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362. Sull’offesa alla Legge da parte del paese

RSND, VOLUME II

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Luogo sconosciuto, Data sconosciuta. Indirizzata a Hakiri Sanenaga

Chi non tocca il leone che dorme, non ne subirà la collera. Chi non pianta un palo nella corrente, non solleverà le onde. E chi non rimprovera coloro che offendono la Legge, non patirà alcuna avversità.

    «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera…»1. Se l’espressione “non se ne cura” non ti suscita alcuno scrupolo, per adesso può anche andarti tutto bene, ma in seguito sta sicuro che cadrai nell’inferno di incessante sofferenza!

      Perciò il Gran Maestro Nan-yüeh in Quattro pratiche pacifiche afferma: «Un bodhisattva che protegge le persone malvagie e non le castiga, prolungando così il male, portando dolore alla brava gente, e distruggendo l’insegnamento corretto, non è un vero bodhisattva. Davanti agli altri maschera il suo comportamento ripetendo insistentemente: “Io sto praticando la virtù della tolleranza!”, ma quando la sua vita giungerà al termine, cadrà nell’inferno insieme a quelle persone malvagie».

        E il Sutra delle Dieci ruote dice: «Non bisogna abitare con coloro che offendono la Legge e nemmeno avvicinarsi ad essi. Se ci si avvicina a loro o si abita con loro, si è destinati all’inferno Avichi».

          Se si entra in un boschetto di sandalo, anche senza toccare gli alberi, l’intero corpo rimane impregnato del loro profumo. Similmente, se si sta vicino a coloro che offendono la Legge, le buone radici acquisite grazie alla pratica religiosa saranno totalmente distrutte e si cadrà nell’inferno insieme ai denigratori. Per questa ragione il volume quattro di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” dice: «Anche se una persona inizialmente non è cattiva, se frequenta persone cattive o è loro amica, è destinata col tempo a diventare cattiva anche lei, e la sua cattiva reputazione si diffonderà in tutto il mondo».

            Nel paese ci sono due tipi di persone che offendono la Legge: quelle che si trovano nelle diramazioni esterne del governo e quelle all’interno del governo centrale. Quelle nelle diramazioni esterne sono i denigratori della Legge nelle sessantasei province che compongono il Giappone. Quelle nel governo centrale sono i denigratori della Legge all’interno dei nove strati di mura che difendono la città del sovrano2. Se non si prendono misure per controllare e mettere fuori legge questi denigratori nei rami interni ed esterni del governo, gli dèi che proteggono i santuari degli antenati e gli altari della terra e del grano cesseranno di farlo, e il paese andrà incontro a un’inevitabile rovina. Perché? Perché i santuari degli antenati sono i luoghi in cui sono venerati gli dèi del paese, gli altari della terra onorano gli dèi della terra, e gli altari del grano onorano gli dèi dei cinque tipi di cereali3.

              Adesso questi due tipi di dèi, gli dèi del paese e quelli della terra e del grano, sono affamati del gusto della Legge e hanno abbandonato il paese che, un giorno dopo l’altro, precipita in una decadenza sempre più catastrofica.

                Perciò Su ”Grande concentrazione e visione profonda” dice: «La terra è così vasta che non è possibile renderle il dovuto onore nella sua interezza. Per questo si sceglie una certa zona per creare un altare della terra. “Grano” è il termine generale col quale si indicano i cinque tipi di cereali; indica gli dèi dei cinque tipi di cereali. Così, nel luogo in cui dimora il Figlio del Cielo, i santuari degli antenati stanno a sinistra e gli altari della terra e del grano a destra, e si fanno offerte a essi a seconda delle quattro stagioni e dei cinque agenti4. Quindi portare alla rovina il paese significa distruggere gli altari della terra e del grano».

                  Perciò il gran maestro della scuola della Montagna5 dice: «Nel paese in cui ci sono voci che offendono la Legge, il popolo diminuirà di numero. Ma quando nella famiglia si onorano assiduamente gli insegnamenti, i sette disastri saranno sicuramente banditi»6.

                    Questi sono i risultati che derivano dall’offesa alla Legge, rispettivamente nei rami interni ed esterni del governo.

                      Nichiren

                        Il sedicesimo giorno del quinto mese

                          A Nambu Rokuro

                              Cenni Storici

                              Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Nambu Rokuro, anche noto come Hakiri Rokuro Sanenaga. Non si conoscono né l’anno né il luogo di stesura. Il Daishonin inizia spiegando che, se si evita di denunciare l’offesa nei confronti dei veri insegnamenti buddisti, non sorgerà alcun ostacolo. Ma questa assenza di ostacoli è solo temporanea, poiché chi vede tale offesa e la ignora alla fine patirà le sofferenze dell’inferno. Il Daishonin avverte anche di non accompagnarsi a persone che offendono la Legge, poiché alla fine si diventerà altrettanto malvagi.

                              Il Daishonin elenca poi due tipi di persone che offendono la Legge: quelli che fanno parte delle diramazioni esterne del governo, ovvero il popolo del paese, e quelli che appartengono al governo centrale, o i reggenti e gli ufficiali intorno a loro. A meno che non si eviti l’offesa in tutti e due gli ambiti, gli dèi protettori abbandoneranno il paese, che precipiterà verso la rovina.

                              Nella conclusione, il Daishonin fa riferimento alle parole del Gran Maestro Dengyo, il quale affermò che in un paese in cui regna l’offesa all’insegnamento corretto il popolo andrà in declino, ma in una famiglia dove si onora l’insegnamento corretto le calamità potranno essere evitate.

                              Note

                              1. Sutra del Nirvana. L’intero passo recita: «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle o lo punisce per la sua offesa, quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda. Ma se espelle il distruttore della Legge, lo rimprovera, o lo punisce, allora questi è un mio discepolo, un vero ascoltatore della voce».
                              2. I “nove strati di mura” indicano la città ben fortificata di un sovrano.
                              3. Grano, riso, fagioli e i due tipi di miglio. Come in questo caso, è anche un termine generico per indicare tutti i cereali.
                              4. I cinque elementi primari dell’antica cosmologia cinese: legno, fuoco, terra, metallo e acqua.
                              5. Dengyo, fondatore della scuola Tendai che aveva sede nel tempio Enryaku sul monte Hiei. La scuola era anche chiamata “scuola della Montagna”.
                              6. Saggio sulla protezione del paese. La frase citata è leggermente diversa da quella contenuta nell’edizione ancora esistente di quest’opera.
                              La Biblioteca di Nichiren
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