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258. Sulla veste sfoderata

RSND, VOLUME II

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Minobu, 1275. Indirizzata a Destinatari ignoti

Ho ricevuto la veste sfoderata che mi avete gentilmente inviato.

    In un paese chiamato Abbandonare i Vecchi1 le persone anziane vengono abbandonate; e nel paese del Giappone oggigiorno si fa la stessa cosa con i devoti del Sutra del Loto.

      Dalla formazione di questo paese vi sono stati i sette regni delle divinità celesti, i cinque regni delle divinità terrestri e i cento regni dei sovrani umani. Novanta sovrani hanno regnato a partire dall’epoca dell’imperatore Jimmu [il primo sovrano umano]. Durante il regno dell’imperatore Kimmei [il ventinovesimo sovrano umano] il Buddismo fu introdotto in Giappone e da allora sessanta sovrani hanno regnato in più di settecento anni. In quel periodo ci furono individui che assassinarono il padre e la madre, che si comportarono da nemici del paese, banditi delle montagne, e pirati del mare, in numero troppo grande per poterli elencare. Ma non ho mai sentito di qualcuno che sia stato odiato tanto quanto Nichiren perché è un devoto del Sutra del Loto!

        Quelle altre persone forse erano odiate dai sovrani, ma non dal popolo, erano odiate dai preti, ma non dai laici, dagli uomini, ma non dalle donne, dagli ignoranti, ma non dai sapienti. Ma nel mio caso io sono più odiato dal popolo che dai governanti, più odiato da preti e monache che dagli uomini e dalle donne comuni, più dai sapienti che dagli ignoranti, più dai buoni che dai cattivi. Mai in passato si è sentito parlare di una persona del genere, e non penso che la si troverà nemmeno nelle epoche a venire.

          Così, per un periodo di vent’anni e più, da quando avevo trentadue anni fino ad ora che ne ho cinquantaquattro, sono stato espulso da templi, scacciato da vari luoghi, i miei parenti sono stati molestati, mi hanno attaccato di notte, affrontato in battaglia e infinite volte sono stato tempestato di ingiurie. Sono stato picchiato, ferito alla mano e i miei discepoli sono stati uccisi. Sono stato quasi decapitato e per due volte mi hanno condannato all’esilio. In questi vent’anni e più non ho mai conosciuto un’ora, anzi, un istante, di pace e sicurezza. Yoritomo combatté contro i suoi nemici per sette anni, ma quantomeno ogni tanto c’erano pause nelle ostilità. Yoriyoshi combatté per dodici anni2, ma è difficile che le sue tribolazioni possano essere state peggiori delle mie.

            Il quarto volume del Sutra del Loto afferma: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, [quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?]»3. E nel quinto volume si legge: «Nel mondo [il Sutra del Loto] dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»4. Probabilmente il Gran Maestro T’ien-t’ai non lesse completamente con la sua vita questi passi del sutra perché ai suoi tempi tutta la società credeva e accettava le parole del Sutra del Loto. E lo stesso si può dire del Gran Maestro Dengyo, perché i tempi non corrispondevano ancora alla descrizione contenuta nelle parole del sutra «quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?». Se io, Nichiren, non fossi apparso in questo paese del Giappone, le auree parole del Budda sarebbero sembrate false, la testimonianza della loro accuratezza da parte del Budda Molti Tesori non avrebbe avuto alcun senso e le parole dei Budda delle dieci direzioni sarebbero state bugie. Nei 2.220 anni e più dalla morte del Budda, nessuno in India, Cina e Giappone ha sperimentato, come ho fatto io, la verità delle parole del Sutra del Loto «dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi». Se io non fossi apparso, queste parole del Budda sarebbero state pronunciate invano.

