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189. Sulla superiorità comparativa fra gli insegnamenti del Sutra del Loto e quelli della Vera parola

RSND, VOLUME II

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Kamakura, 1264. Indirizzata a Opere di riferimento

Kukai, o Gran Maestro Kobo, del tempio To affermò che il Sutra del Loto era inferiore persino al Sutra della Ghirlanda di fiori, e lo era ancor di più se paragonato al Sutra di Mahavairochana.

    Ennin, o Gran Maestro Jikaku, Enchin, o Gran Maestro Chisho, il Reverendo Annen e altri affermarono che i princìpi esposti nel Sutra del Loto erano gli stessi del Sutra di Mahavairochana, ma che il primo era inferiore al secondo per quanto riguardava le mudra e i mantra. (Ho citato le loro affermazioni in altri scritti).

      Kukai, basandosi sul Sutra di Mahavairochana e sul Trattato sulla mente che aspira all’illuminazione, postulò dieci stadi della mente con i quali cercò di determinare il valore degli insegnamenti essoterici rispetto a quelli esoterici. Fra questi stadi egli affermò che il sesto, la “mente mahayana che si preoccupa compassionevolmente degli altri”, corrisponde alla scuola delle Caratteristiche dei dharma; il settimo stadio, la “mente che comprende che la mente non è generata” alla scuola dei Tre trattati; l’ottavo stadio, la “mente che comprende l’unica via così com’è veramente” alla scuola Tendai; il nono stadio, la “mente più profonda che è consapevole dell’assenza della natura propria” alla scuola della Ghirlanda di fiori; e il decimo stadio, la “mente solenne, la più segreta e sacra” alla scuola della Vera parola.

        Egli disse che questa maniera di ordinare le scuole procede dagli insegnamenti più superficiali a quelli sempre più profondi. La prova documentaria sui cui si basa è nel capitolo “Stadio della mente” del Sutra di Mahavairochana e in Mente che aspira all’illuminazione.

          Ma, se esaminiamo il testo del capitolo “Stadio della Mente”, scopriamo che, anche se contiene le espressioni “mente mahayana che si preoccupa compassionevolmente degli altri”, “mente che comprende che la mente non è generata” e “mente più profonda che è consapevole dell’assenza della natura propria”, non afferma da nessuna parte che queste tre definizioni si riferiscono rispettivamente alle scuole delle Caratteristiche dei dharma, dei Tre Trattati e della Ghirlanda di fiori.

            Inoltre fra la definizione della “mente che comprende che la mente non è generata” e quella della “mente più profonda che è consapevole dell’assenza della natura propria” non v’è alcun passo o dottrina che corrisponda alla definizione della “mente che comprende l’unica via così com’è veramente”.

              A dire il vero, all’inizio del capitolo “Stadio della mente” è scritto: «Cos’è il significato dell’illuminazione? Significa comprendere la propria mente così com’è veramente». Kukai prende questo passo e lo colloca fra la definizione del settimo stadio e quella del nono, dichiarando che corrisponde agli insegnamenti della scuola Tendai1, e asserendo di conseguenza che tali insegnamenti sono inferiori a quelli della scuola della Ghirlanda di fiori. Ma nel capitolo “Stadio della mente” non v’è un singolo passo o dottrina che abbia questo significato. In alcuni casi ciò che si afferma è confermato sia dalle parole sia dalla dottrina, in altri casi non ci sono le parole precise, ma c’è una dottrina significativa2; ma in questo caso non ci sono né parole né dottrina, e quindi non si può dar credito a una tale asserzione.

                Il testo di Mente che aspira all’illuminazione non dice assolutamente niente riguardo alla superiorità comparativa del Sutra del Loto rispetto a quello della Ghirlanda di fiori. Inoltre, anche se quest’opera è attribuita al Bodhisattva Nagarjuna, sin dai tempi antichi vi sono state numerose dispute sulla sua autenticità. Fino a quando tali dispute non saranno risolte, usare questo testo per sostenere un’argomentazione sarebbe contrario alle regole del dibattito.

                  Inoltre Shan-wu-wei e Chin-kang-chih hanno esposto le loro opinioni in merito nelle Annotazioni sul Sutra di Mahavairochana e nel Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana, che furono messe per iscritto dall’Acharya I-hsing3. In questi commentari, per quanto riguarda la superiorità comparativa fra le varie scuole di Buddismo, si afferma soltanto che l’unica differenza fra il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana è che l’uno contiene una trattazione più ampia, mentre l’altro è meno dettagliato. Come può allora Kukai, con tutta la sua saggezza e la sua eminenza, andar contro alle opinioni di questi precedenti maestri [della sua scuola]? Infatti, sono state sollevate forti obiezioni riguardo al suo operato. (Questa è la critica di Annen).

                    Per rispondere a tali obiezioni, i seguaci di Kukai dicono genericamente che il Sutra della Protezione dice così, e che dicono così anche il Sutra delle Sei paramita, quello di Lankavatara e quello della Corona di Diamanti, cercando di risolvere la controversia in loro favore, ma le loro argomentazioni non sono riuscite a mettere a tacere i critici.

                      Ciò nonostante gli attuali studiosi del To-ji, pieni di sacro timore reverenziale nei confronti della grande reputazione del Gran Maestro Kobo, continuano a cercare un modo di risolvere la controversia e, in mancanza di altre strategie, contravvengono alle regole del dibattito asserendo che Saicho, il Gran Maestro Dengyo, era un discepolo del Gran Maestro Kobo o che, riguardo alla superiorità comparativa fra le dottrine delle due scuole, della Vera parola e Tendai, si possono avanzare queste o quelle argomentazioni.

                        In proposito io, Nichiren, vorrei far notare ciò che segue. Tu-shun, Chih-yen e Fa-tsang della scuola della Ghirlanda di fiori, basandosi sulle due frasi del Sutra del Loto «vedere [il Budda] per la prima volta» e «vedere [il Budda] adesso»4, sostennero la tesi che il Sutra del Loto e quello della Ghirlanda di fiori avevano lo stesso valore.

