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186. Sulla recitazione del daimoku del Sutra del Loto

RSND, VOLUME II

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Kamakura, 1260. Indirizzata a Destinatario sconosciuto

Qualcuno mi ha posto la seguente domanda. È vero che, anche se i membri del clero e i laici non capiscono esattamente il significato del testo del Sutra del Loto, se accettano e abbracciano l’intero sutra, o un solo volume, o i quattro capitoli più importanti1, o la parte in versi del capitolo “Durata della vita”, o anche solo una frase del sutra, se essi leggono il sutra o lo copiano, o se lo fanno leggere o copiare ad altri, o se, pur non leggendolo né copiandolo, si mettono di fronte ad esso, giungono le mani e si inchinano rendendogli omaggio o gli offrono incenso e fiori, o se, pur non facendo alcuna di queste cose, provano anche una lieve sensazione di gioia nel loro cuore vedendo gli altri farle, oppure sono felici che il Sutra del Loto sia propagato nel paese, è vero che, se fanno anche solo una di queste azioni, non dovranno render conto delle proprie colpe mondane, ma saranno aiutati dai benefici del Sutra del Loto e, come i santi che hanno raggiunto il primo dei quattro stadi dell’illuminazione negli insegnamenti hinayana, rinasceranno in ognuna delle esistenze future nei regni umano e celeste e non cadranno nei cattivi sentieri dell’esistenza? Ed è vero che, rinascendo costantemente nei regni umano e celeste, alla fine si illumineranno completamente al Sutra del Loto, otterranno la rinascita in una delle pure terre delle dieci direzioni, o, se rimarranno in questo mondo, conseguiranno la Buddità nella loro forma presente? Per favore, spiegami dettagliatamente l’argomento.

    Risponderei così. Io non ho una piena comprensione del testo, ma, a giudicare da ciò che dicono i sutra del Loto e del Nirvana e i commentari di T’ien-t’ai e Miao-lo, se le persone ripongono fede nel Sutra del Loto e non lo offendono in alcun modo, allora non cadranno nei cattivi sentieri per effetto di altre colpe che hanno commesso.

      Ma, se incontrano un cattivo amico che ha solo una comprensione superficiale degli insegnamenti provvisori e che, pretendendo di saperne molto, dichiara con argomenti plausibili che il Sutra del Loto è inadatto alle persone delle nostre capacità, e se credono alle sue parole e cessano in cuor loro di apprezzare il Sutra del Loto per affidarsi invece a qualche altro insegnamento e non fare mai più ritorno per il resto della loro vita alla fede nel Sutra del Loto, essi cadranno molto probabilmente nei cattivi sentieri dell’esistenza.

        Domanda: Ho qualche dubbio riguardo a ciò che hai detto. Non so se sia vero o no, ma un certo sapiente ha fatto il seguente commento. Secondo il Sutra del Loto, una volta, in un tempo lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi, c’era un Budda di nome Grande Saggezza Universale. Mentre era ancora una persona comune, ebbe sedici figli che erano principi. Quando il re loro padre conseguì la Buddità ed espose loro i sacri insegnamenti della sua vita, i principi, i suoi sedici figli, lasciarono la vita familiare per diventare discepoli del Budda. Dopo che il Budda Grande Saggezza Universale ebbe finito di predicare e fu entrato in meditazione, i sedici principi, suoi figli, che adesso erano shramanera, a turno tennero sermoni sul Sutra del Loto alla presenza del Budda. E, di quelle migliaia o decine di migliaia di sconosciuti che ascoltarono la loro predicazione, alcuni compresero immediatamente e raggiunsero uno stadio dal quale non sarebbero mai più regrediti nel loro percorso verso la completa illuminazione.

          Ci furono anche alcuni che, pur avendo formato un legame con il Sutra del Loto sentendolo predicare, compresero poco i suoi insegnamenti. Tali persone non furono in grado di raggiungere lo stadio di non regressione. Per un periodo di tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi, rimasero com’erano, sottoposti alle quattro forme di nascita e trasmigrazione attraverso i sei sentieri dell’esistenza. Solo quando apparve il Tathagata Shakyamuni e predicò il Sutra del Loto furono in grado di raggiungere lo stadio di non regressione. Shariputra, Maudgalyayana, Mahakashyapa e Ananda erano persone di questo tipo.

            E altri, ancor meno saldi nella fede, non furono capaci di ottenere l’illuminazione nemmeno quando Shakyamuni era nel mondo. Può essere che debbano aspettare innumerevoli kalpa prima di poterla ottenere. Anche se questo non è del tutto certo, sembra che anche noi, forse, siamo fra quelli che hanno formato un legame con il Sutra del Loto attraverso i sedici principi, figli del Grande Budda Saggezza Universale.

              Secondo T’ien-t’ai e Miao-lo, le persone che formarono un legame con il Sutra del Loto attraverso i sedici figli principi corrispondono a coloro che raggiungono lo stadio di udire il nome e le parole della verità o lo stadio della percezione e dell’azione. Le persone che raggiungono lo stadio di udire il nome e le parole della verità o lo stadio della percezione e dell’azione hanno compreso il significato della dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, hanno svolto le dieci meditazioni e hanno colto pienamente il significato del Sutra del Loto. Inoltre, le persone che gioiscono anche solo per un momento udendo il Sutra del Loto e quelle che gioiscono quando le parole del Sutra del Loto vengono loro trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone2, secondo l’interpretazione di T’ien-t’ai e Miao-lo, sono uguali a quelle dello stadio iniziale di provare gioia, il primo dei cinque stadi della pratica svolti da coloro che hanno raggiunto lo stadio della percezione e dell’azione. In altre parole, non sono affatto individui che hanno solo la comprensione superficiale delle persone comuni.

                Ma che dire allora di noi, persone di quest’ultima epoca, che hanno formato un legame con il Sutra del Loto attraverso non più di una singola parola o frase, e che non hanno alcuna comprensione del sutra nella sua interezza? Come possiamo sperare di sfuggire alla trasmigrazione attraverso illimitati kalpa, numerosi come le sabbie di innumerevoli mondi? Per noi, i princìpi sono assai profondi e la comprensione è minima. Cioè, gli insegnamenti del sutra sono estremamente profondi e le nostre capacità, in verità, sono troppo superficiali.

                  È molto meglio, dunque, recitare semplicemente il nome di Amida e, quando nella prossima vita rinasceremo nella sua Pura Terra di Perfetta Beatitudine a ovest, dove potremo acquisire una comprensione della non nascita e non estinzione di tutti i fenomeni e raggiungere lo stadio di non regressione, e quando là udremo predicare il Sutra del Loto dal Tathagata Amida e dai bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e Grande Potere, allora potremo ottenere la completa illuminazione. Perché, secondo il voto originale formulato da Amida, che le persone siano sapienti o non lo siano, che siano buone o cattive, che siano osservanti dei precetti o no, se esse recitano anche solo una volta il suo nome, quando saranno sul letto di morte il Tathagata Amida, in accordo con il suo voto originale, verrà immancabilmente ad accoglierli nella sua Pura Terra.

                    Dunque, quando la gente di questo mondo attuale lascia i legami che ha formato con il Sutra del Loto e si adopera invece per rinascere nella Pura Terra, sembrerebbe che lo faccia nella speranza di sfuggire alla trasmigrazione attraverso illimitati kalpa, numerosi come le sabbie di un milione o un migliaio di mondi, e di acquisire rapidamente una piena comprensione del Sutra del Loto.

                      Se le persone che non hanno le capacità fondamentali per capire il Sutra del Loto dedicano comunque a esso il tempo a loro disposizione in questo mondo impuro, senza mai recitare una sola volta il Nembutsu, o il nome di Amida, scopriranno soltanto quanto sia difficile ottenere l’illuminazione attraverso il Sutra del Loto e non stabiliranno alcuna causa che li conduca a rinascere nella terra di Perfetta Beatitudine. Non avranno ottenuto né un obiettivo né l’altro; in questo senso non andrebbero forse chiamate persone prive di reale comprensione del Sutra del Loto?

                        Inoltre, da ciò che hai appena detto sembrerebbe che, se qualcuno forma un legame, anche superficiale, con il Sutra del Loto, almeno non cadrà nei tre cattivi sentieri dell’esistenza. Ma ciò non garantisce che sfuggirà alla rinascita nei sei sentieri dell’esistenza. Secondo la dottrina Nembutsu invece, anche se qualcuno non ha una chiara comprensione dei princìpi, se recita il nome di Amida rinascerà nella Pura Terra. Da ciò non sembrerebbe allora che la recitazione del nome di Amida sia ben più efficace della fede nel Sutra del Loto?

                          Risposta: Hai esposto il problema molto bene e, dato che le informazioni in tuo possesso provengono da una persona di sapienza, sono senza dubbio abbastanza affidabili. Ma, se hai riferito fedelmente le parole del sapiente, sorgono alcune domande. Tu dici che, secondo l’interpretazione di T’ien-t’ai e Miao-lo, le persone che hanno formato un legame con il Sutra del Loto attraverso i figli del Budda Grande Saggezza Universale in genere sono persone allo stadio di udire il nome e le parole della verità o allo stadio della percezione e dell’azione. Ma sarebbe più preciso dire che hanno raggiunto lo stadio di udire il nome e le parole della verità. Inoltre, sono persone che hanno abbandonato una grande dottrina per scegliere dottrine inferiori, cioè sono quelle che hanno scartato il Sutra del Loto per rivolgere la loro fede agli insegnamenti provvisori. Ma, in seguito, si vedrà che sono cadute nei cattivi sentieri dell’esistenza perché hanno offeso il Sutra del Loto e lo hanno messo da parte. Anche se qualcuno può aver compreso il significato del Sutra del Loto, se offende la Legge, continuerà a trasmigrare nei cattivi sentieri dell’esistenza per tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi o quante le sabbie di innumerevoli mondi.

                            Inoltre tu dici che le persone che hanno gioito quando le parole del Sutra del Loto sono state loro trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone, e quelle che hanno gioito anche solo per un momento udendo il Sutra del Loto, sono uguali a quelle allo stadio iniziale di provare gioia, il primo dei cinque stadi della pratica svolti da coloro che hanno raggiunto lo stadio della percezione e dell’azione. Stai forse dicendo che quando noi, persone di quest’ultima epoca, proviamo gioia udendo il Sutra del Loto, non possiamo essere annoverate fra quelle che “gioiscono anche solo per un momento udendo il Sutra del Loto”? Tu dici che, secondo l’interpretazione di T’ien-t’ai e Miao-lo, le persone che gioiscono udendo il Sutra del Loto sono uguali a quelle del primo dei cinque stadi della pratica svolti da coloro che sono allo stadio della percezione e dell’azione. Stai dicendo allora che le loro altre interpretazioni che equiparano queste persone a quelle allo stadio di udire il nome e le parole della verità andrebbero semplicemente accantonate?

                              Per riassumere, dopo aver esaminato nei dettagli la tua dissertazione sulla dottrina, temo di dover dire che essa costituisce un’offesa alla Legge. Perché, nel dichiarare che il Sutra del Loto non è adatto alle capacità delle persone dell’ultima epoca, come noi, in realtà stai dicendo che, per quanto riguarda tutte le persone che vivono nell’ultima epoca, fintanto che rimangono in questo mondo impuro, è inutile che pratichino gli insegnamenti del Sutra del Loto. Se è così, ci saranno allora, fra tutte le persone di quest’ultima epoca, quelle che hanno già riposto fede nel Sutra del Loto e che però, udendo le tue parole, immediatamente lo scarteranno. E ce ne saranno altre che non hanno ancora iniziato a praticare il Sutra del Loto, ma hanno pensato di farlo, e che adesso abbandoneranno l’idea. Inoltre, se induci le persone a smettere di provare gioia udendo il Sutra del Loto, anche questa sarà un’offesa alla Legge. E se tutte le persone di fatto offenderanno la Legge, allora, per quanto diligentemente possano recitare il Nembutsu, non potranno mai ottenere la rinascita nella Pura Terra.

                                Inoltre tu dici che recitando il nome di Amida si può ottenere la rinascita nella sua terra di Perfetta Beatitudine. Ma quali sutra o quali passi di trattati o commentari puoi addurre per sostenere un’idea simile? Devi avere qualche passo molto convincente delle sacre scritture che puoi portare come prova. Altrimenti la dottrina che hai descritto non è degna di fede.

