12. Devadatta
A quel tempo il Budda si rivolse ai bodhisattva, agli esseri celesti e umani e alle quattro categorie di credenti, e disse: «Per innumerevoli kalpa nel passato ho ricercato il Sutra del Loto senza mai recedere. Durante tutti questi kalpa sono apparso costantemente come un sovrano che faceva voto di ricercare la suprema bodhi. La sua mente non vacillava mai né si lasciava sviare. Spinto dal desiderio di adempiere le sei paramita, egli si dedicava assiduamente alla pratica delle offerte senza mai risparmiarsi, sia che donasse elefanti o cavalli, i sette oggetti rari, regioni, città, moglie, figli, serve e servitori, o addirittura la testa, gli occhi, il midollo, il cervello, la sua stessa carne e gli arti. Non lesinava neppure il proprio essere e la propria vita. A quell’epoca la durata della vita umana era estremamente lunga. Ma per amore della Legge questo re abbandonò il regno e il trono, affidò il governo al principe ereditario, fece suonare i tamburi ed emise proclami alla ricerca della Legge nelle quattro direzioni: “Chi può spiegarmi il grande veicolo? Io mi prenderò cura di lui e finché vivrò sarò il suo servitore!”
«A quel tempo era presente un veggente che, recatosi dal re, così gli parlò: “Io possiedo un testo del grande veicolo, chiamato Sutra del Loto della Legge Meravigliosa. Se tu non mancherai mai di ubbidirmi, lo esporrò per te.”
«Appena ebbe udito queste parole del veggente, il re si mise a danzare dalla gioia. Subito si accompagnò a lui, provvedendo a tutto ciò di cui aveva bisogno: raccoglieva frutta, attingeva acqua, raccattava la legna, preparava i pasti e, senza mai risparmiarsi nel corpo e nella mente, offriva persino il suo corpo come giaciglio e sedile. Per amore della Legge egli servì in questo modo il veggente per mille anni, lavorando instancabilmente e prendendosi cura del veggente affinché non gli mancasse mai nulla.»
A quel tempo l’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Io ricordo quei kalpa del passato
quando, al fine di ricercare la grande Legge,
benché fossi il sovrano di un regno terreno,
non desideravo soddisfare i cinque desideri
ma suonai la campana e gridai nelle quattro direzioni:
«Chi possiede la grande Legge?
Se me la esporrà e me la spiegherà,
sarò suo schiavo e suo servitore!»
A quel tempo si trovava lì un veggente chiamato Asita
che venne e annunciò a questo grande re:
«Io possiedo una Legge meravigliosa e insondabile,
raramente conosciuta nel mondo.
Se vorrai dedicarti alla pratica religiosa
io la esporrò per te.»
Quando il re ebbe udito le parole del veggente
il suo cuore si riempì di immensa gioia.
Subito si accompagnò al veggente
rifornendolo di qualsiasi cosa avesse bisogno;
raccoglieva legna, frutti, riso selvatico,
porgendoli al momento giusto sempre con rispetto.
Poiché nei suoi pensieri vi era la Legge meravigliosa,
mai vacillò nel corpo e nella mente.
Per amore degli esseri viventi
ovunque ricercò assiduamente la grande Legge,
non curandosi mai di se stesso
né di soddisfare i cinque desideri.
Perciò il sovrano di un grande regno
con un’assidua ricerca poté apprendere questa Legge
e alla fine conseguì la Buddità,
come ora spiegherò a voi.
Il Budda disse ai monaci: «Il re di quel tempo ero io e il veggente era l’uomo che ora è Devadatta. Poiché Devadatta mi fu buon amico, potei completare le sei paramita e acquisire pietà, compassione, gioia e imparzialità, i trentadue segni, le ottanta caratteristiche, il colorito aureo con sfumature purpuree, i dieci poteri, i quattro tipi di coraggio, i quattro metodi per conquistare le persone, le diciotto proprietà non condivise, i poteri sovrannaturali e il potere della Via. Il fatto che io abbia ottenuto l’illuminazione imparziale e corretta e possa salvare un gran numero di esseri viventi lo devo unicamente a Devadatta, che fu un buon amico.»
Quindi il Budda si rivolse alle quattro categorie di credenti: «Dopo che saranno passati innumerevoli kalpa, Devadatta conseguirà la Buddità. Egli sarà chiamato Tathagata Re del Cielo, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri umani e celesti, Budda, onorato dal mondo. Il suo mondo sarà chiamato Via del Cielo e a quel tempo il Budda Re del Cielo dimorerà nel mondo per venti kalpa medi, predicando ampiamente la Legge meravigliosa a beneficio degli esseri viventi. Esseri viventi numerosi come le sabbie del Gange otterranno il frutto della condizione di arhat. Un numero infinito di esseri viventi svilupperà il desiderio di diventare pratyekabuddha ed esseri viventi numerosi come le sabbie del Gange svilupperanno il desiderio della Via suprema, raggiungeranno la verità della non rinascita e lo stadio della non regressione. Dopo che il Budda Re del Cielo sarà entrato nel parinirvana, la sua Legge corretta durerà nel mondo per venti kalpa medi. Le reliquie del suo intero corpo saranno conservate in una torre fatta di sette tesori, alta sessanta yojana e larga e profonda quaranta. Tutti gli esseri umani e celesti porgeranno fiori d’ogni tipo, incenso in polvere, incenso in pasta e da bruciare, indumenti, collane, stendardi e vessilli, baldacchini ornati di gemme, musica e canti di lode, per offrirli con ossequio alla torre meravigliosa ornata di sette gioielli. Innumerevoli esseri viventi otterranno il frutto della condizione di arhat, esseri viventi senza numero si illumineranno come pratyekabuddha e un numero inimmaginabile di esseri viventi aspirerà alla bodhi e raggiungerà lo stadio della non regressione.»