                          Tempo dopo Ch’eng-kuan, della stessa scuola, basandosi sullo stesso passo affermò che le due scuole erano uguali, e quindi non si discostò dal punto di vista dei patriarchi e dei maestri della scuola. Aggiunse, però, all’argomentazione precedente la seguente affermazione: «Il Sutra del Loto e il Sutra della Ghirlanda di fiori hanno lo stesso valore. Tuttavia il Sutra della Ghirlanda di fiori fu predicato qualche tempo prima di quello del Loto. Quando fu predicato il Sutra della Ghirlanda di fiori, il Budda anzitutto si rivolse ai grandi bodhisattva Saggezza del Dharma, Foresta di Meriti e altri, realizzando così il vero scopo della sua apparizione in questo mondo. Ma le persone dei due veicoli e le persone comuni di minore comprensione non poterono accettarlo perché la loro capacità di ricevere tali insegnamenti non era ancora sufficientemente matura. Perciò il Budda predicò i sutra Agama, Corretti ed equi e della Saggezza, cercando in tal modo di allenare e far maturare le loro capacità fino a quando fossero in grado di ritornare al Sutra della Ghirlanda di fiori e abbracciarne gli insegnamenti. Questo processo è definito l’aspetto del Sutra del Loto che riguarda il “vedere [il Budda] adesso”. Una volta che l’accampamento principale del nemico è stato sopraffatto è facile occuparsi di ciò che rimane del suo esercito. Da ciò si capisce che il Sutra della Ghirlanda di fiori in realtà è superiore al Sutra del Loto».

                            Kukai incontrò il prete Gonzo e altri nel nostro paese e apprese questa dottrina da loro. In seguito studiò gli insegnamenti Tendai e della Vera parola, ma non mutò le sue precedenti opinioni sull’argomento, continuando a rimanere fedele alla sua convinzione [riguardo alla superiorità del Sutra della Ghirlanda di fiori rispetto a quello del Loto].

                              Naturalmente quest’idea che il Sutra della Ghirlanda di fiori sia superiore al Sutra del Loto è stata sottoscritta da tutte le tre scuole meridionali e dalle sette scuole settentrionali del Buddismo cinese nel periodo precedente alle dinastie Ch’en e Sui. E, persino dopo l’avvento di T’ien-t’ai, le varie scuole hanno continuato a sostenere questa dottrina. Dunque non fu solo Kukai a sottoscriverla.

                                Tuttavia, quando Ch’eng-kuan, basandosi sui passi «vedere [il Budda] per la prima volta» e «vedere [il Budda] adesso», dichiarò la superiorità del Sutra della Ghirlanda di fiori rispetto a quello del Loto, ebbe due fonti di ispirazione. La prima fu che il Gran Maestro T’ien-t’ai Chi-che dichiarò che il Sutra del Loto e quello del Nirvana hanno lo stesso valore, sulla base del passo «Quando questo Sutra [del Nirvana] fu predicato […] [Gli ottomila ascoltatori della voce avevano già ricevuto] nel Sutra del Loto la predizione [della futura illuminazione. Questa predizione era come un grande raccolto. Così, conclusa la mietitura autunnale e immagazzinate le messi per l’inverno, non rimaneva più nulla da fare]». E la seconda fu che T’ien-t’ai proseguì affermando la superiorità del Sutra del Loto rispetto a quello del Nirvana [in base al fatto che il Sutra del Loto fu predicato prima e il Sutra del Nirvana fu predicato dopo].

                                  Cheng-kuan prese a prestito lo stesso concetto quando espose la sua opinione sul valore relativo dei sutra della Ghirlanda di fiori e del Loto. Se il suo punto di vista è stupido ed errato, a maggior ragione lo sarà quello, uguale, che sostiene Kukai!

                                    Negli scritti della scuola Tendai che riguardano i propri insegnamenti della Vera parola si afferma quanto segue: il Sutra del Loto e il Sutra di Mahavairochana differiscono nel fatto che uno è più ampio e l’altro è meno dettagliato. “Meno dettagliato” si riferisce al Sutra del Loto perché, anche se contiene gli stessi princìpi del Sutra di Mahavairochana, non tratta delle mudra e dei mantra. Il termine “più ampio” si riferisce al Sutra di Mahavairochana perché questo non espone soltanto i princìpi fondamentali, ma descrive anche le mudra e i mantra.

                                      Queste opere fanno anche due affermazioni: una è che il Sutra del Loto è uguale al Sutra di Mahavairochana e l’altra è che è inferiore. Esse affermano che i due sutra sono uguali nei princìpi, ma che il Sutra del Loto è inferiore per ciò riguarda la pratica.

                                        Inoltre fanno altre due affermazioni riguardo al Sutra di Mahavairochana e cioè che, genericamente, è da considerare fra i sutra predicati dal Budda nei cinque periodi della sua vita di predicazione, ma, in senso stretto, deve essere considerato come separato dai sutra dei cinque periodi.

                                          Affermano inoltre che il Sutra del Loto è paragonabile a un feroce guerriero che è nudo, mentre il Sutra di Mahavairochana è paragonabile a un feroce guerriero munito di armatura ed elmo. E dicono che, senza le mudra e i mantra adatti, non si può sapere a quale particolare Budda ci si sta rivolgendo.

                                            Io, Nichiren, sono perplesso e vorrei chiedere: come sappiamo che il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana sono uguali nei princìpi?

                                              Risposta: Lo affermano Annotazioni sul Sutra di Mahavairochana, Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana e i commentari di Jikaku e Chisho.

                                                Inoltre vorrei chiedere: come fanno i maestri del Tripitaka e i gran maestri che hanno composto queste opere a sapere che i due sutra sono uguali nei princìpi?

                                                  Risposta: Ciò che affermano i maestri del Tripitaka e i gran maestri non si può discutere!

                                                    Obiezione: Una simile risposta non solo viola le regole del dibattito, ma contrasta anche con le ultime istruzioni che il Budda diede in punto di morte. Ciò che si asserisce deve essere adeguatamente sostenuto da chiare prove documentarie. La dottrina di chi non è in grado di esibire simili passi dei sutra non sarà accettata. Cos’hai da dire?

                                                      Risposta: La prova è nel Sutra sulla Forma del mandala del Loto, nel Sutra dei Praticanti dello Yoga e nelle Regole dei rituali basati sul Sutra del Loto. I passi di queste opere saranno trasmessi oralmente.

                                                        Domanda: Riguardo all’asserzione che il Sutra del Loto non menziona le mudra e i mantra, si tratta di qualcosa che risale al tempo del Budda o al tempo della compilazione del sutra [dopo la morte del Budda] o, ancora, al tempo in cui fu tradotto in cinese?

                                                          Risposta: Alcuni dicono che risale al tempo del Budda, altri a quando il sutra fu compilato e altri ancora a quando fu tradotto.