                                  Come ho affermato in precedenza le persone che ripongono fede nel Sutra del Loto, anche se possono non aver compreso chiaramente il sutra, riusciranno comunque a sfuggire ai tre cattivi sentieri dell’esistenza. Per quanto riguarda l’emancipazione dai sei sentieri dell’esistenza, questo può essere difficile per certe persone di poca comprensione. Ma se, per aver incontrato un cattivo amico, si facessero convincere a smettere di provare gioia udendo il Sutra del Loto, allora il sutra non potrà in alcun modo salvarle.

                                    Domanda: Sono molto sorpreso nel sentirti dire questo perché il sapiente con cui ho parlato insisteva che il Sutra del Loto non è adatto alle capacità della gente comune di quest’ultima epoca, e io supponevo che ciò fosse vero. Ma adesso, se si dovesse dar retta a ciò che dici, sembrerebbe che, pur recitando il nome di Amida, se qualcuno è colpevole di aver indotto gli altri a non credere nel Sutra del Loto, non potrà sperare di ottenere la rinascita nella Pura terra e inoltre cadrà nei cattivi sentieri dell’esistenza. È veramente una cosa molto grave.

                                      Inoltre, tu dici che le persone che formarono un legame con il Sutra del Loto attraverso i figli del Budda Grande Saggezza Universale continuarono a trasmigrare nei sei sentieri dell’esistenza perché avevano offeso la Legge. Ma dici anche che esse si trovavano a quello stadio di comprensione superficiale chiamato stadio di udire il nome e le parole della verità. E dici che, coloro i quali gioiscono anche solo per un momento udendo il Sutra del Loto, e coloro che gioiscono quando le parole del Sutra del Loto vengono loro trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone, sono allo stadio di udire il nome e le parole della verità o a quello della percezione e dell’azione. In quale passo dei commentari si trova questa interpretazione? Vorrei conoscere il riferimento esatto.

                                        Inoltre dici che le persone che hanno poca comprensione delle dottrine del Sutra del Loto, ma che ripongono fede nel sutra, a meno che non vengano persuase da cattivi amici a mettere da parte il Sutra del Loto per diventare fedeli agli insegnamenti provvisori, non cadranno nei cattivi sentieri per effetto del cattivo karma creato con altre colpe mondane. Che prova puoi addurre di una simile asserzione?

                                          Infine, chiedi che passo si possa citare per sostenere l’asserzione che le persone ignoranti che recitano il Nembutsu possono ottenere la rinascita nella Pura Terra, anche se sono sicuro che lo sai già, e la tua domanda è puramente retorica. I tre sutra della Pura terra, il Sutra in Due volumi e gli altri, e i commentari sui sutra del Reverendo Shan-tao e di altri spiegano tutto molto chiaramente. Perché dovrebbero sussistere altri dubbi in proposito?

                                            Risposta: Le persone che formarono un legame con il Sutra del Loto attraverso i figli del Budda Grande Saggezza Universale offesero la Legge perché abbandonarono la grande dottrina per dottrine inferiori, ed erano allo stadio di udire il nome e le parole della verità. Questa non è solo una mia opinione. Il Gran Maestro T’ien-t’ai, nel volume tre di Parole e frasi del Sutra del Loto, afferma: «Anche se udirono predicare la Legge, non l’avevano ancora compresa. Nelle epoche successive incontrarono i loro maestri, ma perfino [quando il Budda Shakyamuni apparve nel mondo], rimasero allo stato di ascoltatori della voce. Queste sono le persone che formarono un legame con il Sutra del Loto al tempo dei figli del Budda Grande Saggezza Universale». E il Gran Maestro Miao-lo, spiegando questo passo, afferma nel volume tre di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”: «Non avevano ancora acceduto ai cinque stadi della pratica [svolti da quelli allo stadio della percezione e dell’azione] e sono conosciuti solo come quelli che avevano formato un legame con il Sutra del Loto». Il passo significa che coloro che formarono un legame con il Sutra del Loto al tempo dei figli del Budda Grande Saggezza Universale sono allo stadio di udire il nome e le parole della verità.

                                              Inoltre, nel volume sei di Il significato profondo del Sutra del Loto, il Gran Maestro T’ien-t’ai dice di queste persone che formarono un legame con il Sutra del Loto a quel tempo: «Ma, sia coloro che ebbero fede, sia coloro che offesero la Legge, sono in grado di ottenere l’illuminazione, proprio come chi cade al suolo può usare il suolo per riuscire a rialzarsi. È come il caso del monaco Intento Superiore che, pur avendo offeso il monaco Radice di Gioia, comunque riuscì sicuramente in seguito a ottenere la salvezza». Questo passo significa che le persone che formarono un legame con il Sutra del Loto al tempo dei figli del Budda Grande Saggezza Universale dovettero attendere per tanti kalpa quanti i granelli di polvere di un sistema maggiore di mondi perché avevano offeso la Legge. Erano paragonabili al monaco Intento Superiore che offese il monaco Radice di Gioia.

                                                Riguardo alle persone che gioirono quando le parole del Sutra del Loto furono loro trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone, un’interpretazione sostiene che avessero raggiunto lo stadio iniziale del provare gioia, il primo dei cinque stadi della pratica svolti da coloro che si trovano allo stadio della percezione e dell’azione. Secondo un’altra interpretazione invece avevano raggiunto soltanto lo stadio precedente a questo, lo stadio di udire il nome e le parole della verità. Il volume dieci di Su “Parole e frasi del Sutra del Loto” afferma: «Coloro che erano presenti all’assemblea e udirono il Sutra del Loto devono appartenere allo stadio iniziale del provare gioia, il primo dei cinque stadi della pratica. Ma coloro che gioiscono udendo le parole del Sutra del Loto trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone appartengono immancabilmente allo stadio precedente a questo». Il significato di questo passo è che i primi che udirono la predicazione del Sutra del Loto nell’assemblea appartengono senza alcun dubbio allo stadio iniziale del provare gioia, il primo dei cinque stadi, mentre coloro che udirono le parole del sutra trasmesse attraverso la successione di cinquanta persone appartengono allo stadio che precede quello iniziale del provare gioia, cioè quello di udire il nome e le parole della verità.

                                                  Riguardo alle persone che svolgono le cinque pratiche menzionate nel capitolo “Maestro della Legge” del Sutra del Loto, quelli che ne svolgono quattro e cioè, abbracciare, leggere, recitare e copiare il Sutra del Loto, sono persone che praticano per il proprio beneficio personale. Dei nove tipi di persone descritte nel Sutra del Nirvana i primi quattro tipi sono persone che non hanno una reale comprensione degli insegnamenti. Coloro che svolgono la quinta delle cinque pratiche elencate nel capitolo “Maestro della Legge”, cioè coloro che predicano il Sutra del Loto, sono persone che praticano per il beneficio degli altri. Gli ultimi cinque dei nove tipi del Sutra del Nirvana sono persone che hanno una comprensione degli insegnamenti. Il volume dieci di Su “Parole e frasi del Sutra del Loto”, parlando di coloro che svolgono le cinque pratiche elencate nel capitolo “Maestro della Legge” dice: «Essi non sono ancora completamente entrati nei cinque stadi della pratica [che appartengono allo stadio della percezione e dell’azione]». E dice inoltre: «Essi non vanno considerati del tutto allo stadio dei comuni praticanti»3. Secondo questi passi, anche se le persone che svolgono le cinque pratiche elencate nel capitolo “Maestro della Legge” potrebbero essere interpretate come coloro che svolgono i cinque stadi della pratica che appartengono allo stadio della percezione e dell’azione, esse potrebbero essere interpretate anche come esseri dello stadio precedente, lo stadio di udire il nome e le parole della verità. Stando alle interpretazioni contenute in questi passi, quando le persone comuni allo stadio di udire il nome e le parole della verità, che non hanno alcuna reale comprensione degli insegnamenti, provano gioia udendo il Sutra del Loto, godranno degli stessi benefici di coloro che gioiscono anche solo per un momento udendo solo un verso o una frase del sutra, e di coloro che gioiscono udendo le parole del Sutra del Loto trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone.

                                                    Il cattivo karma a cui vanno incontro le persone che non hanno fede nel Sutra del Loto e invece offendono la Legge è descritto dettagliatamente nel capitolo “Parabola e similitudine”, e la colpa commessa da coloro che offendono chi sostiene il Sutra del Loto è descritta nel capitolo “Maestro della Legge”. I benefici ottenuti da coloro che hanno fede nel sutra sono descritti nei capitoli “Distinzioni dei benefici” e “I benefici di chi risponde con gioia”. Offendere la Legge significa voltare le spalle alla Legge, e provare gioia per il sutra significa seguire e rispettare la Legge. Coloro che, pur non avendo una profonda comprensione del significato del Sutra del Loto, dichiarano anche solo per un momento che il sutra è degno di venerazione, stanno voltando le spalle ai suoi insegnamenti, oppure li stanno seguendo e rispettando? Non ti pare che il sutra descriva esaurientemente i benefici che ottengono le persone ignoranti di quest’ultima epoca che fanno con gioia anche solo una piccola offerta al sutra?

                                                      Inoltre, certi maestri di altre scuole buddiste si riferiscono alle descrizioni nel Sutra del Loto dei bambini che per gioco [accumulano sabbia per farne una torre al Budda]4 o delle persone che gioiscono all’udire un solo verso o frase del sutra, o all’udirne le parole riferite attraverso una successione di cinquanta persone, dicendo che in realtà sono azioni che possono compiere i santi dalle capacità superiori di cui si parla nei sutra predicati prima del Loto. Ma i passi appena citati dai commentari di T’ien-ta’i e Miao-lo dimostrano che tale interpretazione è un’offesa alla Legge. Quando quei maestri propongono una interpretazione simile, dicendo che le persone che svolgevano quelle azioni dimostravano capacità superiori, stanno ingannando le persone comuni di quest’ultima epoca, già di per sé inclini a creare cattivo karma. E così facendo, non stanno forse contravvenendo all’obiettivo stesso che dichiarano [cioè salvare queste persone comuni]?

                                                        Per questa ragione il Gran Maestro Miao-lo, parlando delle persone che gioiscono all’udire le parole del sutra trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone, afferma: «Probabilmente le persone si sbagliano su tale questione perché non comprendono quanto sia grande il beneficio che anche un principiante [nella pratica del Sutra del Loto] può ottenere. Esse ritengono che il beneficio sia riservato a chi è più avanzato nella pratica e disprezzano gli sforzi dei principianti. Perciò, il sutra qui dimostra il suo potere rivelando che la pratica è superficiale, ma il beneficio che ne risulta è assai profondo»5.Questo passo significa che il Budda temeva che chi non avesse capito correttamente il Sutra del Loto dicesse che era stato predicato unicamente per le persone sapienti e particolarmente abili e diligenti nella loro pratica religiosa, persone dalle capacità e dalla comprensione superiori. Perciò spiegò chiaramente che le persone ignoranti di quest’ultima epoca, quelle di capacità e comprensione inferiori, con il semplice atto superficiale di gioire all’udire il Sutra del Loto, potevano acquistare benefici maggiori di quelli dei grandi uomini e dei santi dalle capacità superiori che avevano praticato gli insegnamenti esposti nei sutra dei precedenti quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda. Così, egli descrisse i benefici che riceve chi prova gioia all’udire le parole del sutra trasmesse attraverso una successione di cinquanta persone.

                                                          Perciò, T’ien-t’ai nel suo commentario classifica i credenti in ordine ascendente come seguaci degli insegnamenti non buddisti, credenti hinayana, e persone che seguono il Mahayana provvisorio, sottolineando che i benefici di cui gode il gruppo inferiore dei credenti del Sutra del Loto sono maggiori di quelli di qualsiasi altro gruppo. L’asceta Agastya si versò in un orecchio le acque del fiume Gange e le tenne per dodici anni; l’asceta Jinu bevve il grande mare, prosciugandolo in un solo giorno.6 Ma questi asceti degli insegnamenti non buddisti, con i loro poteri sovrannaturali, erano cento, mille, diecimila volte inferiori alle persone dei tre stadi di merito degli insegnamenti hinayana, esposti nei sutra Agama, che erano allo stadio di persone comuni7 prive di qualsiasi potere sovrannaturale. Allo stesso modo Shariputra, Maudgalyayana e gli altri seguaci hinayana che avevano acquisito le tre facoltà conoscitive e i sei poteri sovrannaturali erano cento, mille, diecimila volte inferiori a quelle persone comuni che praticavano anche un solo verso o frase di sutra mahayana come quelli della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi o della Saggezza, anche se non avevano ancora sradicato le tre categorie di illusione e non possedevano alcun potere sovrannaturale. E i grandi bodhisattva che praticano gli insegnamenti dei sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi o della Saggezza così accuratamente da aver raggiunto lo stadio di illuminazione quasi perfetta sono cento, mille, diecimila volte inferiori alle persone comuni di quest’ultima epoca che hanno creato un legame anche minimo con il Sutra del Loto, anche se non hanno ancora sradicato le tre categorie di illusione e hanno commesso ogni sorta di azioni malvagie. Tutto ciò è scritto chiaramente nei commentari del Gran Maestro T’ien-ta’i.