Il Budda disse ai monaci: «In epoche future se uomini o donne devoti, udendo il capitolo Devadatta del Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, crederanno in esso e lo riveriranno con cuore puro, senza dubbi né perplessità, essi non cadranno mai nell’inferno, nel regno degli spiriti affamati o in quello degli animali, ma nasceranno alla presenza dei Budda delle dieci direzioni, e ovunque nasceranno potranno sempre udire questo sutra. Se nasceranno tra gli esseri celesti o umani godranno immensamente di meravigliosi piaceri; se nasceranno alla presenza di un Budda, nasceranno per trasformazione da fiori di loto.»
A quel tempo vi era un bodhisattva seguace dell’onorato dal mondo Molti Tesori, proviente dalla regione inferiore e il cui nome era Accumulo di Saggezza. Egli domandò al Budda Molti Tesori: «Possiamo ritornare nelle nostre terre di origine?»
Il Budda Shakyamuni rispose ad Accumulo di Saggezza: «Uomo devoto, aspetta ancora un momento. Qui c’è un bodhisattva di nome Manjushri che dovresti incontrare. Discuti e dibatti con lui della Legge meravigliosa e poi potrai ritornare alla tua terra.»
A quel tempo Manjushri sedeva su un fiore di loto dai mille petali, grande come la ruota di un carro, e anche i bodhisattva venuti con lui sedevano su fiori di loto ingioiellati. Manjushri era emerso in modo naturale dal palazzo del re drago Sagara nel profondo dell’oceano e stava sospeso nell’aria. Procedendo verso il sacro Picco dell’Aquila discese dal fiore di loto e, comparso alla presenza dei Budda, chinò il capo e rese omaggio ai piedi dei due onorati dal mondo. Dopo aver concluso queste manifestazioni di rispetto, si recò presso Accumulo di Saggezza e scambiò con lui i saluti, per poi farsi da parte e sedersi da un lato.
Il bodhisattva Accumulo di Saggezza interrogò Manjushri chiedendo: «Quando stavi nel palazzo del re drago quanti esseri viventi hai convertito?» Manjushri rispose: «Un numero immenso, impossibile da calcolare. Le parole non possono esprimerlo, la mente non può concepirlo. Aspetta un momento e ne avrai la prova.»
Prima che avesse finito di parlare, innumerevoli bodhisattva, seduti su fiori di loto ingioiellati, emersero dall’oceano procedendo verso il sacro Picco dell’Aquila dove rimasero sospesi nell’aria. Questi bodhisattva erano stati tutti convertiti e salvati da Manjushri. Essi avevano portato a termine tutte le pratiche del bodhisattva e avevano discusso insieme ed esposto le sei paramita. Quelli che erano stati ascoltatori della voce, stando sospesi nell’aria, esposero le pratiche degli ascoltatori della voce, ma ora tutti stavano praticando il principio di vacuità del grande veicolo.
Manjushri disse ad Accumulo di Saggezza: «Ciò che vedi è il risultato dell’opera di insegnamento e conversione da me intrapresa nell’oceano.»
A quel tempo Accumulo di Saggezza recitò questi versi di lode:
Con grande saggezza e virtù, coraggio e vigore
hai convertito e salvato innumerevoli esseri.
Ora i presenti a questa grande assemblea
compreso me stesso, li hanno visti.
Tu esponi il principio del vero aspetto,
riveli la Legge dell’unico veicolo,
guidando diffusamente molti esseri
e facendo loro conseguire rapidamente la bodhi.
Manjushri disse: «Quando dimoravo nell’oceano ho sempre esposto solo il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa.»
Allora il bodhisattva Accumulo di Saggezza gli chiese: «Questo sutra è molto profondo, ineffabile e meraviglioso, un tesoro tra tutti i sutra, una vera rarità nel mondo. Ci sono esseri viventi che, attraverso una pratica diligente e assidua di questo sutra, sono stati in grado di conseguire rapidamente la Buddità ?»