                                                            Questa risposta mi lascia perplesso e vorrei chiedere: se dici che l’omissione di mudra e mantra risale al tempo del Budda e che questo proverebbe che il Sutra del Loto e il Sutra di Mahavairochana sono uguali nei princìpi, ma il secondo è superiore nella pratica, che passi di sutra puoi addurre come prova di ciò? Se non ci sono passi a provarlo, ma si tratta soltanto di una tua speculazione arbitraria, ciò è inaccettabile. E, se dici che l’omissione di mudra e mantra risale al tempo in cui furono compilati i sutra o al tempo in cui furono tradotti dal cinese, come potrebbero i commentari suddetti pretendere che l’affermazione secondo la quale il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana sono uguali nei princìpi, ma il secondo è superiore nella pratica, rappresenti il punto di vista del Budda? Prima di dire che il Sutra del Loto e il Sutra di Mahavairochana nel complesso sono uguali, bisognerebbe approfondire molto bene la questione.

                                                              Secondo il mio personale punto di vista io, Nichiren, direi questo: alla luce di quanto affermano il Sutra sulla Forma del mandala del Loto e il Sutra dei Praticanti dello Yoga, sembrerebbe che, quando il Budda espose il Sutra del Loto, esso contenesse mudra e mantra. Se così fosse, allora forse furono omessi dalle persone che compilarono il testo o da quelle che lo tradussero in cinese. Sarebbe come nel caso del Sutra delle Sei paramita, nel quale tali omissioni si verificarono nella compilazione, o come nel caso della vecchia traduzione del Sutra dei Re benevolenti5, nella quale furono operate omissioni simili, quando fu tradotto in cinese.

                                                                Se le cose stanno così, anche se gli scritti della scuola Tendai sugli insegnamenti della Vera parola asseriscono che i sutra del Loto e di Mahavairochana sono uguali nei princìpi, ma diversi per quello che riguarda la pratica, questa asserzione rispetto al valore relativo dei due sutra è un giudizio che ha origine dai compilatori del sutra o dai traduttori in cinese, ma non dal Budda stesso. E questo sostanzialmente è ciò che sostiene la dottrina della Vera parola della scuola Tendai. Ho esposto qui le mie critiche alla scuola Tendai soltanto per chiarire la mia posizione su questo argomento. Da questo mi pare evidente che il punto di vista sostenuto nell’insegnamento della Vera parola della scuola Tendai riguardo a tale questione è errato.

                                                                  Per quanto riguarda la posizione dottrinale dei seguaci della Vera parola del tempio To, non l’ho discussa qui perché è palesemente errata.

                                                                    In generale si possono avanzare due critiche alla visione, contenuta negli insegnamenti della Vera parola della scuola Tendai, secondo la quale i sutra del Loto e di Mahavairochana sono uguali nei princìpi, ma il secondo è superiore nella pratica.

                                                                      La prima è: non vi è alcun passo dei sutra che dimostri la tesi che i due sutra sono uguali nei princìpi. Se chiediamo quale dei due, il Loto o il Mahavairochana, fu predicato per primo, la risposta è che la questione è già stata risolta in Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana, e cioè il Sutra del Loto è stato predicato prima del Sutra di Mahavairochana.

                                                                        Se le cose stanno così, allora il Sutra di Mahavairochana appartiene alla categoria della trasmissione e della propagazione; è un’opera che ripete gli insegnamenti già esposti nel Sutra del Loto. Si tratta di una singola Legge esposta in due diverse occasioni.

                                                                          In tal senso il Sutra di Mahavairochana è meramente una ripetizione dei princìpi esposti nel Sutra del Loto e allora, se vogliamo considerarli rivali, dovremmo spogliare il Sutra di Mahavairochana dei suoi princìpi e restituirli al Sutra del Loto.

                                                                            Ciò significherebbe che il Sutra di Mahavairochana avrebbe soltanto le mudra e i mantra di cui vantarsi. Ma le mudra non sono che azioni compiute dal corpo, e i mantra sono azioni compiute dalla bocca. Se ci sono soltanto corpo e bocca, ma non c’è alcuna mente o volontà che dirige tali attività, le mudra e i mantra non possono esistere. E se togliamo le mani e la bocca che compiono queste azioni dal Sutra dei Mahavairochana per restituirle al Sutra del Loto, allora rimangono solo mudra senza mani per formarli, e mantra senza bocca per pronunciarli. E che significato possono avere mudra e mantra eseguiti così a vuoto?

                                                                              Riguardo al paragone del Sutra del Loto a un feroce guerriero nudo e del sutra di Mahavairochana a un feroce guerriero munito di armatura ed elmo, se un feroce guerriero nudo avanza e riesce a sopraffare il grande accampamento nemico, mentre un feroce guerriero munito di armatura ed elmo si ritira e non riesce a conquistare il campo nemico, quale deve essere ritenuto superiore?

                                                                                Inoltre, possiamo dire che il feroce guerriero rappresenta il Sutra del Loto e che l’armatura e l’elmo rappresentano il Sutra di Mahavairochana, ma, se fin dall’inizio non c’è alcun feroce guerriero, a cosa servono l’armatura e l’elmo?

                                                                                  Questa è la mia critica all’affermazione che i due sutra sono uguali nei princìpi. Adesso confuterò l’idea che il Sutra di Mahavairochana è superiore per quanto riguarda la pratica.

                                                                                    Viene sottolineato il fatto che il Sutra del Loto non contiene descrizioni di mudra e mantra mentre il Sutra di Mahavairochana le contiene. Se l’assenza o la presenza di mudra e mantra deve essere considerata un criterio per determinare quale dei due sutra è superiore, allora, poiché il Sutra di Mahavairochana contiene mudra e mantra e il Sutra del Loto non li contiene, il Sutra del Loto deve essere inferiore.

                                                                                      Se è così, allora, siccome i sutra Agama contengono una descrizione chiara della formazione del mondo e dei vari stadi dei santi e dei saggi, mentre il Sutra di Mahavairochana non contiene descrizioni simili, si dovrebbe forse giudicare il valore relativo dei due sutra in base a questo, e considerare il Sutra di Mahavairochana inferiore ai sutra Agama?

                                                                                        Il Sutra in Due volumi contiene una descrizione chiara dei quarantotto voti di Amida, mentre il Sutra di Mahavairochana non contiene tale descrizione; i sutra della Saggezza contengono una descrizione chiara dei diciotto tipi di vacuità, mentre il Sutra di Mahavairochana non contiene una descrizione del genere. Significa forse che il Sutra di Mahavairochana è inferiore a questi altri sutra?