                                                            Ma oggigiorno ci sono seguaci del Nembutsu e di altre scuole che non prendono fede nel vero insegnamento, affermando che le loro capacità sono adatte agli insegnamenti provvisori. Si dovrebbero vergognare, come fecero i seguaci dei due veicoli quando il Budda predicò i sutra Corretti ed equi e della Saggezza, ma non dimostrano alcuna vergogna. Anzi, fanno di peggio: ove ci siano preti o laici che recitano semplicemente il capitolo “Percettore dei Suoni del Mondo” del Sutra del Loto o la parte in versi del capitolo “Durata della vita”, oppure che, animati da pietà filiale, cercano di recare beneficio ai loro genitori trascorrendo un giorno a copiare il sutra, cercano di ostacolarli dicendo: «Il Reverendo Shan-tao afferma che mescolare la devozione al Sutra del Loto con il Nembutsu è una forma di pratica diversa. E dice anche che su cento persone che svolgono tali pratiche solo una o due potrà ottenere la salvezza, o su mille solo tre o cinque raramente otterranno la salvezza, e forse neanche una su mille sarà tanto fortunata». E l’Onorevole Honen, di cui si dice che sia il primo in saggezza, giunge a paragonare i seguaci del Sutra del Loto a persone che indossano i sandali del loro nonno o a una banda di ladri. I maestri e i discepoli della scuola Nembutsu che fanno tali affermazioni stanno attirando su di sé le fiamme dell’inferno Avichi.

                                                              Domanda: Tu parli di queste persone del mondo attuale che cercano di mettere gli altri contro il Sutra del Loto; posso chiederti che forma assumono e che linguaggio usano? Sembrano veramente spaventosi.

                                                                Risposta: Prima mi riferivi che “un certo sapiente” ti aveva parlato. Questo è esattamente il tipo di parole che usa un cattivo amico che spera di mettere gli altri contro il Sutra del Loto. In quest’ultima epoca coloro che distruggono il Sutra del Loto sono quelli che in cuor loro credono di aver capito tutti i sacri insegnamenti predicati dal Budda Shakyamuni nel corso della sua vita e che invece non sanno distinguere fra sutra provvisori e vero sutra. Si muniscono delle tre vesti del monaco e dell’unica ciotola per l’elemosina, magari si ritirano in luogo solitario e tranquillo, e forse la gente le considera persone di straordinaria saggezza. Vogliono essere famosi per la loro profonda comprensione del Sutra del Loto ed essere riveriti da preti e laici come se fossero arhat che hanno acquisito le tre facoltà conoscitive e i sei poteri sovrannaturali, eppure, come si capisce dal sutra stesso, stanno distruggendo il Sutra del Loto.

                                                                  Domanda: Che prove hai per sostenere le tue affermazioni?

                                                                    Risposta: Il capitolo “Esortazione alla devozione” del Sutra del Loto afferma: «Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni, ma noi sopporteremo tutte queste offese»8. Il Gran Maestro Miao-lo commenta così questo passo: «La prima parte tratta delle persone che nutrono idee errate; essa riguarda [l’arroganza e la presunzione de] i laici»9. Questo passo indica che gli uomini e le donne della comunità laica, ingannati dai monaci che seguono gli insegnamenti provvisori, si opporranno ai devoti del Sutra del Loto.

                                                                      Il passo del capitolo “Esortazione alla devozione” continua così: «In quell’epoca malvagia ci saranno monaci di saggezza perversa, adulatori e sleali, che pretenderanno di aver conseguito ciò che non hanno conseguito, che saranno arroganti e presuntuosi». Il Gran Maestro Miao-lo commenta così: «La seconda parte spiega l’arroganza e la presunzione del clero buddista»10. In questa parte si spiega che, nell’epoca malvagia dell’Ultimo giorno della Legge, i vari monaci che seguono gli insegnamenti provvisori nutriranno pensieri arroganti, credendo di essere gli unici ad aver compreso davvero la Legge, e si comporteranno come nemici di coloro che praticano il Sutra del Loto.

                                                                        Il passo del sutra prosegue: «Oppure vi saranno monaci che vivono nelle foreste, eremiti vestiti di stracci rattoppati, che pretenderanno di praticare la vera via e guarderanno con disprezzo il genere umano. Avidi di vantaggi materiali e sostegni, predicheranno la Legge ai laici vestiti di abiti bianchi e saranno rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali. Questi uomini con intenti maligni, costantemente preoccupati delle questioni mondane, usurperanno il nome di eremiti delle foreste e godranno nel denunciare le nostre mancanze lanciando accuse come queste: “Questi monaci sono avidi di vantaggi e sostegni e perciò predicano dottrine non buddiste, compilano scritture apocrife per ingannare la gente del mondo. Sperando di guadagnarsi fama e onori essi operano distinzioni quando predicano questo sutra”. Cercando costantemente di diffamarci nelle grandi assemblee, si rivolgeranno ai sovrani, agli alti dignitari, ai brahmani e ai capifamiglia, come pure agli altri monaci, calunniandoci e parlando male di noi; diranno: “Questi sono uomini dalle visioni distorte che predicano dottrine non buddiste!”». Il Gran Maestro Miao-lo commenta in proposito: «La terza parte riguarda l’arroganza e la presunzione di coloro che fingono di essere santi»11. Il significato di questi passi del sutra e dei relativi commenti di Miao-lo è il seguente. Nell’epoca malvagia ci saranno molti monaci che si muniranno delle tre vesti e dell’unica ciotola per l’elemosina e vivranno in un luogo solitario e tranquillo, comportandosi come Mahakashyapa e gli altri arhat che hanno acquisito le tre facoltà conoscitive e i sei poteri sovrannaturali, rispettati e riveriti dai credenti laici. Quando dicono una parola sulla dottrina, sembra che si tratti di un’aurea parola pronunciata dal Tathagata stesso. Questi monaci parlano in maniera offensiva di coloro che praticano il Sutra del Loto, e, nel tentativo di annientarli, si rivolgono ai sovrani e agli alti dignitari dicendo: «Questi sono uomini dalle visioni distorte e le loro dottrine sono di natura errata!».

                                                                          Riguardo a questi tre tipi di persone, le offese del primo gruppo, cioè i credenti laici, sono già più sopportabili di quello del secondo gruppo, i monaci dalla saggezza perversa. E le offese di questi monaci non sono malvagie quanto quelle del terzo gruppo, i monaci che vivono nelle foreste, ricoperti delle loro vesti, che sono i peggiori di tutti.

                                                                            Nel mondo di oggi questi tre tipi di persone sono rappresentate da quei preti che aderiscono al testo scritto degli insegnamenti provvisori, o da quei preti che hanno poca comprensione e praticano unicamente lo Zen, credendo all’affermazione contenuta in vari sutra e trattati che la verità va oltre il potere di descrizione delle parole, o da quei laici che si fidano di simili preti. Queste persone non capiscono la distinzione fra gli insegnamenti contenuti nei sutra predicati dal Budda nei primi quarant’anni e più e l’insegnamento del Sutra del Loto, cioè tra gli insegnamenti provvisori e il vero insegnamento. Così, quando leggono nei sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi o della Saggezza che «la mente, il Budda e tutti gli esseri viventi» sono la stessa cosa12, o che «la mente stessa è il Budda»13 e che essi andranno immediatamente nelle pure terre delle dieci direzioni o della regione occidentale14, e poi leggono nel Sutra del Loto del «vero aspetto di tutti i fenomeni»15 o che essi andranno immediatamente nelle pure terre delle dieci direzioni o della regione occidentale16, non capiscono che, anche se le parole sembrano le stesse, il significato è molto diverso. Oppure, leggendo nei sutra e nei commentari che la verità è al di là del potere di descrizione delle parole e al di là della capacità di immaginazione della mente, ne deducono che la verità o illuminazione del Tathagata non sia rivelata in alcuno dei sacri insegnamenti della vita del Budda, e così si abbandonano a credenze errate. Di conseguenza i demoni malvagi prendono possesso di questi tre tipi di persone e le inducono a far del male alla gente di quest’ultima epoca e a portare il paese alla rovina.

                                                                              Per questo il capitolo “Esortazione alla devozione” recita: «In un kalpa turbolento, in un’epoca malvagia, saranno molte le cose di cui avere paura. Demoni malvagi si impossesseranno di altre persone per farci maledire, ingiuriare, coprire di disonore […] [I monaci corrotti di quell’epoca turbolenta], non comprendendo gli espedienti usati dal Budda per predicare la Legge nel modo più appropriato…»17. Questo passo significa che, in quell’epoca turbolenta e malvagia, i monaci non comprenderanno che gli insegnamenti in cui ripongono fede sono solo espedienti predicati dal Budda in accordo con ciò che è più appropriato. Così, quando appaiono persone che sanno distinguere tra gli insegnamenti provvisori e il vero insegnamento, questi monaci le ingiuriano e cercano di refutarne le argomentazioni. E tutto perché demoni malvagi si sono impossessati di loro, anche se essi non ne sono consapevoli.

                                                                                Quindi, ciò che le persone ignoranti di quest’ultima epoca dovrebbero temere più di ogni altra cosa non sono le spade e i bastoni, o le tigri e i lupi, o le persone che commettono le dieci azioni malvagie e i cinque peccati capitali, ma piuttosto quei monaci con le tre vesti e l’unica ciotola per le elemosine, quei praticanti ottenebrati dello Zen, e i laici che rispettano i monaci che seguono gli insegnamenti provvisori e odiano quelli che praticano il vero insegnamento.

                                                                                  Perciò, il ventiduesimo volume del Sutra del Nirvana afferma: «Non abbiate paura di elefanti impazziti. Abbiate paura dei cattivi compagni! Perché? Perché un elefante impazzito può distruggere il vostro corpo, ma non distrugge la vostra mente, mentre un cattivo compagno può distruggere il corpo e la mente. […] Se sarete uccisi da un elefante impazzito non cadrete nei tre cattivi sentieri, ma se sarete uccisi da un cattivo compagno, senza dubbio vi cadrete».

                                                                                    Riguardo al significato di questo passo, il Gran Maestro Chang-an dice: «Gli elefanti impazziti fanno solo del male, non suscitano il male nella mente delle persone. Ma i cattivi amici usano le lusinghe, l’inganno, l’adulazione, i discorsi abili uniti a maniere affabili, per indurre gli altri a commettere il male. E inducendoli a fare il male distruggono la mente buona che c’è in loro. Distruggere la mente buona significa uccidere la persona, cioè, farla cadere nell’inferno»18.

                                                                                      Questo passo del commentario significa che i cattivi amici usano lusinghe, inganno, adulazione e abili discorsi per tenere sotto controllo la mente delle persone ignoranti, distruggendo così la mente buona che è in loro. E il passo del Sutra del Nirvana vuole ammonirci che le persone che offendono la Legge, e sono icchantika, sono più temibili di coloro che commettono le dieci azioni malvagie e i cinque peccati capitali. Il termine “icchantika” indica coloro che parlano male dei sutra del Loto e del Nirvana.

                                                                                        I seguaci Nembutsu del mondo attuale pretendono di conoscere profondamente il Sutra del Loto, citano varie cause e condizioni e impiegano similitudini per interpretarlo, sperando di far credere agli altri che essi conoscono il vero significato del sutra. Allora dicono: «Ma questo sutra in realtà è così meraviglioso che va oltre la capacità di comprensione profonda di noi persone ignoranti di questa ultima epoca». Oppure dicono: «Archi robusti e pesanti armature sono inutili per un pusillanime». E i preti e i credenti laici, che mancano di saggezza nelle questioni che riguardano gli insegnamenti buddisti, sentendo queste parole credono che siano vere. Così cambiano e diventano fedeli agli insegnamenti provvisori che non li condurranno mai al conseguimento della Buddità. Anche se avevano formato un minimo legame con il Sutra del Loto, volgono la mente altrove e, quando vedono altri praticare gli insegnamenti del Sutra del Loto, non rispondono con gioia e quindi, sia i maestri sia i loro discepoli, continuano a offendere la Legge.

