite centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di kalpa da quando ho realmente conseguito la Buddità»20. Ciò si riferisce ai tremila regni in un singolo istante di vita che l’Onorato dal Mondo di Grande Illuminazione comprese quando ottenne l’illuminazione nel remoto passato.
Io, Nichiren, consapevole dell’epoca in cui viviamo, desidero adesso propagare ampiamente questa dottrina [delle Tre grandi Leggi segrete]. Fino a ora l’ho tenuta segreta nel mio cuore, ma, se non lascio dietro di me una testimonianza scritta di essa, i futuri seguaci del mio insegnamento forse mi insulteranno dicendo che sono stato privo di pietà e compassione. E in quel tempo, per quanto possa provarne rimpianto, non avrò alcun modo di refutare le loro accuse. Perciò, con questo in mente, ti invio questo documento scritto sulla questione.
Quando avrai finito di leggerlo, devi tenerlo segreto e non mostrarlo agli altri, né discuterlo con loro.
Il Sutra del Loto dice di essere l’unica grande ragione per la quale i Budda fanno la loro apparizione nel mondo21 perché è una scrittura che contiene queste Tre grandi Leggi segrete. Perciò devi tenere segreta tale questione, tienila segreta!
Nichiren
L’ottavo giorno del quarto mese del quinto anno di Koan [1282]
Risposta a Ota Kingo
Cenni Storici
Questo scritto, anche noto come Sulle Tre grandi Leggi segrete, è l’unico in cui Nichiren Daishonin tratta in modo esauriente la sua dottrina fondamentale delle Tre grandi Leggi segrete. Esse sono l’oggetto di culto, il daimoku e il santuario, o il palco di ordinazione, dell’insegnamento originale.
Anche se il Daishonin indirizzò questa lettera, datata l’ottavo giorno del quarto mese del 1282, a Ota Kingo, anche noto come Ota Jomyo, essa era in realtà intesa come il documento del suo insegnamento sulle Tre grandi Leggi segrete per le generazioni future.
Nichiren Daishonin inizia citando un passo del ventunesimo capitolo del Sutra del Loto, “Poteri Sovrannaturali”. Esso contiene quattro frasi che si ritiene incarnino l’essenza del Sutra del Loto e che il Budda Shakyamuni trasferì alle quattro guide dei Bodhisattva della Terra, guidate da Pratiche Superiori. Questa essenza, afferma il Daishonin, «consiste dell’oggetto di culto, del santuario e dei cinque caratteri del daimoku [che sono chiamati complessivamente le Tre grandi Leggi segrete] del capitolo “Durata della vita”».
Il Daishonin afferma che queste tre Leggi devono essere propagate ampiamente nell’Ultimo giorno della Legge, e illustra poi la natura di ognuna di esse. La prima, l’oggetto di culto, è il Budda Shakyamuni eternamente dotato dei tre corpi, che ottenne l’illuminazione nell’infinito passato e che da allora ha sempre avuto profonde e durature affinità con questo mondo. In precedenza il Daishonin aveva concretizzato questo oggetto di culto sotto forma di un mandala chiamato il Gohonzon.
La seconda Legge segreta, il santuario, o il palco di ordinazione, è il luogo in cui si realizza il precetto della Legge, cioè il luogo in cui si svolge la pratica della fede nell’oggetto di culto. Il Daishonin proclama che il santuario andrebbe eretto «quando la legge secolare e la Legge del Budda sono fuse e in reciproco accordo», ovvero quando la legge secolare, o l’intero spettro delle attività umane, si trova in accordo con la Legge del Budda.
Il Daishonin afferma che una volta stabilito il precetto della Legge, il palco di ordinazione del tempio Enryaku sul monte Hiei, che amministra i precetti della pratica meditativa, non arrecherà più alcun beneficio. Inoltre, egli sottolinea che i precetti dell’Enryaku-ji furono corrotti dai capi dei preti Jikaku e Chisho, i quali voltarono le spalle a Dengyo, il fondatore della scuola, reputando erroneamente che gli insegnamenti della Vera parola fossero superiori al Sutra del Loto e incorporandoli negli insegnamenti del Monte Hiei.
La terza Legge segreta, il daimoku, o Nam-myoho-renge-kyo, è di due tipi. Quello che veniva recitato nel Primo e nel Medio giorno della Legge, e quello che viene recitato nell’Ultimo giorno della Legge. Il daimoku dei tempi antichi era esclusivamente una pratica personale, mentre il daimoku di Nichiren Daishonin per l’Ultimo giorno comprende sia la pratica per sé, sia l’insegnamento agli altri.
Infine, citando alcuni passi del Sutra del Loto, il Daishonin convalida la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita da due punti di vista. Uno, in quanto potenzialmente inerenti alla vita delle persone comuni, e due, come percepiti dal Budda nella propria vita all’epoca della sua illuminazione originale nell’infinito passato. Il Daishonin concretizzò la realtà dei tremila regni in un singolo istante di vita nelle Tre grandi Leggi segrete. Pertanto, egli conclude: «Il Sutra del Loto dice di essere l’unica grande ragione per la quale i Budda fanno la loro apparizione nel mondo perché è una scrittura che contiene queste Tre grandi Leggi segrete».