                                                                                          È stato detto che, senza mudra e mantra, non si può sapere a quale particolare Budda ci si sta rivolgendo. Ma ora risponderei a questa argomentazione dicendo che i Budda non possono esistere se non c’è un principio di verità sottostante, e dunque, se i Budda non esistono, tutte le mudra e i mantra sono inutili.

                                                                                            I miei avversari obiettano che cose come i vari stadi dei santi e dei saggi, o i quarantotto voti di Amida, non sono a un livello paragonabile alle mudra e ai mantra.

                                                                                              Ma io risponderei così. Voi dite che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra di Mahavairochana perché manca delle cose più preziose, cioè le mudra e i mantra. Ma, se è così, che dire riguardo al fatto che il Sutra del Loto spiega che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità, e descrive come il Budda ottenne concretamente l’illuminazione nel remoto passato, mentre il Sutra di Mahavairochana manca di questi insegnamenti? Questi insegnamenti sul conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli e sull’ottenimento dell’illuminazione da parte del Budda nel remoto passato sono così distanti dal livello delle mudra e dei mantra quanto il cielo lo è dalla terra o le nuvole dal fango!

                                                                                                Le mudra e i mantra sono menzionati in vari sutra, cosa c’è di tanto notevole nel fatto che siano descritti nel Sutra di Mahavairochana? Ma le persone dei due veicoli si sono dedicate al compito di ridurre il proprio corpo in cenere e di annullare la coscienza e, se non rinunciano a perseguire tale obiettivo, a cosa potranno servire loro le mudra e i mantra [che richiedono un corpo e una mente per essere eseguiti]?

                                                                                                  Tutti i sacri insegnamenti della vita del Budda discriminano le persone dei due veicoli, affermando che non potranno mai conseguire la Buddità e quindi anche nel Sutra di Mahavairochana esse saranno escluse dalla categoria di coloro che possono conseguire la Buddità. Anche se non viene affermato che tutte le persone conseguiranno la Buddità, delle tre categorie di persone [ascoltatori della voce, risvegliati all’origine dipendente, e bodhisattva] due sono escluse dalla possibilità di conseguire la Buddità, cioè, su cento persone più di sessanta non potranno mai raggiungere la via. Come potrebbe il Budda, nella sua grande compassione, tollerare una situazione del genere?

                                                                                                    Ma, una volta esposto il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, la via del conseguimento della Buddità fu aperta a tutti. Che cosa potrebbe mancare ancora? Fra coloro che hanno conseguito la Buddità, nessuno ha la bocca muta o le membra paralizzate [e le loro parole e i loro gesti manifestano già la Buddità], quindi perchè dovrebbero avere bisogno di mudra o di mantra?

                                                                                                      Inoltre la maggior parte dei sutra parlano del Budda che ha ottenuto la corretta illuminazione per la prima volta in India, e non spiegano che esiste il Budda eterno sin dal tempo senza inizio dotato dei tre corpi. Se questa visione errata, secondo la quale originariamente non c’era alcun Budda, ma ora esiste, viene accettata, allora il Tathagata Mahavairochana non diventa altro che un nome privo di realtà.

                                                                                                        Ma il capitolo “Durata della vita” del Sutra del Loto spiega chiaramente la verità sull’argomento. Vediamo così che il Budda Shakyamuni è come l’unica luna nel cielo, mentre gli altri Budda e bodhisattva sono come i riflessi della luna che galleggiano su diecimila differenti specchi d’acqua. Ma adesso non voglio entrare nei dettagli.

                                                                                                          È stato detto anche che, senza mudra e mantra, non si possono eseguire preghiere o suppliche. Anche questa è una visione errata.

                                                                                                            I vari Budda del passato e del presente non avrebbero potuto conseguire la Buddità senza il Sutra del Loto. È attraverso il Sutra del Loto che si ottiene la corretta illuminazione. Se questi Budda adesso abbandonassero il devoto del Sutra del Loto, tornerebbero allo stato di persone comuni, perché sarebbero colpevoli di non aver compreso il loro debito di gratitudine nei confronti del Sutra del Loto.

                                                                                                              Inoltre, quelle persone dei due veicoli che sono destinate a diventare Budda nel futuro, se si separano dal Sutra del Loto, diventeranno come alberi secchi o semi marci. Ma ora, fintanto che hanno il Sutra del Loto, possono tornare a vivere, a fiorire e a fruttificare.

                                                                                                                Se il devoto del Sutra del Loto dovesse avere una controversia con i devoti di altri sutra, da quale parte pensate che starebbero il Tathagata Fiore Splendente e il Tathagata Fulgida Luce?6 E i Budda, i bodhisattva, gli esseri umani e celesti, gli esseri dei quattro cattivi sentieri citati nel Sutra della Ghirlanda di fiori e negli altri vari sutra, che possono tutti ottenere la corretta illuminazione dopo aver udito le dottrine dei tremila regni in un singolo istante di vita e dell’ottenimento dell’illuminazione nel remoto passato da parte del Budda, da che parte starebbero?

                                                                                                                  Quando gli esponenti delle tre scuole affrontano una disputa con i non buddisti o con i devoti dei sutra hinayana o mahayana provvisori, è difficile predire quale parte risulterà vittoriosa. Ma, quando affrontano una disputa con il devoto del Sutra del Loto, è come una tigre che lotta contro un drago, o un coniglio contro un leone: è impossibile che vincano il dibattito.

                                                                                                                    [Quando i due figli dell’imperatore Montoku si contendevano il trono,] il prete Tendai Eryo pregò con tutte le sue forze per il successo del figlio minore che poi, in effetti, salì al trono7. E, grazie alle preghiere per la protezione del prete Tendai So’o, lo spirito malvagio del prete della Vera parola Shinzei [che si era impossessato della consorte dell’imperatore Uda] fu sopraffatto e scacciato.8 Questi fatti provano che i devoti degli insegnamenti della Vera parola sono inferiori ai devoti del Sutra del Loto.

                                                                                                                      Domanda: Secondo il Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana, sia il Sutra del Loto sia quello di Mahavairochana chiariscono che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità e che il Budda ottenne l’illuminazione nel remoto passato. È vero?