                                                                                          Così tutto il paese si riempie di questi denigratori della Legge. Quando le persone celebrano servizi funebri buddisti facendo offerte al Sutra del Loto e dicendo preghiere per il morto, questi preti fuorviati che praticano il Nembutsu e offendono la Legge arrivano con i loro proclami su come il Sutra del Loto non sia adatto alle capacità delle persone di quest’ultima epoca. E le persone che partecipano alla cerimonia ci credono e fanno cose che rendono soltanto più dolorosa la rinascita nell’inferno del genitore morto o della moglie, del fratello o della sorella per il cui benessere stanno pregando; così la prole devota che stava tenendo la cerimonia funebre diventa prole priva di devozione filiale, che sta offendendo la Legge. Chi presta ascolto alle dichiarazioni di questi maestri e risponde con gioia alle loro dottrine errate diventa un seguace del demone. All’apparenza il popolo in tutto il Giappone sembra praticare l’insegnamento del Budda, ma in realtà non sta affatto praticando l’insegnamento del Budda.

                                                                                            A tratti forse capita che appaia un sapiente che comprende l’insegnamento del Budda, ma la gente lo abbandona e le divinità benevolenti che proteggono e difendono il paese, non potendo più assaporare il gusto della Legge, perdono il loro potere e splendore e cessano di recare benefici agli esseri viventi. Così lasciano il paese per andare in altre terre. Allora i demoni malvagi approfittano dell’occasione e prendono il loro posto in tutto il paese, facendo tremare la terra e soffiare venti avversi, portando lutto e dolore all’intero regno e causando danni ai cinque cereali19. Si verificano così carestie e siccità e i demoni si impossessano dei cinque organi di senso delle persone, estirpandone lo spirito vitale; in tal modo scoppiano le epidemie. Tutti gli abitanti perdono la loro mente buona e molti cadono nei cattivi sentieri. E tutto ciò si verifica perché le persone ripongono fede negli insegnamenti di cattivi amici.

                                                                                              Il Sutra dei Re benevolenti afferma: «Monaci malvagi, sperando di ottenere fama e profitto, spesso compariranno davanti al sovrano, all’erede al trono e agli altri principi, arrogandosi il compito di predicare dottrine che condurranno alla violazione della Legge buddista e alla distruzione del paese. Il sovrano, non rendendosi conto della verità, li ascolterà e crederà a tali dottrine, emanando disposizioni malvagie e distorte in contrasto con le regole di disciplina buddiste. In tal modo provocherà la distruzione del Buddismo e del paese».

                                                                                                Questo passo spiega che i monaci malvagi andranno davanti al sovrano e agli alti dignitari, apparentemente per consigliarli su come garantire pace e sicurezza al paese, e invece, in realtà, condurranno alla fine il paese alla rovina. Sembrerà che propaghino l’insegnamento del Budda e invece lo distruggeranno. Il sovrano e gli alti dignitari, non comprendendo profondamente la situazione, avranno fede nelle parole di questi monaci malvagi, e così condurranno il paese alla rovina e distruggeranno l’insegnamento del Budda.

                                                                                                  In quel tempo il sole e la luna devieranno dal loro corso regolare, le stagioni saranno confuse, d’estate farà freddo, d’inverno farà caldo, e in autunno soffieranno venti nefasti. Il sole e la luna assumeranno un colore rosso e, pur non essendo il primo o il quindicesimo giorno del mese, ci saranno eclissi di sole o luna, oppure due o tre soli appariranno contemporaneamente. Ci saranno enormi incendi e forti venti, appariranno comete e scoppieranno epidemie e carestia. Per condurre il paese alla rovina e indurre gli altri a cadere nei cattivi sentieri, non c’è niente di peggio del danno che causano i cattivi amici.

                                                                                                    Domanda: Prima ti ho ripetuto le parole che mi disse un sapiente. E, poiché si tratta di qualcosa che influenzerà la mia prossima esistenza, volevo sapere se, a tuo avviso, mi era stato dato un buon consiglio oppure no. Tu hai spiegato che dovrei avere molta paura delle dottrine che mi sono state esposte. Ma le persone come me, che mancano del tutto di comprensione, come fanno ad aver fede nel Sutra del Loto, come fanno a decidere che cosa credere nel profondo del cuore?

                                                                                                      Risposta: Mi sembra che tu non abbia ancora del tutto accettato le parole che ti ho detto. E questo perché, quando mi rivolgo a te, sospetti che il demone celeste Papiyas o qualche altro demone malvagio abbiano preso possesso di me, e che io stia soltanto cercando di confutare le dottrine benefiche che ti erano state insegnate in precedenza. Tu dubiti perché pensi che ogni uomo perspicace sia un sapiente.

                                                                                                        Domanda: Se ho dei dubbi è perché sono ignorante. Ma se dubitassi di ciò che mi dicono le persone sapienti, allora finirei per non credere a niente e vivere invano, non ti pare?

                                                                                                          Risposta: Nelle sue ultime istruzioni prima di morire il Budda disse: «Affidatevi alla Legge e non alla persona»20. Vuol dire che se ciò che una persona dice non concorda con ciò che è esposto nei sutra, non si dovrebbe crederlo, indipendentemente dall’eminenza della persona. E disse anche: «Affidatevi ai sutra che sono completi e definitivi, non a quelli incompleti e non definitivi». Poiché le persone ignoranti e prive di istruzione non possono decidere da sole quali dei sutra esposti dal Budda nella sua vita furono predicati prima e quali dopo, o quali siano superficiali e quali profondi, dovrebbero affidarsi ai sutra che sono completi e definitivi.

                                                                                                            Ma, quando si parla di sutra completi e definitivi e di sutra incompleti e non definitivi, i sutra in questione sono molti. I sutra Agama con i loro insegnamenti hinayana sono incompleti e non definitivi, mentre il Sutra della Ghirlanda di fiori, i sutra Corretti ed equi e della Saggezza, e il Sutra della Meditazione sulla Pura terra sono completi e definitivi. I vari sutra esposti nei primi quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda, paragonati al Sutra del Loto sono incompleti e non definitivi, mentre il Sutra del Loto è completo e definitivo. Se paragoniamo il Sutra del Loto e quello del Nirvana, il Sutra del Loto è completo e definitivo, mentre il Sutra del Nirvana è incompleto e non definitivo. Se paragoniamo il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana, il Sutra di Mahavairochana è incompleto e non definitivo, mentre il Sutra del Loto è completo e definitivo. Perciò, si dovrebbero scartare i sutra esposti nei primi quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda, e il Sutra del Nirvana, e prendere come maestro e guida il Sutra del Loto.

                                                                                                              Considera il Sutra del Loto come il sovrano del paese, il proprio padre e la propria madre, il sole e la luna, il grande mare, il monte Sumeru, il cielo e la terra. E considera invece gli altri sutra come primi ministri, alti dignitari, nobili di corte, o popolani, la moltitudine delle stelle, i fiumi e i ruscelli, le altre montagne, le piante e gli alberi. Noi siamo esseri ignoranti che ­creano cattivo karma in quest’ultima epoca, persone dalle capacità ottuse, incapaci di accettare subito la Legge buddista. Il sovrano del paese ha una maggiore capacità di aiutare gli altri rispetto ai funzionari al suo servizio; un padre e una madre hanno più amore e compassione per i propri figli di quanta ne abbiano semplici estranei. Il sole e la luna illuminano l’oscurità assai meglio della moltitudine delle stelle. Se il Sutra del Loto non è adatto alle capacità degli esseri viventi di quest’ultima epoca, come potrebbero salvarli gli altri sutra?

                                                                                                                Il Tathagata Shakyamuni, il Tathagata Amida, il Tathagata Maestro della Medicina, il Budda Molti Tesori, i bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, Grande Potere, Virtù Universale, Manjushri e, di fatto, tutti i Budda e i bodhisattva sono i nostri compassionevoli padri e madri. E tu dovresti capire che la loro maggiore espressione di compassione, con la quale essi insegnano e convertono gli esseri viventi, è nel Sutra del Loto. E capire che l’arte segreta, che può salvare le persone malvagie, le persone ignoranti, quelle ottuse, le donne, e quelli che non hanno alcuna capacità, non è rivelata in altri sutra. È unicamente per questo che il Sutra del Loto è superiore a tutti gli altri sutra.

                                                                                                                  Eppure gli studiosi di oggi, pur lodando il Sutra del Loto come il migliore di tutti i sutra, insistono che non è adatto alle capacità delle persone di quest’ultima epoca, e tutti ci credono! Persone simili non stanno forse offendendo la Legge? In breve, non dovresti avere niente a che fare con loro, perché, alla fine, anche se il testo del Sutra del Loto si può distruggere, tagliare o strappare, il suo messaggio non potrà mai essere distrutto. E, anche se certuni, per via di colpe mondane da parte dei credenti, possono esortare le persone ad abbandonare il Sutra del Loto, non credo che esse seguiranno il loro consiglio. Devi sapere però che è possibile ingannare le persone e allontanarle dal Sutra del Loto usando le dottrine degli insegnamenti provvisori che, per certi versi, assomigliano a quelle del Sutra del Loto.

                                                                                                                    Domanda: Un sapiente mi ha consigliato dicendo: «Il Budda ha esposto vari sutra nei primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione e ha esposto il Sutra del Loto negli ultimi otto anni della sua vita. Riguardo al conseguimento della Buddità, i sutra precedenti sono chiamati “via difficile da praticare” e il Sutra del Loto “via facile da praticare”. Ma, per quanto riguarda la rinascita in una pura terra, entrambe le categorie dei sutra sono uguali, e cioè sono una via facile da praticare. Recitando e copiando il Sutra del Loto si può ottenere di rinascere in una delle pure terre delle dieci direzioni, o nella terra del Budda Amida. Oppure, seguendo il Sutra della Meditazione o qualcun altro dei primi sutra, e recitando il nome di Amida, si può rinascere nella sua Pura terra. Si può seguire l’uno o l’altro di questi metodi a seconda delle capacità che si possiedono, non c’è bisogno di litigare per questo. Ma la recitazione del nome di Amida sembrerebbe una pratica che chiunque può svolgere facilmente e, di fatto, è molto diffusa in Giappone. È più facile da praticare degli altri metodi che sono legati al Sutra del Loto». Qual è la tua opinione in proposito?

                                                                                                                      Risposta: La dottrina che hai presentato può essere abbastanza corretta e oggigiorno molte persone la considerano ragionevole, ma io ho dei dubbi a riguardo e ho già spiegato perché. La gente comune di quest’ultima epoca non può dipendere da altre persone solo perché sono considerate sapienti. La gente della nostra epoca difficilmente può ambire a paragonarsi ai sapienti dei tempi antichi. Dunque, anche le parole di una persona ritenuta ignorante, se sono sostenute da chiare prove documentarie, costituite da passi dei sutra e dei trattati, sono tutt’altro che da disprezzare.

                                                                                                                        Il Sutra degli Innumerevoli significati fu predicato come introduzione al Sutra del Loto. Perciò attenti calcoli indicano che il Budda espose i vari sutra nei primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione, cominciando a predicare subito dopo aver ottenuto l’illuminazione e continuando fino a quando cominciò a predicare il Sutra degli Innumerevoli Significati sul Picco dell’Aquila dove, come dice [nel Sutra del Loto], «sono sempre vissuto»21. I sutra predicati nel frattempo sono il Sutra della Ghirlanda di fiori, i sutra Agama, quelli Corretti ed equi e quelli della Saggezza. Le dottrine in essi contenute sono rivolte alle persone che seguono i tre o i cinque veicoli. E, riguardo al tempo necessario a ottenere l’illuminazione con questi veicoli, il Sutra degli Innumerevoli significati parla di come il Budda abbia descritto «i molti kalpa di pratica per i bodhisattva». E, riguardo alla distinzione fra sutra predicati in accordo con la mente del Budda e sutra predicati in accordo con la mente degli altri, spiega che i sutra esposti nei primi quarant’anni e più furono predicati in accordo con la mente degli altri. Per quanto riguarda poi questi sutra, predicati nei primi quarant’anni e più, e il Sutra del Loto, spiega che, anche se in entrambi si usano le stesse parole, le dottrine esposte sono differenti; come dice il Sutra degli Innumerevoli significati: «Anche se le parole e le frasi sono le stesse, il significato è ben diverso». È impossibile credere, perciò, che queste due categorie di sutra differiscano sull’argomento del conseguimento della Buddità e siano uguali per quanto riguarda la rinascita in una pura terra.