Manjushri così rispose: «C’è la figlia del re drago Sagara, che ha appena compiuto otto anni. La sua saggezza è penetrante ed ella è capace di conoscere il karma derivato dalle azioni degli esseri viventi. Padroneggia perfettamente i dharani, ha potuto accettare e abbracciare il forziere dei profondi segreti predicati dai Budda, si è immersa in profonda meditazione, ha compreso interamente le dottrine, nello spazio di un attimo ha concepito il desiderio della bodhi e raggiunto il livello della non regressione. Non ci sono limiti alla sua eloquenza ed ella prova compassione per gli esseri viventi come fossero suoi figli. Pienamente dotata di virtù, i pensieri che concepisce e le parole con cui li esprime sono meravigliosi, onnicomprensivi e solenni. Gentile, compassionevole, benevola, dolce, ha un carattere sensibile e nobile, capace di conseguire la bodhi.»
Il bodhisattva Accumulo di Saggezza disse: «Quando osservo il Tathagata Shakyamuni, mi rendo conto che per innumerevoli kalpa egli ha portato avanti severe e difficili pratiche, accumulando meriti e virtù, cercando la via del bodhisattva sen-za mai riposare. Osservo che in un sistema maggiore di mondi non c’è un solo luogo, fosse anche piccolo come un seme di senape, in cui questo bodhisattva non abbia sacrificato il corpo e la vita a beneficio degli esseri viventi. Solo dopo aver fatto tutto questo, è stato in grado di completare la via della bodhi. Non posso credere che questa fanciulla nello spazio di un istante ab-bia effettivamente potuto conseguire la corretta illuminazione.»
Prima che avesse finito di parlare, la figlia del re drago apparve improvvisamente dinanzi al Budda, chinò il capo in segno di rispetto e si ritirò da parte recitando questi versi di lode:
Egli percepisce i segni della colpa e della fortuna
e illumina ovunque le dieci direzioni.
Il suo ineffabile corpo del Dharma, puro e meraviglioso,
è dotato dei trentadue segni;
le ottanta caratteristiche
adornano il suo corpo del Dharma.
Esseri umani e celesti lo osservano con timore,
anche i draghi lo onorano e lo rispettano;
tra tutti gli esseri viventi
non vi è nessuno che non lo riverisca.
Udendo i suoi insegnamenti, io ho conseguito la bodhi:
il Budda soltanto può esserne testimone.
Io espongo le dottrine del grande veicolo
per riscattare gli esseri viventi dalla sofferenza.
A quel tempo Shariputra disse alla fanciulla drago: «Tu presumi di aver raggiunto la Via suprema in così breve tempo. Ma questo è davvero difficile da credere. Per quale motivo? Perché il corpo di una donna, impuro e corrotto, non può essere un vaso della Legge. Come hai potuto conseguire la suprema bodhi? La Via verso la Buddità è lunga e si inoltra lontano. Solo dopo aver trascorso innumerevoli kalpa praticando le austerità, accumulando azioni, osservando tutte le paramita, si può alla fine ottenere la realizzazione. Per di più una donna è soggetta ai cinque ostacoli: primo, non può diventare un re celeste Brahma. Secondo, non può diventare il re Shakra. Terzo, non può diventare un re dei demoni. Quarto, non può diventare un re saggio che mette in moto la ruota. Quinto, non può diventare un Budda. Come potrebbe dunque una donna come te essere in grado di conseguire la Buddità così rapidamente?»
A quel tempo la fanciulla drago porse al Budda un gioiello che aveva, prezioso come un sistema maggiore di mondi; il Budda lo accettò immediatamente. La fanciulla drago disse al bodhisattva Accumulo di Saggezza e al venerabile Shariputra: «Ho offerto questo prezioso gioiello e l’onorato dal mondo l’ha accettato: ciò non è forse accaduto rapidamente?»
Essi risposero: «Sì, davvero rapidamente!»
La fanciulla continuò: «Avvaletevi dei vostri poteri sovrannaturali e guardate come conseguo la Buddità. Sarà cosa persino più rapida!»
A quel tempo i membri dell’assemblea videro la fanciulla drago trasformarsi nello spazio di un istante in un uomo e portare a compimento tutte le pratiche di un bodhisattva; quindi la videro recarsi verso il Mondo Immacolato del sud, prendere posto su un loto ingioiellato e conseguire l’illuminazione imparziale e corretta. Con i trentadue segni e le ottanta caratteristiche egli espose la Legge meravigliosa per tutti gli esseri viventi, ovunque nelle dieci direzioni.
A quel tempo nel mondo di saha i bodhisattva, gli ascoltatori della voce, le divinità, i draghi e altri fra gli otto tipi di guardiani, esseri umani e non umani, tutti videro da lontano la fanciulla drago diventare un Budda e predicare la Legge agli dèi e agli uomini nell’assemblea di quel tempo. I loro cuori si colmarono di grande gioia e tutti tributarono da lontano reverente rispetto. Innumerevoli esseri viventi, ascoltando la Legge, la compresero e furono in grado di conseguire lo stadio della non regressione. Innumerevoli esseri viventi ricevettero la predizione del conseguimento della Via. Il Mondo Immacolato si scosse e tremò in sei modi diversi. Tremila esseri del mondo di saha rimasero al livello della non regressione. Tremila esseri concepirono il desiderio della bodhi e fu loro predetta l’illuminazione. Il bodhisattva Accumulo di Saggezza, Shariputra e tutti gli altri membri dell’assemblea tacitamente credettero a queste cose e le accettarono.