                                                                                                                        Risposta: Sì, quest’opera afferma che entrambi i sutra spiegano ciò. Il Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana afferma: «La frase “la realtà della mente” nel Sutra di Mahavairochana è uguale alla frase “il vero aspetto di tutti i fenomeni” nel Sutra del Loto». E afferma anche: «Le parole “origine e inizio”9 nel Sutra di Mahavairochana hanno lo stesso significato delle parole “durata della vita del Tathagata” nel Sutra del Loto».

                                                                                                                          Domanda: Secondo la dottrina della scuola della Ghirlanda di fiori, il Sutra della Ghirlanda di fiori afferma chiaramente che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità e che il Budda ottenne l’illuminazione nel remoto passato. Ma la scuola Tendai si rifiuta di accettare questa affermazione. Per il momento vorrei lasciare da parte le controversie dottrinali fra le due scuole. Ma, se prescindiamo per il momento dalle opinioni dei maestri di queste scuole e consideriamo direttamente i sutra, vediamo che, anche se nel Sutra della Ghirlanda di fiori vi sono passi che sembrano affermare che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità e che il Budda ottenne l’illuminazione nel remoto passato, in realtà non è così. Alla luce di ciò mi chiedo se, nonostante il Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana spieghi che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità e che il Budda ottenne l’illuminazione nel remoto passato, in realtà sia davvero così. Cosa ne pensi?

                                                                                                                            Risposta: Come nel caso del Sutra della Ghirlanda di fiori, il Sutra di Mahavairochana contiene passi che sembrano affermare questo, ma in realtà manca dei princìpi per sostenere queste dottrine.

                                                                                                                              La mia personale opinione è la seguente. Se le persone dei due veicoli non possono conseguire la Buddità, allora è impossibile adempiere i quattro voti universali dei bodhisattva [di salvare tutti gli esseri viventi]. E se non si possono adempiere i quattro voti universali, non si potranno adempiere nemmeno i voti particolari di ciascun bodhisattva. E se non si possono adempiere né i voti generali né quelli particolari, è difficile capire come gli esseri viventi possano conseguire la Buddità. Bisognerebbe riflettere attentamente su questo.

                                                                                                                                Domanda: Il Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana afferma: «Il Tathagata Mahavairochana non ha inizio né fine. Quindi è ampiamente superiore a [il Budda del Sutra del Loto che ottenne l’illuminazione in un tempo lontano] tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi». Cosa ne pensi?

                                                                                                                                  Risposta: Il fatto che il Budda Vairochana non abbia “né inizio né fine” è affermato in vari sutra mahayana come quello della Ghirlanda di fiori, quello di Vimalakirti e nei sutra della Saggezza. Non è un’affermazione che si trova soltanto nel Sutra di Mahavairochana.

                                                                                                                                    Domanda: Se è così, allora un passato lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi deve essere un tempo specifico e limitato, che ha un inizio e una fine, mentre il tempo che non ha “né inizio né fine” è privo di tali limiti. Se è così, allora [il Budda descritto nel] Sutra del Loto inevitabilmente cadrà sconfitto di fronte ai [Budda degli] altri sutra. Cosa ne pensi?

                                                                                                                                      Risposta: I fautori delle altre scuole di Buddismo concorderebbero con questa opinione e solo quelli della scuola Tendai la refuterebbero, anche se avrebbero delle difficoltà nel riuscire a farlo efficacemente.

                                                                                                                                        Adesso [vorrei far notare quanto segue]. Quando il Sutra di Mahavairochana e gli altri sutra mahayana parlano di un Budda che non ha “né inizio né fine” stanno parlando del fatto che il corpo del Dharma del Budda è senza inizio e senza fine. Non intendono dire che i tre corpi di un Budda sono senza inizio e senza fine.

                                                                                                                                          Il passo del Sutra del Loto sul tempo lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi mira a negare che Shakyamuni ottenne l’illuminazione per la prima volta nei pressi della città di Gaya, un’asserzione che non viene negata negli altri sutra mahayana, affermando che egli ottenne l’illuminazione in un passato remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi. Sia il Sutra di Mahavairochana sia gli altri sutra non ne parlano assolutamente.

                                                                                                                                            L’emergere della torre preziosa da sotto la terra; l’emergere dei Bodhisattva della Terra e i dubbi di Maitreya riguardo a loro10; le tre esortazioni e le quattro suppliche all’inizio del capitolo “Durata della vita”; l’accettazione e la comprensione da parte del Bodhisattva Maitreya espressa nelle sue parole «Il Budda predica una Legge che s’incontra di rado, che mai fu udita dal passato fino ad oggi»11, tutti questi passi del Sutra del Loto riguardano questo fatto.

                                                                                                                                              Nei vari sutra della categoria della Vera parola, i primi sei volumi del Sutra di Mahavairochana e il settimo volume sulle offerte, il Sutra della Corona di diamanti, o il Sutra Susiddhikara, non v’è alcun passo che tratti dei tre rifiuti e delle quattro suppliche12, delle tre esortazioni e delle quattro suppliche; per le persone che ricevettero dal Budda una profezia di futura illuminazione non compare il nome del kalpa, della terra o del loro appellativo come Budda, né v’è alcuna asserzione che il sutra è «il più difficile da credere e il più difficile da comprendere»13.

                                                                                                                                                Domanda: E per quanto riguarda i mantra, o “vere parole” degli esseri dei cinque veicoli14 [menzionate nel Sutra di Mahavairochana]?

                                                                                                                                                  Risposta: Non si tratta di mantra per le persone dei due veicoli [che permettono loro di conseguire la Buddità]. Sono semplicemente parole sanscrite che si riferiscono alle quattro nobili verità e alla dodecupla catena della causalità. Non è possibile interpretarli come se indicassero una qualche comprensione della natura indifferenziata del corpo del Dharma, in quanto inerente a tutti gli esseri.

                                                                                                                                                    Domanda: Jikaku, Chisho e gli altri ritenevano che i sutra del Loto e di Mahavairochana fossero uguali nei princìpi, ma che il secondo eccellesse nelle questioni relative alla pratica. Ti consideri superiore a questi gran maestri?

                                                                                                                                                      Risposta: Il Budda ci ammonì di non attaccarci personalmente l’un l’altro. Vorresti forse andar contro un divieto stabilito dal Budda? Si tratta soltanto di usare direttamente i testi dei sutra per decidere ciò che è superiore e ciò che è inferiore.

                                                                                                                                                        Obiezione: Vedendo una persona come te, uno studente di un’epoca successiva, che si oppone a ciò che patriarchi e maestri hanno proclamato, come si può fare a meno di esprimere le proprie obiezioni?