                                                                                                                          Il Sutra della Ghirlanda di fiori, i sutra Corretti ed equi e quelli della Saggezza, che sono le opere fondamentali e più belle dell’insegnamento mahayana, nelle quali sono esposte le dottrine dell’ottenimento immediato dell’illuminazione e dell’ottenimento graduale, furono tutte predicate in un tempo in cui il Budda “non aveva ancora rivelato la verità”22. E, anche se si dice che questi importanti sutra “non avessero ancora rivelato la verità”, a maggior ragione sarà così anche per i tre sutra della Pura terra, che descrivono le dottrine della rinascita nella terra di Perfetta Beatitudine. Ciò è indicato non solo dai sutra stessi, ma anche dal periodo nel quale furono esposti [i primi quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda].

                                                                                                                            Non c’è dubbio, perciò, che quando i sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi o della Saggezza parlano di rinascita grazie al favore di Amida, si tratta di qualcosa che fu predicato quando il Budda “non aveva ancora rivelato la verità”. Come potrebbe allora tale rinascita grazie al favore di Amida, descritta soltanto nel Sutra della Meditazione, non appartenere alla categoria che il Sutra degli Innumerevoli significati definisce irta di «numerosi ostacoli e prove»? Considerare il processo di rinascita nella terra di Perfetta Beatitudine descritto nel Sutra del Loto, un sutra predicato in accordo con la mente del Budda, identico al processo di rinascita nella terra di Perfetta Beatitudine descritto nel Sutra della Meditazione, un sutra predicato in accordo con la mente degli altri, e chiamarli entrambi vie facili da praticare, affermando inoltre che, fra queste vie facili da praticare, quella descritta nel Sutra della Meditazione, nella quale si ottiene la rinascita recitando il Nembutsu, è una via particolarmente facile da praticare, significa confondere gli insegnamenti provvisori con il vero insegnamento e considerarli uguali, un errore che equivale ad una grave offesa alla Legge. Così come l’acqua si accumula, goccia a goccia, fino a fluire nel grande mare, e la polvere si ammucchia, un granello dopo l’altro, fino a formare un monte Sumeru, così poco a poco l’intero paese si riempie di credenti negli insegnamenti provvisori, perché quelli che credono negli insegnamenti provvisori non progrediscono verso il vero insegnamento, e quelli che credono nel vero insegnamento regrediscono agli insegnamenti provvisori. Come effetto, le persone cesseranno di provare gioia nei loro cuori quando odono il Sutra del Loto. Sarà come se il paese avesse perso il suo sovrano o come se le persone fossero private del proprio spirito. I templi di montagna dedicati al Sutra del Loto e agli insegnamenti della Vera parola cadranno in rovina e gli dèi celesti e le divinità benevolenti, gli dèi draghi e tutti i santi lasceranno il paese e se ne andranno via. Allora i demoni malvagi coglieranno l’opportunità di portare disordine nel paese, soffieranno venti nefasti, i cinque tipi di cereali non matureranno, malattie e pestilenze dilagheranno e la popolazione sarà spazzata via.

                                                                                                                              Fino a sette o otto anni fa, ovunque si sentiva dire, in maniera del tutto irresponsabile, che le pratiche diverse da quella Nembutsu non avrebbero mai condotto alla rinascita nella Pura terra e che, come dichiarò il Reverendo Shan-tao, «neanche una persona su mille»23 poteva essere salvata da tali pratiche. E nel suo Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa, Honen esortò le persone ad abbandonare tali pratiche paragonando chi le seguiva a una banda di ladri.

                                                                                                                                Poi, negli ultimi quattro o cinque anni, è apparso qualcuno che ha predicato una dottrina differente, citando passi dei sutra in cui si dimostra che chi esorta gli altri a recitare il Nembutsu, come afferma Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa, in realtà è colpevole di offesa alla Legge, e che, sia i maestri Nembutsu sia i loro seguaci laici, sono destinati a cadere nell’inferno di incessante sofferenza.

                                                                                                                                  Quando questa dottrina apparve per la prima volta, tutti i credenti Nembutsu mostrarono perplessità ed esclamarono: «Chi sono mai queste persone malvagie, questi eretici che insistono a dire che chi recita il Nembutsu cadrà nell’inferno di incessante sofferenza?». Ma poi cominciarono a capire che dietro quell’affermazione c’era molta saggezza e allora, uno a uno, presero a esaminare più attentamente Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa. E, forse perché alla fine capirono che era davvero un’opera che offende la Legge, rifiutarono come malvagia l’affermazione che «neanche una persona su mille» poteva essere salvata dalle altre pratiche e ciascuno di loro alla fine accettò l’idea che pratiche diverse da quella Nembutsu potevano condurre alla rinascita nella Pura terra. Ma si trattava solo di qualcosa che dicevano a parole, mentre, in cuor loro, continuavano a credere che «neanche una persona su mille» poteva essere salvata da tali pratiche.

                                                                                                                                    I seguaci laici di questi fautori del Nembutsu, poco eruditi nelle questioni dottrinali, non si rendevano conto che i maestri Nembutsu nel profondo del loro cuore stavano offendendo la Legge e, ingannati dalle dichiarazioni che anche le pratiche diverse da quella Nembutsu potevano condurre alla rinascita nella Pura terra, si convinsero che in realtà i seguaci del Nembutsu non stavano offendendo il Sutra del Loto, e che era sbagliato che i sostenitori degli insegnamenti della sacra Via li accusassero di ciò.

                                                                                                                                      Nell’esprimere un’adesione meramente formale alla visione che anche le altre pratiche potevano condurre alla rinascita nella Pura terra, questi sostenitori del Nembutsu stavano offendendo la Legge ancor più gravemente di quelli che dichiaravano apertamente che neanche una persona su mille poteva essere salvata da tali pratiche. Stavano facendo credere agli altri che nella loro dottrina non c’era alcun errore, cercando al tempo stesso di diffondere la loro idea di affidarsi unicamente al Nembutsu. Così facendo stavano di fatto realizzando i piani malvagi del demone celeste.

                                                                                                                                        Domanda: Nella scuola Tendai ci sono persone che affermano che, quando il Gran Maestro T’ien-t’ai esaminò i sutra predicati prima del Sutra del Loto e il sutra stesso, e li pose a confronto, aveva due ragioni per esprimere disapprovazione per le opere precedenti al Sutra del Loto.

                                                                                                                                          La prima era che, riguardo al periodo di predicazione dei sutra, quelli prima del Loto appartenevano ai primi quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda. Paragonati al Sutra del Loto, predicato in seguito, le opere precedenti erano ancora “grezze” mentre il Sutra del Loto era “meraviglioso” e sottile.

                                                                                                                                            Riguardo poi alla classificazione degli insegnamenti, egli disse che alcuni insegnamenti andavano definiti grezzi e altri “meravigliosi”. Quegli elementi dei sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi e della Saggezza che riguardano la dottrina dell’illuminazione immediata, perfetta e rapida erano degni di esser chiamati “meravigliosi”, mentre quegli elementi dei sutra della Ghirlanda di fiori, Corretti ed equi e della Saggezza che riguardano la dottrina e le pratiche delle persone dei tre veicoli, e richiedono molte vite per l’ottenimento dell’illuminazione, furono da lui chiamati i primi tre dei quattro insegnamenti della dottrina, e refutati per la loro natura grezza.

                                                                                                                                              Dunque, sembrerebbe che egli non avesse respinto quegli elementi riguardanti la perfetta immediata e rapida illuminazione contenuti nei sutra precedenti al Loto, ma li avesse considerati della stessa natura delle dottrine di quel tipo contenute nel Sutra del Loto. Qual è la tua opinione in proposito?

                                                                                                                                                Risposta: Non mi sorprende che tu sia perplesso. Si tratta di una questione che è sempre stata oggetto di dispute, sin dai tempi di T’ien-t’ai e Miao-lo. In tutti i sessanta volumi delle tre maggiori opere di T’ien-t’ai e dei vari commentari che riguardano i sutra dei cinque periodi mahayana24 non c’è alcun passo che, relativamente alla classificazione degli insegnamenti stessi, esprima disapprovazione per il perfetto insegnamento esposto nei sutra predicati prima del Sutra del Loto. Ma, relativamente ai periodi in cui furono predicati, i perfetti insegnamenti contenuti nelle opere precedenti al Sutra del Loto sono accomunati tutti in un unico gruppo e vengono rifiutati.

                                                                                                                                                  Riguardo a questo punto in Giappone, sin dai tempi antichi, vi sono stati due punti di vista. Uno deriva dai commentari del Gran Maestro Chisho del tempio Onjo e sostiene che, sia riguardo agli insegnamenti sia al periodo in cui furono predicati, i perfetti insegnamenti delle opere precedenti al Sutra del Loto devono essere rifiutati. L’Enryaku-ji, o ramo della Montagna della scuola Tendai [che si contrappone all’Onjo-ji o ramo del Tempio] però ritiene che essi non vadano rifiutati. Entrambe le parti citano vari passi e commentari a sostegno della loro interpretazione, e portano varie argomentazioni, ma finora la disputa non è giunta ad alcuna conclusione.

                                                                                                                                                    Tuttavia, alla luce dell’interpretazione specifica della nostra linea dottrinale, credo che questi punti di controversia possano essere risolti in maniera abbastanza soddisfacente. Quando il Gran Maestro T’ien-t’ai stabilì la classificazione dei quattro insegnamenti della dottrina, seguì quattro princìpi.

                                                                                                                                                      Primo, stabilì che nei sutra predicati prima del Sutra del Loto si possono trovare tutti i quattro tipi di insegnamento della dottrina. Secondo, paragonò il Sutra del Loto e i sutra predicati prima di esso, e stabilì che l’insegnamento perfetto che si trova nelle opere precedenti al Sutra del Loto appartiene alla stessa categoria dell’insegnamento perfetto del Sutra del Loto, mentre i primi tre dei quattro insegnamenti della dottrina, contenuti nei sutra precedenti al Loto, vanno rifiutati in quanto inferiori.

                                                                                                                                                        Terzo, riclassificò l’insegnamento perfetto esposto nelle opere precedenti al Sutra del Loto, collocandolo nella categoria dell’insegnamento specifico, e rifiutandolo così insieme ai primi tre dei quattro insegnamenti della dottrina. Egli dichiarò che solo l’insegnamento perfetto del Sutra del Loto si poteva chiamare “puro perfetto insegnamento”. Quarto, dichiarò che, anche se l’insegnamento perfetto delle opere precedenti al Sutra del Loto può essere collocato nella stessa categoria dell’insegnamento perfetto del Sutra del Loto, si può considerare uguale solo dal punto di vista del myo comparativo, uno dei due tipi di myo del [perfetto insegnamento del] Sutra del Loto, ma non può essere considerato uguale dal punto di vista del myo assoluto.

                                                                                                                                                          Quando i sessanta volumi delle opere maggiori del Gran Maestro T’ien-t’ai sono considerati alla luce di questi quattro criteri, i dubbi e le difficoltà possono essere risolti in maniera soddisfacente.

                                                                                                                                                            Per quanto riguarda i passi specifici che si possono citare a sostegno di ciascuno di questi punti, per adesso vorrei tenerli segreti, e in verità sarebbe laborioso elencarli tutti in questa sede. Posso aggiungere che è fuori questione che, paragonati all’insegnamento originale del Sutra del Loto, sia il perfetto insegnamento delle opere precedenti al Sutra del Loto, sia l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto vanno considerati inferiori.

                                                                                                                                                              Quando l’insegnamento perfetto delle opere precedenti al Sutra del Loto è collocato nella categoria dell’insegnamento specifico [viene ritenuto “grezzo” perché], secondo la classificazione degli insegnamenti, «i primi tre [dei quattro insegnamenti] sono definiti “grezzi”, mentre l’ultimo è definito “meraviglioso”»25. Quando si usa questo approccio, l’insegnamento perfetto delle opere precedenti al Sutra del Loto è classificato come quello che il Sutra degli Innumerevoli significati chiama un insegnamento che richiede molti kalpa di pratica religiosa per l’ottenimento dell’illuminazione.

                                                                                                                                                                Si osservi inoltre che, nei commentari del Gran Maestro Dengyo, egli assegna gli otto insegnamenti esposti nelle opere precedenti al Sutra del Loto alla categoria degli insegnamenti predicati nei quarant’anni e più in cui il Budda non aveva «ancora rivelato la verità». Egli dichiara che, mentre i primi tre insegnamenti sono indiretti e tortuosi, il perfetto insegnamento delle opere precedenti al Sutra del Loto, paragonato a essi, è una “via diretta”, e il Sutra degli Innumerevoli significati è una “grande e diretta Via”. Per i particolari ti rimando ai suoi scritti.