              E poiché io sono questa persona, mangio neve per mantenermi in vita, come Su Wu5, e per riuscire ad arrivare al giorno dopo mi copro di paglia, come Li Ling6. Nella mia foresta di montagna, quando gli alberi non fanno frutti sto anche due o tre giorni senza mangiare, e quando la mia veste di pelle di cervo si consuma rimango nudo per tre o quattro mesi. Eppure a una persona così, che non avete mai nemmeno incontrato, mossi a compassione avete mandato questa veste per coprire il corpo; che immensa gentilezza! Quando indosso questa veste, prendo posto davanti al Budda e recito il Sutra del Loto, tutti i 69.384 caratteri di cui è composto il sacro testo, ogni singolo carattere, uno a uno, diventa un Budda dorato. Anche se la veste è una sola, essa ricopre ognuno dei 69.384 Budda. E per questo motivo il marito e la moglie che mi hanno donato questa veste saranno visitati da questi Budda che li considereranno loro sostenitori, li proteggeranno e veglieranno su di loro. Per questo marito e per questa moglie essi saranno una preghiera e un tesoro nell’esistenza presente e al momento della morte saranno una luna, un sole, un sentiero, un ponte, un padre, una madre, un bue o un cavallo, un palanchino, un carro, un loto, una montagna, che verranno ad accoglierli e a condurli alla pura terra del Picco dell’Aquila. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo!

                Nichiren

                  L’ottavo mese del primo anno di Kenji [1275], segno ciclico kinoto-i

                    Questa lettera dovrebbe essere sempre letta insieme alla moglie di Toshiro.

                        Cenni Storici

                        Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Minobu l’ottavo mese del 1275, poco più di un anno dopo esservisi trasferito. Egli aveva ricevuto una veste leggera, adatta a un clima mite, da una coppia di coniugi, due seguaci che non aveva mai conosciuto. I loro nomi non sono noti, ma dal poscritto si evince che vivessero a Kamakura perché in un’altra lettera scritta nel 1272 e indirizzata a Nichigen-nyo, la moglie di Shijo Kingo, il Daishonin scrisse: «Spero che tu legga ripetutamente questa lettera insieme alla moglie di Toshiro» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 279), e Toshiro e sua moglie vivevano a Kamakura.

                        In questo scritto traspare la compassione del Daishonin, il quale assicura ai destinatari che sicuramente tutti i Budda risponderanno alla loro sincerità, e che essi stessi conseguiranno la Buddità. Quella che avevano offerto al Daishonin era una semplice veste, che però era stata tessuta e cucita con le loro mani, e in quel dono il Daishonin percepisce il cuore e la fede dei coniugi.

                        Note

                        1. La storia del paese chiamato Abbandonare i Vecchi è contenuta nel Sutra dei Tesori misti.
                        2. Minamoto no Yoriyoshi (988-1075): capo dell’esercito imperiale che attaccò e uccise Abe no Sadato quando quest’ultimo mobilitò i suoi uomini per attaccare l’imperatore. La guerra durò dodici anni, dal 1051 al 1062.
                        3. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
                        4. Ibidem, cap. 14, p. 288.
                        5. Su Wu (140-60 a.C.): ministro dell’imperatore Wu della Prima dinastia Han. Fu catturato e imprigionato dalle tribù nomadi degli Hsiung-nu che vivevano nel nord della Cina quando si recò a visitarle come inviato dell’imperatore. Il successore dell’imperatore Wu, l’imperatore Chao, chiese il rilascio di Su Wu, ma i suoi carcerieri, mentendo, risposero che era già morto. Allora uno dei vassalli di Su Wu suggerì al nuovo inviato dell’imperatore di riferire ai nomadi che l’imperatore aveva abbattuto nei pressi della capitale un’oca selvatica con una lettera legata alla zampa nella quale si diceva che Su Wu era ancora vivo. Infine il capo dei nomadi fu costretto a riconsegnare Su Wu, dopo diciannove anni dalla sua cattura.
                        6. Li Ling (m. 74 a.C.): comandante che guidò l’esercito cinese nell’attacco contro le tribù degli Hsiung-nu, che lo fecero prigioniero.
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