                                                                                                                                                          Risposta: Se ti senti obbligato a esporre le tue obiezioni quando uno studente di un’epoca successiva contraddice i patriarchi e i maestri, perché non obietti al fatto che Chisho e Jikaku si opposero alle dichiarazioni di T’ien-t’ai e di Miao-lo?

                                                                                                                                                            Domanda: In che senso lo fecero?

                                                                                                                                                              Risposta: Secondo la visione di T’ien-t’ai e Miao-lo, fra i sutra predicati nei tre periodi di passato, presente e futuro, nessuno può essere superiore al Sutra del Loto. Quindi, se esistesse veramente un sutra superiore a quello del Loto, la loro dottrina, affermata da tutta la scuola T’ien-t’ai, sarebbe smentita. Se il Sutra di Mahavairochana è davvero superiore al Sutra del Loto, il punto di vista di T’ien-t’ai e Miao-lo, accettato dalla scuola T’ien-t’ai, sarebbe immediatamente invalidato.

                                                                                                                                                                Domanda: T’ien-t’ai e Miao-lo hanno qualche passo di sutra che dimostri la loro asserzione riguardo ai sutra predicati nel passato, nel presente e nel futuro?

                                                                                                                                                                  Risposta: Sì. Il capitolo “Maestro della Legge” del Sutra del Loto afferma: «Ho predicato un numero incalcolabile di sutra, migliaia, decine di migliaia, milioni. Tra quelli che ho predicato, che ora predico e che predicherò, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da comprendere»15.

                                                                                                                                                                    Stando a questo passo, di tutti i sutra predicati dal Budda Shakyamuni nei cinquant’anni circa della sua vita di predicazione, il Sutra del Loto è da considerarsi il supremo.

                                                                                                                                                                      Obiezione: I maestri della Vera parola dicono che il Sutra del Loto è davvero il supremo di tutti i sutra predicati dal Budda Shakyamuni. Ma il Sutra di Mahavairochana fu predicato dal Tathagata Mahavairochana.

                                                                                                                                                                        Risposta: Intendono forse dire che oltre al Tathagata Shakyamuni, anche il Tathagata Mahavairochana apparve nel continente di Jambudvipa, attraversò le otto fasi dell’esistenza di un Budda16 e poi predicò il Sutra di Mahavairochana? (Questa è la mia prima argomentazione).

                                                                                                                                                                          Il Sutra delle Sei paramita afferma: «Gli insegnamenti predicati dal Budda Shakyamuni nel passato e nel presente si dividono in cinque categorie. Fra queste, la quinta, la sezione delle dharani, contiene i mantra o “vere parole”». Se sostieni che i sutra della Vera parola non appartengono agli insegnamenti predicati dal Budda Shakyamuni, stai contraddicendo questo passo del Sutra delle Sei paramita. (Questa è la mia seconda argomentazione).

                                                                                                                                                                            I passi nei quali il Tathagata Shakyamuni dice: «Ho predicato un numero […] di sutra» sono frasi pronunciate dopo “aver messo da parte onestamente gli espedienti”17. Il Tathagata Mahavairochana confermò la verità di queste affermazioni e lo fecero anche i [rimanenti] Budda che erano emanazioni di Shakyamuni, estendendo le loro lunghe e larghe lingue in segno di assenso. (Questa è la mia terza argomentazione).

                                                                                                                                                                              Nel passo [del Sutra del Loto] che tratta delle cinque categorie di Budda, tutti i vari tipi di Budda dichiarano, senza eccezione, che il Sutra del Loto è il supremo. (Questa è la mia quarta argomentazione).

                                                                                                                                                                                Poi c’è il passo del Sutra del Loto che recita: «Per spiegare in breve, tutte le dottrine possedute dal Tathagata […] tutto questo è dichiarato, rivelato e chiaramente spiegato in questo sutra»18. Stando a questo passo, il Sutra del Loto non è soltanto il supremo di tutti i vari sutra predicati da Shakyamuni, ma anche il supremo fra quelli predicati dal Tathagata Mahavairochana e dagli altri innumerevoli Budda delle dieci direzioni. Se qualcuno affermasse che, oltre a questi sutra, ve ne sono altri predicati da uno o due Budda, che sono superiori al Sutra del Loto, non si potrebbe dar credito alla sua affermazione. (Questa è la mia quinta argomentazione).

                                                                                                                                                                                  Non c’è alcun passo nel Sutra di Mahavairochana o negli altri sutra della Vera parola in cui si affermi che tali sutra sono superiori al Sutra del Loto. (Questa è la mia sesta argomentazione).

                                                                                                                                                                                    Lasciando da parte il Budda stesso, non c’è alcuno studioso o maestro buddista dell’India, della Cina o del Giappone, a parte il Gran Maestro T’ien-t’ai, che abbia nominato esplicitamente nei suoi commentari la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita. Se questa dottrina non esistesse, non ci sarebbe modo di spiegare il male inerente alla natura di un Budda. E, se non ci fosse modo di spiegare il male inerente, l’asserzione che i Budda e i bodhisattva si manifestano ovunque in forma fisica, le descrizioni del re di saggezza Inamovibile o del re di saggezza Bramoso che vincono su vari mali, i mandala dei Dieci mondi19 o i trentasette onorati, non sarebbero diversi dalle dottrine dei non buddisti, sarebbero qualcosa che originariamente non esisteva, ma fu inventata in seguito. (Questa è la mia settima argomentazione).

                                                                                                                                                                                      Domanda: Riguardo alle sette argomentazioni che hai sollevato, si potrebbero fare varie obiezioni, ma, per ora, lascerò da parte le prime sei. Tuttavia, ho una domanda che riguarda la settima. Ch’eng-kuan della scuola della Ghirlanda di fiori e I-hsing della scuola della Vera parola sottoscrivono entrambi la dottrina del male inerente alla natura di un Budda. Come puoi dire che negli insegnamenti di queste scuole tale dottrina non c’è?

                                                                                                                                                                                        Risposta: Sembrerebbe che Ch’eng-kuan della Scuola della Ghirlanda di fiori e I-hsing della scuola della Vera parola abbiano rubato questa dottrina esposta da T’ien-t’ai per incorporarla negli insegnamenti delle loro scuole. Ma ho già parlato di questo altrove.