                                                                                                                                                                  Domanda: Qual è l’oggetto di culto appropriato e quali sono le regole che devono seguire nelle cerimonie e nelle pratiche religiose quotidiane le persone che ripongono fede nel Sutra del Loto?

                                                                                                                                                                    Risposta: Primo, riguardo all’oggetto di culto, si dovrebbero iscrivere gli otto volumi del Sutra del Loto, oppure un unico volume, o un capitolo o semplicemente il daimoku, o titolo, del sutra e farne il proprio oggetto di culto, come indicato nei capitoli del sutra “Maestro della Legge” e “Poteri sovrannaturali”. E le persone che sono in grado di far questo dovrebbero inoltre scrivere i nomi dei Tathagata Shakyamuni e Molti Tesori, o foggiarne le immagini e collocarle alla sinistra e alla destra del Sutra del Loto. E, se fossero in grado di farlo, dovrebbero anche foggiare effigi o iscrivere i nomi dei Budda delle dieci direzioni, del Bodhisattva Virtù Universale e degli altri.

                                                                                                                                                                      Per quanto riguarda le regole da seguire nel culto, si dovrebbe stare sempre seduti o in piedi alla presenza dell’oggetto di culto. Una volta lasciato il luogo di culto, però, si è liberi di camminare, stare fermi, sedersi o sdraiarsi come si desidera.

                                                                                                                                                                        Come pratica quotidiana si dovrebbe recitare il daimoku, Nam-myoho-renge-kyo. Le persone che sono capaci di farlo dovrebbero inoltre recitare un verso o una frase del Sutra del Loto. Come pratica supplementare, se si vuole, si possono lodare il Budda Shakyamuni, il Budda Molti Tesori o i Budda delle dieci direzioni, e i vari bodhisattva o le persone dei due veicoli, gli esseri celesti, le divinità drago, o gli otto tipi di esseri non umani [che proteggono il Buddismo]. Poiché viviamo in un’epoca in cui ci sono molte persone ignoranti, non c’è bisogno che i credenti cerchino subito di praticare la meditazione sui tremila regni in un singolo istante di vita, anche se le persone che lo desiderano dovrebbero imparare questo tipo di meditazione e praticarla.

                                                                                                                                                                          Domanda: Che benefici si ottengono semplicemente recitando il daimoku?

                                                                                                                                                                            Risposta: Il Tathagata Shakyamuni fece la sua apparizione nel mondo perché desiderava predicare il Sutra del Loto. Ma, durante i primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione, egli tenne segreto il titolo del Sutra del Loto. Gli insegnamenti che egli espose dall’età di trent’anni circa, fino a quella di settant’anni e più, erano espedienti per condurre al Sutra del Loto; solo quando ebbe settantadue anni rivelò per la prima volta il daimoku, o titolo, del Sutra del Loto. Così il daimoku del Sutra del Loto è di gran lunga superiore ai titoli di tutti gli altri sutra.

                                                                                                                                                                              Inoltre, nei due caratteri di myoho del daimoku è contenuto il cuore del Sutra del Loto, e cioè la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita esposta nel capitolo “Espedienti” e la dottrina dell’ottenimento dell’illuminazione da parte del Budda nel remoto passato esposta nel capitolo “Durata della vita”.

                                                                                                                                                                                Quando il Gran Maestro T’ien-t’ai predicò Significato profondo, in dieci volumi, dedicò il primo volume a una discussione generale del significato dei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Dal secondo al settimo volume presentò una descrizione dettagliata dell’unico carattere myo e nell’ottavo e nel nono volume interpretò i tre caratteri ho, ren e ge. Nel decimo volume spiegò il carattere kyo, sottolineando che quest’unico carattere contiene in sé tutti i sutra dei periodi della Ghirlanda di fiori, Agama, Corretto ed equo, della Saggezza e del Nirvana.

                                                                                                                                                                                  Secondo Significato profondo, i due caratteri di myoho esprimono la dottrina dei cento mondi e dei mille fattori, e la dottrina della mutua identità della mente, del Budda e di tutti gli esseri viventi. I dieci volumi di Grande concentrazione e visione profonda esprimono la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, dei cento mondi e dei mille fattori, dei tremila regni, e anche la dottrina secondo la quale non sussiste alcuna distinzione fra queste tre cose: la mente, il Budda e tutti gli esseri viventi. Essi rivelano che tutti i Budda, i bodhisattva, le cause e gli effetti dei Dieci mondi, le piante e gli alberi delle dieci direzioni, persino i cocci e i detriti sono tutti, senza eccezioni, contenuti all’interno dei due caratteri di myoho.

                                                                                                                                                                                    Per quanto riguarda i sutra della Ghirlanda di fiori, Agama e gli altri sutra esposti nei primi quarant’anni e più della vita di predicazione del Budda, i daimoku, o titoli, dei sutra hinayana non contengono gli stessi benefici dei sutra mahayana. E tra i sutra mahayana, i daimoku di quelli che espongono la dottrina della rinascita in una pura terra non contengono al loro interno i benefici del conseguimento della Buddità. E anche se alcuni di questi sutra sono chiamati “re”, nessuno di essi può essere chiamato “il re dei re”.

                                                                                                                                                                                      Inoltre i Budda che figurano nei vari sutra non hanno il potere di elargire i benefici propri degli altri Budda. Effettivamente, si afferma che i Budda sono uguali nella loro illuminazione e che un Budda è uguale agli altri Budda. E che, adottando la visione che i corpi del Dharma dei Budda sono tutti uguali, si può dire che un Budda è uguale a un altro Budda. Ma in realtà un Budda non possiede il potere di elargire i benefici di tutti gli altri Budda.

                                                                                                                                                                                        Invece, nel caso del Sutra del Loto, tutti i sutra predicati nei primi quarant’anni e più sono inclusi in quest’unico sutra. I Budda dei mondi delle dieci direzioni, che sono tutti dotati dei tre corpi, vi sono tutti quanti riuniti perché, come esso spiega, sono tutti emanazioni di un unico Budda, Shakyamuni. Perciò quest’unico Budda non è altro che tutti i Budda, e così tutti i Budda sono riuniti insieme nei due caratteri di myoho.

                                                                                                                                                                                          Per questa ragione i benefici che si acquisiscono recitando i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo sono veramente grandi. Tutti i Budda, tutti i daimoku dei vari sutra vengono aperti e fusi nel Sutra del Loto. Si capisce che è myoho che rende possibile questa apertura, e perciò che si deve recitare il daimoku del Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                            Domanda: Riguardo alle dottrine che hai spiegato ho consultato un sapiente. Egli era d’accordo sul fatto che ovviamente il Sutra del Loto è superiore agli altri sutra e che le persone che hanno la capacità di farlo dovrebbero dedicarsi a praticarne gli insegnamenti. Ma, quando ci si rivolge alle persone comuni di questa ultima epoca, se non si tiene conto delle loro capacità e ci si limita a parlar male degli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, esortandole a praticare il Sutra del Loto, ciò potrebbe indurle ad abbandonare il Nembutsu che praticano da tanti anni. E, poiché non hanno avuto ancora il tempo di praticare il Sutra del Loto per un periodo sufficientemente lungo, finirebbero per non avere più alcuna pratica, non ti pare?

                                                                                                                                                                                              Inoltre, senza indagare sulle capacità delle persone alle quali ti rivolgi, tu esorti tutti a seguire gli insegnamenti del Sutra del Loto. Andrebbe tutto bene se essi riponessero fede nel Sutra del Loto, ma, se dovessero invece offenderlo, cadrebbero immancabilmente nell’inferno.

                                                                                                                                                                                                Perfino il Budda, nei primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione, non espose il Sutra del Loto, perché, come egli stesso affermò: «Se avessi magnificato soltanto il veicolo del Budda gli esseri viventi sprofondati nella sofferenza [sarebbero stati incapaci di credere in questa Legge]»26. E se le capacità degli esseri viventi al tempo di Shakyamuni erano così limitate come afferma questo passo, a maggior ragione saranno ancor più limitate quelle delle persone comuni di questa nostra ultima epoca. Perciò il capitolo “Parabola e similitudine” del Sutra del Loto narra che il Budda, rivolgendosi a Shariputra, disse: «Non predicare questo sutra alle persone prive di saggezza»27.

                                                                                                                                                                                                  Qual è la tua opinione riguardo a questi argomenti sollevati dal sapiente con cui ho parlato?

                                                                                                                                                                                                    Risposta: Tu hai spiegato le obiezioni sollevate dal sapiente con cui hai parlato. Egli sta dicendo in realtà che, quando ci si rivolge alle persone comuni di quest’ultima epoca, bisogna considerare attentamente le loro capacità innate. Se si trascura di farlo, si indurranno le persone a parlare in maniera offensiva, e questo non si deve fare.

                                                                                                                                                                                                      Se questo è davvero ciò che sta affermando il sapiente, ti consiglio di rispondere così. Egli ha citato i passi: «Se avessi magnificato soltanto il veicolo del Budda» e «Non predicare questo sutra alle persone prive di saggezza». Chiedigli allora perché non ha considerato il passo dello stesso sutra che spiega come il Bodhisattva Mai Sprezzante si rivolgesse a «qualsiasi persona gli capitasse di incontrare»28 dicendo: «Nutro per voi un profondo rispetto», e come continuasse a farlo anche quando veniva attaccato con bastoni, tegole e pietre.

                                                                                                                                                                                                        Domanda: Mi è assai difficile capire perché, all’interno dello stesso Sutra del Loto, ci siano passi così contraddittori. Puoi spiegarmene meglio la ragione?

                                                                                                                                                                                                          Risposta: Nel capitolo “Espedienti” e in altri, sembra che il Budda predichi considerando attentamente le capacità dei suoi ascoltatori. Ma, nel capitolo “Mai Sprezzante”, il sutra viene predicato in modo energico, anche se ciò che viene affermato può provocare un’offesa alla Legge. Anche se questi due modi di procedere sono contenuti nello stesso testo, il primo e il secondo sono diversi come l’acqua e il fuoco.

                                                                                                                                                                                                            Il Gran Maestro T’ien-t’ai lo spiegò così: «Shakyamuni, che si rivolgeva alle persone del suo tempo che nelle precedenti esistenze avevano coltivato buone radici, predicava loro le dottrine del piccolo veicolo, le assisteva e le proteggeva. Ma il Bodhisattva Mai Sprezzante, che si rivolgeva a persone che nelle passate esistenze non avevano coltivato buone radici, esponeva le dottrine del grande veicolo, costringendole ad ascoltarlo anche se ciò le mandava in collera»29.

                                                                                                                                                                                                              Il significato di questo passo è il seguente. Nel caso delle persone che possiedono già buone radici e sono capaci di ottenere l’illuminazione nella loro esistenza presente, è appropriato predicare direttamente il Sutra del Loto. Ma se nel gruppo ci sono persone che tendono a offendere il Sutra del Loto quando lo ascoltano, è meglio per il momento predicare gli insegnamenti provvisori, a scopo preparatorio, e solo più tardi predicare loro il Sutra del Loto. Per quanto riguarda le persone che nel passato non hanno piantato nessuna buona radice e che nell’esistenza presente sono incapaci di credere nel Sutra del Loto, è probabile che, per una ragione o per l’altra, cadano comunque nei cattivi sentieri nella loro prossima esistenza; perciò bisogna predicare loro il Sutra del Loto in modo energico cosicché, se lo offendono, possano creare con esso una relazione inversa.

                                                                                                                                                                                                                Secondo il passo del Gran Maestro T’ien-t’ai, in quest’ultima epoca le persone prive di buone radici sono molte e quelle che le possiedono sono poche. Perciò molti sono destinati senza dubbio a cadere nei cattivi sentieri nella prossima esistenza. E, se sono comunque destinati ai cattivi sentieri, si dovrebbe predicare loro in modo energico il Sutra del Loto, permettendogli così di creare con il sutra la “relazione del tamburo avvelenato”. Quindi non c’è dubbio che quest’ultima epoca è il tempo giusto per predicare il Sutra del Loto a tutte le persone, permettendo loro di creare con esso una relazione inversa attraverso l’offesa.