                                                                                                                                                                                          Domanda: Il volume tre di Il significato profondo del Sutra del Loto, del Gran Maestro T’ien-t’ai, afferma: «Il Sutra del Loto è un sunto di tutti gli altri sutra […] [se una persona persiste nel disprezzarlo, allora] le marcirà la lingua in bocca. Non bisogna permettere che i propri sentimenti personali conducano a persistere in un errore così grave».

                                                                                                                                                                                            E il volume tre di Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto” afferma: «Se qualcuno non crede che il Sutra del Loto espone la verità fondamentale, e afferma che, profetizzando la Buddità ai discepoli ascoltatori della voce, esso sta parlando soltanto sul piano fenomenico e quindi non è all’altezza della fusione e compenetrazione mutua e priva di ostacoli insegnata nei sutra della Ghirlanda di fiori e della Saggezza, e se persiste in tale visione anche dopo essere stato ammonito per questo, allora, senza dubbio gli marcirà la lingua in bocca. […] Una persona simile persiste a nutrire opinioni distorte riguardo al passo del sutra in cui si afferma che questo meraviglioso sutra supera tutti quelli del passato, del presente e del futuro. E la sua lingua marcirà incessantemente come presagio di ciò che l’attende in futuro. Per la sua colpa di aver offeso la Legge, in futuro egli soffrirà per molti lunghi kalpa».

                                                                                                                                                                                              Se ciò che T’ien-t’ai e Miao-lo dicono nei loro commentari è vero, allora ai seguaci delle tre scuole del sud della Cina e delle sette scuole del nord, a quelli delle scuole della Ghirlanda di fiori, delle Caratteristiche dei dharma e dei Tre tesori, e a uomini come Kobo del tempio To, senza dubbio marcirà la lingua e in futuro dovranno soffrire per molti lunghi kalpa, non ti pare? Ma non voglio dire altro di loro.

                                                                                                                                                                                                Uomini come Jikaku e Chisho però sono gli eredi diretti delle dottrine insegnate da T’ien-t’ai, eppure sostengono l’opinione che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra di Mahavairochana. Se questa è davvero la loro opinione, anche a loro marcirà la lingua e in futuro dovranno soffrire per molti lunghi kalpa?

                                                                                                                                                                                                  Risposta: Questa è l’obiezione più seria che si può sollevare riguardo alla dottrina, ed è trattata nelle tradizioni orali.

                                                                                                                                                                                                    Nichiren

                                                                                                                                                                                                      Scritto il ventinovesimo giorno del settimo mese del primo anno dell’era Bun’ei [1264], segno ciclico kinoe-ne

                                                                                                                                                                                                          Cenni Storici

                                                                                                                                                                                                          Quest’opera fu scritta il ventinovesimo giorno del settimo mese del 1264, quando il Daishonin risiedeva a Kamakura. In essa egli chiarisce la superiorità degli insegnamenti del Sutra del Loto rispetto a quelli della Vera parola. All’epoca, in Giappone vi erano due correnti principali degli insegnamenti della Vera parola, chiamati anche Buddismo esoterico. Una era la corrente della scuola della Vera parola fondata da Kukai (774-835; anche noto come Gran Maestro Kobo) che aveva sede presso il tempio To di Kyoto. L’altra era la tradizione esoterica, o della Vera parola, all’interno della scuola Tendai che aveva sede al tempio Enryaku sul monte Hiei, sovrastante Kyoto. Furono Jikaku (794-864) e Chisho (814-891), il terzo e il quinto capo dei preti della scuola, a inaugurare questa corrente.

                                                                                                                                                                                                          Il Daishonin esamina e confuta le loro affermazioni che consideravano gli insegnamenti della Vera parola, e i sutra sui quali si fondano, superiori al Sutra del Loto. In particolare si concentra sulla corrente della Vera parola all’interno della scuola Tendai che in origine era basata sugli insegnamenti di T’ien T’ai e Miao-lo in Cina, e di Dengyo in Giappone.

                                                                                                                                                                                                          Egli inizia enunciando le posizioni di queste due correnti per indicarne poi gli errori. Per quanto riguarda la prima corrente, Kukai, o Kobo, associa le varie scuole buddiste ai cosiddetti dieci stadi della mente e pone il Sutra di Mahavairochana al primo posto, il sutra della Ghirlanda di fiori al secondo e il Sutra del Loto al terzo. Questi sono i tre sutra sui quali si fondano rispettivamente le scuole della Vera parola, della Ghirlanda di fiori e Tendai. Il Daishonin indica che non vi è alcuna prova documentaria a sostegno di tale conclusione.

                                                                                                                                                                                                          Poi, egli enuncia la visione dell’esoterismo Tendai secondo cui il Sutra del Loto è uguale al Sutra di Mahavairochana nei princìpi, ma è inferiore a esso nella pratica. Uguale nei princìpi significa che sia il Sutra del Loto sia il Sutra di Mahavairochana contengono gli stessi princìpi, cioè i tremila regni in un singolo istante di vita, il conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli e l’illuminazione originale del Budda, considerati i princìpi più alti degli insegnamenti buddisti. Superiore nella pratica significa che nel Sutra di Mahavairochana sono descritti le mudra (gesti mistici con le mani) e i mantra (incantesimi mistici), mentre nel Sutra del Loto essi non sono descritti. Poiché l’esoterismo Tendai riteneva che queste pratiche fossero di natura superiore, il Sutra di Mahavairochana era ritenuto superiore al Sutra del Loto.

                                                                                                                                                                                                          Il Daishonin anzitutto mette in discussione che il Sutra di Mahavairochana e il Sutra del Loto siano uguali nei princìpi. L’esoterismo Tendai sostiene che nel Sutra di Mahavairochana ci siano dei princìpi che si riscontrano anche nel Sutra del Loto, ma il Daishonin spiega che non è così. Nel Sutra di Mahavairochana, per esempio, viene esposto il concetto dell’eternità del corpo del Dharma, ma non dell’eternità di tutti e tre i corpi. E si ritiene che il Budda Shakyamuni abbia ottenuto l’illuminazione per la prima volta sotto l’albero di bodhi in India. Inoltre il Sutra di Mahavairochana, a differenza del Sutra del Loto, non rivela che Shakyamuni ottenne l’illuminazione nel remoto passato. Quindi non è all’altezza del Sutra del Loto per quanto riguarda i princìpi.

                                                                                                                                                                                                          Il Daishonin confuta poi il fatto che le mudra e i mantra presenti nel Sutra di Mahavairochana lo rendano effettivamente superiore al Sutra del Loto in termini di pratica. Essi non hanno alcuna rilevanza se paragonati al profondo principio inerente al Sutra del Loto che permette a tutte le persone di conseguire la Buddità. E, una volta conseguita la Buddità, che valore hanno questi incantesimi e gesti?