                                                                                                                                                                                                                  Inoltre, il capitolo “Espedienti” descrive come le cinquemila persone estremamente arroganti abbandonarono l’assemblea. Lo fecero dopo aver udito il Budda enunciare in forma concisa la sostituzione dei tre veicoli con l’unico veicolo, poco prima che egli iniziasse a spiegare in maniera estesa la sostituzione dei tre veicoli con l’unico veicolo. A quel tempo il Budda usò il suo potere per influenzarli in modo che si alzassero dal loro seggio e si allontanassero. In seguito, attraverso il sutra del Nirvana e i quattro ordini di bodhisattva, il Budda rese possibile a queste persone l’ottenimento dell’illuminazione nella loro esistenza presente.

                                                                                                                                                                                                                    D’altro canto, nel Sutra sul Non sorgere di tutti i fenomeni si narra che il Bodhisattva Radice di Gioia, rivolgendosi al monaco Intento Superiore, lo costrinse ad ascoltare gli insegnamenti mahayana, inducendolo a parlarne in maniera offensiva [e a creare così una relazione inversa con essi]. Riguardo a questi due diversi episodi, il Gran Maestro T’ien-t’ai spiega che «il Tathagata Shakyamuni stava esercitando la virtù della compassione inducendoli a ritirarsi, mentre il Bodhisattva Radice di Gioia stava esercitando la virtù della pietà costringendo il monaco ad ascoltare»30.

                                                                                                                                                                                                                      Il passo significa che il Budda, mosso a compassione, mise da parte per il momento qualsiasi pensiero riguardo alla felicità futura delle cinquemila persone. Non sopportava di vederle offendere il Sutra del Loto e subire così la sofferenza di cadere nell’inferno, e perciò le ispirò ad allontanarsi dall’assemblea. Fu come una madre che, pur sapendo che il figlio è malato, non ha il cuore di farlo soffrire e così non lo cura immediatamente con la moxa. Nel caso del Bodhisattva Radice di Gioia, egli fu mosso dalla pietà e, incurante del dolore momentaneo che avrebbe patito la persona alla quale si rivolgeva, pensò soltanto alla sua felicità futura. Perciò la costrinse ad ascoltare gli insegnamenti mahayana. Fu come un padre pietoso che, vedendo il figlio malato, non si fa trattenere dalla sofferenza temporanea che il figlio dovrà subire, ma pensa soltanto alla salute futura del bambino e perciò gli applica il trattamento con la moxa.

                                                                                                                                                                                                                        Quando il Budda era nel mondo, per i primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione egli tenne segreto il Sutra del Loto. Persino i bodhisattva che avevano raggiunto lo stadio di illuminazione quasi perfetta o quelli che avevano raggiunto il livello di non regressione non conoscevano nemmeno il titolo del sutra. Inoltre, riguardo al capitolo “Durata della vita”, durante gli otto anni in cui il Budda predicò il Sutra del Loto, il titolo stesso del capitolo fu tenuto segreto e fu rivelato solo nella parte finale di quel periodo. Perciò ci si potrebbe chiedere perché si debba predicare così energicamente il Sutra del Loto alle persone comuni di quest’ultima epoca.

                                                                                                                                                                                                                          Nel suo commentario il Gran Maestro Miao-lo ne spiega il motivo: «Le persone che vivevano al tempo del Budda avevano la capacità innata di ottenere l’illuminazione e perciò il Budda, nel predicare, considerò attentamente le loro capacità. Ma, alle persone dell’ultima epoca, si predica direttamente la verità per permettere loro di creare una relazione con essa»31. Il significato di questo passo è il seguente. Mentre il Budda era nel mondo c’erano molte persone capaci di ottenere lo stadio di non regressione durante la sua vita. Perciò egli non espose immediatamente le dottrine del Sutra del Loto, per paura che i suoi ascoltatori le offendessero, ma invece ne coltivò gradualmente le capacità per poi predicare loro il Sutra del Loto. Nel periodo successivo alla morte del Budda, però, pochi hanno la capacità di ottenere l’illuminazione e molti possono soltanto formare una relazione con il sutra udendolo direttamente. Perciò, nella maggior parte dei casi, è meglio semplicemente predicare loro il Sutra del Loto. Ci sono molti esempi come quelli già citati.

                                                                                                                                                                                                                            Molti dei maestri dell’ultima epoca non sanno giudicare le capacità dei loro ascoltatori e, quando non si sa giudicare la capacità dei propri ascoltatori, forse la cosa migliore è predicare loro il vero insegnamento in maniera energica. Dice il Gran Maestro T’ien-ta’i nel suo commentario: «Se non si sanno giudicare le capacità delle persone, per non sbagliare, è meglio predicare loro gli insegnamenti del grande veicolo»32. Il significato di questo passo è che, se non si sanno discernere le capacità delle persone, non si sbaglia mai a predicare loro le dottrine del grande veicolo.

                                                                                                                                                                                                                              Esiste anche un altro approccio nel quale si determinano attentamente le capacità delle persone di una particolare epoca e si predica loro la Legge nella maniera più appropriata. Così, se le persone di un certo paese credono tutte negli insegnamenti provvisori e parlano in maniera offensiva del vero insegnamento, rifiutando ostinatamente di accettarlo, bisognerebbe predicare loro il vero insegnamento criticandole e rimproverandole. Ma se questo approccio sia appropriato o no dipende dai tempi.

                                                                                                                                                                                                                                Domanda: Fra i maestri buddisti della Cina ce ne sono alcuni che dedicano tutta la loro attenzione ai sutra mahayana provvisori, senza minimamente occuparsi del vero sutra. Qual è la ragione di questo?

                                                                                                                                                                                                                                  Risposta: Quando il Budda apparve nel mondo, trascorse i primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione esponendo i sutra hinayana e mahayana provvisori, e solo dopo predicò il Sutra del Loto. [Nel capitolo “Espedienti”] egli afferma: «Se impiegassi il piccolo veicolo per convertire anche una sola persona, sarei colpevole di avarizia, ma tale cosa sarebbe impossibile»33. Con ciò il Budda intende dire che, se avesse esposto soltanto le opere precedenti, senza predicare il Sutra del Loto, sarebbe stato colpevole di avarizia.

                                                                                                                                                                                                                                    Quando in seguito predicò il capitolo “Affidamento” stese la mano destra e per tre volte carezzò la testa dei bodhisattva radunati da tutto il sistema maggiore di mondi e dai quattrocentomila milioni di nayuta di terre nelle otto direzioni, e li istruì così: «Nel futuro dovete predicare il Sutra del Loto. Se ci saranno persone che non hanno la capacità di accettarlo, dovete esporre qualcuna delle altre profonde dottrine dei sutra che ho predicato nei precedenti quarant’anni e più, coltivando così le loro capacità, e in seguito predicare loro il Sutra del Loto»34.

                                                                                                                                                                                                                                      In seguito, nel Sutra del Nirvana ripeté nuovamente questo messaggio, dicendo: «Dopo che il Budda si sarà estinto, ci saranno quattro ordini di bodhisattva che predicheranno la Legge. E ci saranno quattro tipi di regole da seguire riguardo alla Legge. Ma, se alla fine questi bodhisattva non propagheranno il vero sutra, allora dovreste comprendere che in realtà sono manifestazioni del demone celeste».

                                                                                                                                                                                                                                        Perciò, nel periodo che va da cinquecento a novecento anni dopo la morte del Tathagata, il Bodhisattva Nagarjuna e il Bodhisattva Vasubandhu apparvero e propagarono ampiamente i sacri insegnamenti del Tathagata.

                                                                                                                                                                                                                                          Il Bodhisattva Vasubandhu dapprima scrisse un’opera intitolata Il tesoro dell’Abhidharma, che rappresenta le dottrine della scuola hinayana Sarvastivada nella quale egli espose le dottrine predicate dal Budda per un periodo di dodici anni nei sutra Agama. Non fece alcun tentativo di chiarire gli insegnamenti mahayana. Poi scrisse il Trattato sul Sutra dei dieci stadi, il Commentario al “Compendio del Mahayana” e altre opere nelle quali discusse gli insegnamenti mahayana provvisori esposti dal Budda nei primi quarant’anni e più della sua vita di predicazione. E infine scrisse il Trattato sulla natura di Budda, il Trattato sul Sutra del Loto e altre opere simili, nelle quali esponeva gli insegnamenti del vero mahayana. La produzione del Bodhisattva Nagarjuna seguì più o meno lo stesso schema.

                                                                                                                                                                                                                                            Il Gran Maestro T’ien-t’ai, un maestro buddista della Cina, classificò gli insegnamenti della vita di Shakyamuni nelle categorie distinte del Mahayana e dello Hinayana, degli insegnamenti provvisori e del vero insegnamento.

                                                                                                                                                                                                                                              Riguardo agli altri maestri buddisti essi spiegano in una certa misura il significato e i princìpi degli insegnamenti, ma le loro opinioni non sono espresse con chiarezza o non sono sostenute da una quantità sufficiente di prove documentarie. Tra gli studiosi, i traduttori e i maestri cinesi dell’ultima epoca, ci sono coloro che distinsero chiaramente tra insegnamenti mahayana e hinayana, ma che, all’interno degli insegnamenti mahayana non distinsero tra Mahayana provvisorio e vero Mahayana. O, anche se a parole sembravano tracciare tale distinzione, in cuor loro non riuscivano a liberarsi dall’attaccamento agli insegnamenti mahayana provvisori. La situazione è come quella descritta [nel capitolo “Espedienti”] quando si afferma: «Se dei bodhisattva nello stadio di non regressione, numerosi come le sabbie del Gange, [si riunissero con unica mente in riflessione e ricerca], ancora non riuscirebbero a comprenderla»35.

                                                                                                                                                                                                                                                Domanda: Tra i maestri buddisti ci furono persone come il Gran Maestro Tz’u-en, del quale si dice che fosse la reincarnazione di Percettore dei Suoni del Mondo dalle Undici Facce, e che dai suoi denti emanassero raggi di luce. Oppure come il Reverendo Shan-tao, del quale si dice che fosse la reincarnazione del Budda Amida, e che dalla sua bocca uscissero immagini del Budda. E al mondo ci furono molti altri maestri capaci di manifestare poteri sovrannaturali, di elargire benefici o di entrare in meditazione e ottenere l’illuminazione. Come mai queste persone non riuscirono a distinguere tra sutra provvisori e vero sutra e a basare il loro insegnamento sul Sutra del Loto?

                                                                                                                                                                                                                                                  Risposta: L’asceta Agastya, un credente non buddista, si versò il fiume Gange in un orecchio e ve lo tenne per dodici anni. L’asceta Vasu si trasformò nell’essere celeste Libertà, dotato di tre occhi. Tra gli adepti taoisti in Cina, Chang Chieh espirò nebbia e Luan Pa esalò nuvole. [Nel Sutra del Nirvana] si dice che, dopo la morte del Budda, il demone del sesto cielo assumerà la forma di un monaco o di una monaca, di un uomo o di una donna laici, di un arhat o di un pratyekabudda ed esporrà i sutra predicati dal Budda nei suoi primi quarant’anni e più di vita di predicazione. Ma ciò dimostra semplicemente che queste persone possedevano poteri sovrannaturali, non dice se fossero saggi o stolti.

                                                                                                                                                                                                                                                    Come il Budda spiegò nei suoi ultimi insegnamenti in punto di morte, ci saranno maestri che propagheranno solo i sutra provvisori e non faranno mai alcun tentativo di propagare il vero sutra; forse è perché sin dai tempi antichi hanno avuto una relazione molto stretta con i sutra provvisori e non hanno mai esaminato a fondo il vero sutra, o forse perché sono stati sviati dal demone, diventando così capaci di esibire poteri sovrannaturali. La correttezza o l’erroneità delle loro idee deve essere giudicata unicamente sulla base delle dottrine che espongono, e non sulla base dell’acutezza delle loro capacità o dei loro poteri sovrannaturali.

                                                                                                                                                                                                                                                      Nichiren

                                                                                                                                                                                                                                                        Il ventottesimo giorno del quinto mese del primo anno dell’era di Bunno [1260], segno ciclico kanoe-saru.

                                                                                                                                                                                                                                                          Scritto a Nagoe, Kamakura

                                                                                                                                                                                                                                                              Cenni Storici

                                                                                                                                                                                                                                                              Quest’opera appartiene a quelli che Nikko Shonin, successore di Nichiren Daishonin, definì i dieci scritti principali del Daishonin. Fu scritta a Kamakura il ventottesimo giorno del quinto mese del 1260 a un destinatario ignoto. Meno di due mesi dopo il Daishonin completò il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, un’altra opera che fa parte dei dieci scritti principali e che egli sottopose a Hojo Tokiyori, il reggente dello shogunato, che pur avendo lasciato ufficialmente la carica continuava a detenere di fatto le redini del potere.