                                                                                                                                                                                                          Infine, per controbattere l’affermazione che il Sutra del Loto è il supremo fra i sutra esposti da Shakyamuni, i maestri della Vera parola sostengono che il Sutra di Mahavairochana fu esposto dal Budda Mahavairochana. Il Daishonin confuta questa argomentazione da sette punti di vista.

                                                                                                                                                                                                          In quest’opera il Daishonin non cita i testi e commentari della Vera parola, dichiarando: «Ho citato le loro affermazioni in altri scritti».

                                                                                                                                                                                                          Note

                                                                                                                                                                                                          1. “Comprendere la propria mente così com’è veramente” è un’altra definizione per “la mente che è veramente in armonia con l’unica via”.
                                                                                                                                                                                                          2. È il principio secondo il quale, anche se nel testo del sutra una dottrina non è esposta con parole precise, un sapiente è in grado di comprendere la dottrina inerente al sutra. Per esempio il Sutra del Loto non espone esplicitamente a parole la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, ma T’ien-t’ai fu ugualmente in grado di evincerla dal sutra.
                                                                                                                                                                                                          3. Shan-wu-wei tenne sermoni sul Sutra di Mahavairochana su richiesta di I-hsing, che mise per iscritto le sue parole in Annotazioni sul Sutra di Mahavairochana. I discepoli di I-hsing a loro volta revisionarono tale opera e la intitolarono: Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana.
                                                                                                                                                                                                          4. Questi passi in realtà sono contenuti in Parole e frasi del Sutra del Loto, nella sezione in cui si interpreta un passo del quindicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Emergere della terra”. «Vedere [il Budda] per la prima volta» significa vedere Shakyamuni che ottiene per la prima volta l’illuminazione e predica il Sutra della Ghirlanda di fiori; «vedere [il Budda] adesso» significa vedere il Budda che rivela la verità nel Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                          5. Una traduzione ad opera di Kumarajiva. Esiste anche una traduzione più recente ad opera di Pu-k’ung.
                                                                                                                                                                                                          6. Tathagata Fiore Splendente è il nome con il quale Shariputra diverrà Budda nel futuro, e Tathagata Fulgida Luce è quello di Mahakashyapa. Queste predizioni riguardanti le persone dei due veicoli si trovano nel Sutra del Loto.
                                                                                                                                                                                                          7. Secondo la tradizione, l’imperatore Montoku (r. 850-858), non riusciva a decidere quale dei suoi due figli, Koretaka e Korehito, nominare come successore. Il prete della Vera parola Shinzei pregava per il figlio maggiore Koretaka, mentre il prete Tendai Eryo pregava per Korehito. Alla fine fu scelto il principe Korehito che diventò il cinquantaseiesimo sovrano, l’imperatore Seiwa.
                                                                                                                                                                                                          8. Secondo Biografie degli eminenti monaci dell’era Genko, quando Akirakeiko, consorte dell’imperatore Uda (r. 887-897), fu colpita da una strana malattia nell’893, il prete Tendai So’o pregò il re di saggezza Inamovibile affinché ella guarisse. Ricevette allora un oracolo dal re di saggezza in cui si affermava che lo spirito malvagio del defunto prete della Vera parola Shinzei si era impossessato di lei e che So’o sarebbe riuscito a sopraffarlo con un rituale. Grazie alle preghiere di So’o, la moglie dell’imperatore guarì immediatamente.
                                                                                                                                                                                                          9. Il Sutra di Mahavairochana dice: «Io [Budda Mahavairochana] sono l’origine e l’inizio di tutte le cose».
                                                                                                                                                                                                          10. Nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Emergere dalla terra”, Shakyamuni dice che i Bodhisattva della Terra sono i suoi discepoli originali ai quali egli ha insegnato sin dal lontano passato. Maitreya, perplesso, chiede come, nell’arco di soli quarant’anni dal suo risveglio, Shakyamuni sia riuscito a insegnare a un numero così immenso di bodhisattva. Le “tre esortazioni e le quattro suppliche”, nella frase seguente: Shakyamuni risponde alla domanda di Maitreya e rivela la sua illuminazione originale nel remoto passato nel sedicesimo capitolo, “Durata della vita”, all’inizio del quale esorta per tre volte l’assemblea guidata da Maitreya a credere alle sue parole e i discepoli supplicano per quattro volte il Budda di predicare, facendo voto di accettare le sue parole.
                                                                                                                                                                                                          11. Il Sutra del Loto, cap. 17, p. 323.
                                                                                                                                                                                                          12. Nel secondo capitolo del Sutra del Loto, “Espedienti”, Shakyamuni rifiuta per tre volte di continuare a predicare la sostituzione dei tre veicoli con l’unico veicolo e Shariputra lo supplica per quattro volte di continuare.
                                                                                                                                                                                                          13. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                                                                                                                                                                          14. “Gli esseri dei cinque veicoli”: gli esseri celesti, gli ascoltatori della voce, i risvegliati all’origine dipendente, i bodhisattva e i Budda.
                                                                                                                                                                                                          15. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                                                                                                                                                                                                          16. Vedi otto fasi dell’esistenza di un Budda nel Glossario.
                                                                                                                                                                                                          17. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
                                                                                                                                                                                                          18. Ibidem, cap. 21, p. 375.
                                                                                                                                                                                                          19. I mandala dei Dieci mondi: potrebbero indicare i due mandala del Buddismo esoterico, quello del regno del Grembo e quello del regno di Diamante. I trentasette onorati sono i Budda e i bodhisattva raffigurati al centro del mandala del regno di Diamante. Potrebbero essere anche un riferimento ai mandala del Buddismo esoterico che raffigurano gli esseri di ognuno dei Dieci mondi.
                                                                                                                                                                                                          La Biblioteca di Nichiren
                                                                                                                                                                                                          istituto buddista italiano soka gakkai
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                                                                                                                                                                                                          otto per mille
                                                                                                                                                                                                          nuovo rinascimento
                                                                                                                                                                                                          buddismo e società
                                                                                                                                                                                                          volo continuo
                                                                                                                                                                                                          esperia

                                                                                                                                                                                                          © Soka Gakkai. © Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. | Via di Bellagio 2/E 50141 Firenze FI | C.F. 94069310483 | P.I. 04935120487 | Privacy & Cookie Policy.

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