                                                                                                                                                                                                                                                              Questo scritto, come Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, è strutturato in forma di domanda e risposta e confuta la scuola della Pura terra o Nembutsu, la quale nega l’efficacia del Sutra del Loto per condurre le persone alla Buddità. Il Daishonin critica il Nembutsu e altre importanti scuole dell’epoca, dichiarando che non erano in grado di distinguere tra insegnamenti hinayana, mahayana provvisori e veri insegnamenti mahayana, e che stavano opponendosi al vero insegnamento mahayana, ovvero, al Sutra del Loto. Il Daishonin mette in luce il beneficio superiore che deriva dalla recitazione del daimoku, o titolo, del Sutra del Loto, che egli identifica con la Legge meravigliosa, o Legge che conduce direttamente alla Buddità.

                                                                                                                                                                                                                                                              L’opera è costituita da quindici domande e risposte.

                                                                                                                                                                                                                                                              1) Per quanto i preti e i laici possano non avere la benché minima comprensione del Sutra del Loto, otterranno comunque benefici nel praticarlo?

                                                                                                                                                                                                                                                              Il Daishonin risponde di sì, purché non offendano il Sutra del Loto o abbandonino la fede in esso; anche solo continuando a praticarlo, non cadranno nei cattivi sentieri dell’esistenza.

                                                                                                                                                                                                                                                              2) L’interlocutore cita le parole di un sapiente che sostiene la posizione della scuola della Pura terra, secondo la quale il Sutra del Loto è un insegnamento molto profondo che va oltre la capacità di comprensione delle persone dell’Ultimo giorno della Legge, e quindi non può condurle alla Buddità. Il Nembutsu invece è in grado di condurre perfino le persone di infime capacità alla rinascita nella Pura terra del Budda Amida, semplicemente recitando il nome di quel Budda.

                                                                                                                                                                                                                                                              Il Daishonin confuta direttamente tale affermazione, dimostrando che non è basata sui sutra e che, anzi, costituisce un’offesa alla Legge perché potrebbe spingere le persone ad abbandonare il Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                                                                              3) L’interlocutore chiede la prova documentaria delle affermazioni sopra citate.

                                                                                                                                                                                                                                                              Il Daishonin risponde facendo riferimento ai princìpi del Sutra del Loto e cita i commentari di T’ien-t’ai e Miao-lo. Spiega quali punti del sutra trattano dei gravi effetti dell’offesa alla Legge, e spiega il beneficio che le persone di infime capacità possono conseguire provando gioia all’udire il Sutra del Loto. Confuta del tutto le asserzioni di altre scuole secondo cui il Sutra del Loto è adatto esclusivamente alle persone di capacità superiori. In particolare confuta l’affermazione della scuola Nembutsu secondo cui alle capacità delle persone di questa epoca si addicono gli insegnamenti provvisori e non il Sutra del Loto. Tale affermazione è definita dal Daishonin come una causa che provoca la caduta nell’inferno Avichi poiché contraddice il Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                                                                              4) Alla domanda sul genere di persone che cercano di allontanare le persone dal Sutra del Loto, il Daishonin risponde descrivendo la funzione dei cattivi amici, cioè coloro che pretendono di avere una comprensione completa degli insegnamenti del Budda, ma in realtà non sanno distinguere tra i sutra provvisori e il vero sutra, il Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                                                                              5) Per rispondere alla richiesta di prove documentarie, il Daishonin cita alcuni passi dei sutra e dei commentari nei quali è ulteriormente descritta la natura di coloro che offendono il Sutra del Loto e si comportano da cattivi amici.

                                                                                                                                                                                                                                                              6) L’interlocutore riconosce di avere capito in una certa misura, ma esprime dubbi sulla propria capacità di convertirsi al Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                                                                              Il Daishonin risponde che tali perplessità derivano dal dubbio nei suoi confronti, e dal credere che chiunque sappia costruire un’argomentazione intelligente sia un sapiente.

                                                                                                                                                                                                                                                              7) L’interlocutore esprime la sua paura di rifiutare le parole dei sapienti, temendo di trascorrere la propria vita invano. Il Daishonin risponde citando l’ammonimento del Budda in punto di morte di “affidarsi alla Legge e non alla persona”, e le istruzioni del Budda di basarsi sui sutra “completi e definitivi” e non su quelli “incompleti e non definitivi”. Conclude poi affermando che solamente il Sutra del Loto è completo e definitivo in ogni senso. È il solo a contenere il principio fondamentale della compassione che può condurre tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge a conseguire la Buddità.

                                                                                                                                                                                                                                                              8) L’interlocutore cita le parole di un sapiente che reputa il Nembutsu più facile da praticare del Sutra del Loto. Citando il passo del Sutra degli Innumerevoli significati che afferma: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità», il Daishonin refuta i sutra predicati prima del Sutra del Loto, o sutra mahayana provvisori, fra cui quelli della Pura terra.

                                                                                                                                                                                                                                                              9) L’interlocutore obietta che T’ien-t’ai definì “meravigliosi” o sottili, sia il perfetto insegnamento dell’illuminazione immediata dei sutra precedenti al Sutra del Loto, sia quello del Sutra del Loto, in contrasto con gli altri tre dei quattro insegnamenti della dottrina, che erano considerati “grezzi”.

                                                                                                                                                                                                                                                              Spiegando dettagliatamente la classificazione di T’ien-t’ai, il Daishonin chiarisce che, in ultima analisi, T’ien-t’ai definì superiore il perfetto insegnamento del Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                                                                              10) Questa parte tratta della pratica e dell’oggetto di culto per la fede nel Sutra del Loto. (Anche se qui tale oggetto non è definito esplicitamente, in seguito, in Domande e risposte sull’oggetto di culto il Daishonin lo identifica con “il daimoku del Sutra del Loto”).

                                                                                                                                                                                                                                                              11) Qui è descritta la superiorità del beneficio conseguito da coloro che recitano il daimoku del Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                                                                              12) L’interlocutore solleva nuovamente la questione di valutare la capacità dell’ascoltatore prima di insegnare il Sutra del Loto, citando l’affermazione del Budda nel capitolo “Parabola e similitudine”: «Non predicare questo sutra alle persone prive di saggezza».

                                                                                                                                                                                                                                                              Il Daishonin risponde citando il caso del Bodhisattva Mai Sprezzante, nell’omonimo capitolo del Sutra del Loto, che continuava a inchinarsi con deferenza a tutte le persone dicendo: «Nutro per voi un profondo rispetto», anche quando lo offendevano o lo attaccavano.

                                                                                                                                                                                                                                                              13) Per risolvere questa apparente contraddizione all’interno del Sutra del Loto il Daishonin spiega che i due approcci, cioè condurre le persone gradualmente al Sutra del Loto oppure insegnarlo direttamente a tutti anche a costo di farli arrabbiare, sono intesi rispettivamente per coloro che hanno creato buone radici nelle esistenze passate e per coloro che non le hanno create. Citando T’ien-t’ai, egli spiega che le persone che vivono nell’Ultimo giorno della Legge sono quelle che non hanno creato buone radici, pertanto si tratta di un’epoca in cui il sutra dovrebbe essere insegnato direttamente, “in modo energico”. Ciò potrebbe portare le persone a offendere il sutra, ma la relazione che creano con esso, una relazione inversa, alla fine consentirà loro di conseguire la Buddità.

                                                                                                                                                                                                                                                              14) Il Daishonin osserva che, tra i vari studiosi e maestri di Buddismo, T’ien-t’ai classificò accuratamente ed esaurientemente tutti i sutra buddisti in Mahayana e Hinayana, in provvisori e veri, chiarendo la superiorità del Sutra del Loto su tutti gli altri sutra.

                                                                                                                                                                                                                                                              15) Anche se alcuni maestri buddisti godono di grande rispetto per i loro poteri sovrannaturali, se non propagano il vero sutra, sono posseduti da demoni. Il metro per valutare la correttezza di un maestro buddista è la dottrina che insegna, non i poteri sovrannaturali che mostra di possedere.

                                                                                                                                                                                                                                                              Note

                                                                                                                                                                                                                                                              1. I quattro capitoli più importanti: “Espedienti” (secondo), “Pratiche pacifiche” (quattordicesimo), “Durata della vita” (sedicesimo) e “Percettore dei Suoni del Mondo”(venticinquesimo).
                                                                                                                                                                                                                                                              2. Vedi trasmissione continua fino alla cinquantesima persona nel Glossario.
                                                                                                                                                                                                                                                              3. Secondo T’ien-t’ai, lo stadio dei comuni praticanti si riferisce ai cinque stadi della pratica svolti da coloro che si trovano allo stadio della percezione e dell’azione e ai dieci stadi della fede, che sono i più bassi dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva.
                                                                                                                                                                                                                                                              4. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 83.
                                                                                                                                                                                                                                                              5. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
                                                                                                                                                                                                                                                              6. Le storie di Agastya e Jinu, due asceti brahmani, sono narrate nel Sutra del Nirvana.
                                                                                                                                                                                                                                                              7. I tre stadi di merito appartengono allo stadio delle persone comuni, o primo stadio della pratica svolta da coloro che sono ancora persone comuni.
                                                                                                                                                                                                                                                              8. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 270.
                                                                                                                                                                                                                                                              9. Su “Parole e frasi”.
                                                                                                                                                                                                                                                              10. Ibidem.
                                                                                                                                                                                                                                                              11. Ibidem.
                                                                                                                                                                                                                                                              12. Nel Sutra della Ghirlanda di fiori si legge: «La mente, il Budda e gli esseri viventi: non c’è distinzione fra queste tre cose».
                                                                                                                                                                                                                                                              13. Sintesi da alcuni sutra, come il Sutra della Meditazione per contemplare i Budda.
                                                                                                                                                                                                                                                              14. Sintesi dai tre sutra della Pura Terra.
                                                                                                                                                                                                                                                              15. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66.
                                                                                                                                                                                                                                                              16. Sintesi di un passo del ventitreesimo capitolo del Sutra del Loto, “Re della Medicina”.
                                                                                                                                                                                                                                                              17. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 272.
                                                                                                                                                                                                                                                              18. Sintesi di un passo di Annotazioni sul Sutra del Nirvana.
                                                                                                                                                                                                                                                              19. Cinque cereali: frumento, riso, fagioli e due tipi di miglio. Qui stanno a indicare genericamente tutte le granaglie.
                                                                                                                                                                                                                                                              20. Sutra del Nirvana. Anche l’affermazione del Budda, nella frase successiva, è nel Sutra del Nirvana.
                                                                                                                                                                                                                                                              21. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 318.
                                                                                                                                                                                                                                                              22. Sutra degli Innumerevoli significati, prologo del Sutra del Loto, p. 17.
                                                                                                                                                                                                                                                              23. Lode alla rinascita nella Pura terra.
                                                                                                                                                                                                                                                              24. “I cinque periodi mahayana” sono: il periodo del Sutra della Ghirlanda di fiori, il periodo dei sutra Corretti ed equi, il periodo dei sutra della Saggezza, il periodo del Sutra del Loto e il periodo del Sutra del Nirvana. I cinque principali sutra mahayana, scelti da T’ien-ta’i in Il significato profondo del Sutra del Loto, sono: il Sutra della Ghirlanda di fiori, il Sutra della Grande raccolta, l’Ampio Sutra della Saggezza, il Sutra del Loto e il Sutra del Nirvana.
                                                                                                                                                                                                                                                              25. Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”.
                                                                                                                                                                                                                                                              26. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 88.
                                                                                                                                                                                                                                                              27. Ibidem, cap. 3, p. 129.
                                                                                                                                                                                                                                                              28. Ibidem, cap. 20, p. 364. Anche la frase seguente è nello stesso capitolo.
                                                                                                                                                                                                                                                              29. Parole e frasi del Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                                                                              30. Ibidem.
                                                                                                                                                                                                                                                              31. Su “Parole e frasi”.
                                                                                                                                                                                                                                                              32. Parole e frasi.
                                                                                                                                                                                                                                                              33. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 80.
                                                                                                                                                                                                                                                              34. Una sintesi del contenuto del capitolo “Affidamento”. Vedi Ibidem, cap. 22, pp. 381-383.
                                                                                                                                                                                                                                                              35. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 68.
                                                                                                                                                                                                                                                              La Biblioteca di Nichiren
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                                                                                                                                                                                                                                                              otto per mille
                                                                                                                                                                                                                                                              nuovo rinascimento
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                                                                                                                                                                                                                                                              esperia

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